Il Molise esiste, resiste e risorgerà
“Ogni giovedì pubblichiamo il miglior testo d’attualità inviato dai lettori A settebello@rcs.it. A fine anno, 7 proporrà una collaborazione all’autore dell’articolo Più condiviso dalla nostra pagina face book”
di Legambiente Molise
2 ottobre 2017
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«IL MOLISE NON ESISTE», è il mantra che rimbalza sui social. Beh, in verità il Molise esiste e io ne sono la prova. Sono una giovane molisana, originaria di un piccolissimo paese della provincia di Isernia e, come molti miei conterranei, emigrata altrove per studio. A dirla tutta sono letteralmente fuggita da un posto che mi stava stretto e non mi offriva opportunità. Oggi, a distanza di qualche anno, mi rendo conto di essere scappata da una regione che non conoscevo affatto e che per troppo tempo non ho considerato. Il Molise invece esiste. Esiste dai tempi remoti dell’homo aeserniensis, da quando i Pentri, la grande tribù dei Sanniti, fondarono il sito di Pietrabbondante, importante santuario e centro politico del II e I secolo avanti Cristo.
IL MOLISE ESISTE nella Saepinum, sito archeologico di epoca romana, nell’abbazia dei benedettini di San Vincenzo al Volturno, distrutta dai Saraceni nel IX secolo e poi riedificata. Ovunque ci sono frammenti che rimandano a un ricco e luminoso passato. Abbracciato dai monti del Matese e delle Mainarde, lambito dalle acque dell’Adriatico, il Molise vero vive nei suoi piccoli borghi. Qui, tra i vicoli stretti e i castelli medievali, un’umanità anziana, stanca e memore di un passato contadino guarda spegnersi lentamente la vita intorno. I giovani partono e i turisti sono pochi, molti i campi ormai incolti. Tanta, invece, la voglia di urlare al mondo che il Molise c’è, esiste ed è bellissimo. Ci prova da due anni il comune di Civitacampomarano, che tra le case disabitate e il castello angioino, promuove il festival di street art Cività, che ha come direttore artistico la street writer Alice Pasquini. Il paese per qualche giorno si riempie di artisti che vogliono valorizzare con la loro arte uno dei borghi più spopolatosi dopo la Seconda guerra mondiale. Ci prova Scapoli con il Festival della Zampogna, Agnone che ogni anno propone la suggestiva ‘Ndocciata natalizia e Jelsi con la Festa del grano. E così tanti altri paesi che propongono sagre, feste e iniziative culturali.
MA QUESTO NON BASTA per una regione ancora sconosciuta. Quello che manca è la politica. Ci vogliono iniziative efficaci. Il Molise ha un turismo stagionale, fatto perlopiù di molisani emigrati di ritorno. Solo incentivando e finanziando il turismo e puntando sul settore agroalimentare e sulla qualità dei prodotti, si può sperare di risollevare l’economia molisana. Povero di industrie, senza un’autostrada, ma ricco di verde, aria pura, buon cibo, storia, arte, cultura, tradizione, il Molise ha tutte le carte per essere conosciuto e apprezzato. Un piccolo paradiso verde che esiste e resiste
di Teresa Maddonni (pubblicato sul settimanale 7-Corriere della Sera)
p.s.: Amici molisani aiutatemi. Ho bisogno che condividiate l’articolo che ho scritto sul Molise pubblicato su 7 del Corriere della sera.
Ai fini del concorso è importante che l’articolo sia condiviso direttamente dalla pagina di 7Corriere. Grazie a tutti per il supporto.ma anche sulla fascia costiera e nell’immediato entroterra.” – questo il commento di Manuela Cardarelli, Presidente Legambiente Molise – “Una regione così piccola nella quale i piccoli scrigni sono oggi da tutelare e valorizzare perché sono la risorsa di un nuovo futuro contro lo spopolamento e l’abbandono”.
di Legambiente Molise