• 11/10/2017

Il popolo di facebook

Interessante riflessione su uno dei social più seguiti

di Pierluigi Giorgio – fb

16 novembre 2017

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Dicevo: “Bastano le mails! Chi vuol comunicare mi scrive lì!

Mi sono iscritto tardi su Facebook come tardi iniziai a fumare ed lo feci subito massicciamente e male, quasi a recuperare il tempo perduto. Ho aperto la pagina per una ragione professionale: pubblicizzare i lavori, le proiezioni dei miei documentari, gli eventi che organizzavo, i “pensieri di viaggio” e mi sono ritrovato invischiato in un popolo cromatico e variegato (di cui faccio parte anch’io, naturalmente!) che se non stai attento diventa peggio della famiglia da cui un giorno per tua salvezza ti sganciasti. Raramente, ma a volte, dal cappello del mago sono saltate fuori persone interessanti, intelligenti, sensibili e creative. 

Altrimenti, malati di solitudine (la maggioranza), drogati di social sempre con problemi d’astinenza, dotti, frustrati che si servono di Fb come l’unica ed ultima sponda di riscatto della propria esistenza per urlare “Esisto!” e giù dotte filosofiche considerazioni sulla vita, poesiole dal cassetto, ricette di cucina, dispensatori di santini, buongiorno, buonanotte e serenità giornaliere, gli ansiosi da consenso, i sentenzianti, chi ti tragga o t’invita nei gruppi senza permesso, i distributori di like e contabili del numero degli stessi che misurano in quantità e funzione della restituzione o sennò niente più, i rapidi che i “mi piace” te li schiaffano senza manco aver avuto il tempo di leggere, gli elargitori di post-aforismi pre-confezionati che mai si azzardano ad esprimere un loro proprio pensiero, gl’insospettabili, i delusi, i comunicatori in immagini di ogni attimo della loro vita e da ogni sito -cesso compreso-, i fotografi domenicali, i marpioni (maschi/femmine), i dispensatori di “Sei bellissima!” comunque, ovunque, senza un minimo di selezione e decenza, i distributori di perle di saggezza ed emoticon, gli sfigati, le ombre virtuali, i fantasmini che né li vedi né li senti ma sono lì curiosi ed intriganti, a spiare ogni tuo respiro e poi, poi… gli stupidi: “Solo due cose sono infinite, l’universo e la stupidità umana, e non sono sicuro della prima” scriveva Albert Einstein: sì, gl’imbecilli, peggio se pensano d’esser arguti!

Ho smesso di fumare. Non è detto che….

di Pierluigi Giorgio – fb

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