• 03/27/2025

Il turismo lento può far vivere i borghi

Attraversare a piedi o in bicicletta i territori tagliati fuori dai circuiti turistici convenzionali può generare socialità e un’economia sana. Come? Ne parliamo con l’imprenditore nonché appassionato divulgatore di cammini e turismo lento Alberto Conte

di Francesco Bevilacqua (da italiachecambia.org)

27 Marzo 2025

 

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La voce di Alberto Conte che mi giunge dall’altro lato del telefono è dolce, lenta e sicura, proprio come i suoi passi, che per anni lo hanno portato in giro per l’Italia trasformando una passione – quella per il cammino, il turismo lento, il viaggio slow – in un lavoro. Fra le sue iniziative imprenditoriali – e non solo –, il network di Movimento Lento e Itineraria, entrambi progetti che promuovono il viaggio a piedi.

Un nuovo viaggio (lento)

Proprio lui – insieme ad altre persone del mondo del turismo responsabile – è compagno di viaggio di Italia Che Cambia in un percorso per raccontare questo settore da una nuova prospettiva. Il nostro direttore Daniel Tarozzi l’ha illustrata bene in un editoriale di qualche giorno fa che spiega l’idea, sottolineando come “di viaggi e di turismo parliamo dalla nostra nascita, sia ben chiaro. E come potrebbe essere diverso, considerando che Italia che Cambia nasce con un viaggio in camper di sette mesi in giro per l’Italia?”.

«La cosa più interessante che possiamo fare insieme – mi confida Alberto durante le prime battute della nostra chiacchierata – è rivolgerci a un enorme pubblico che non sa ancora di avere il desiderio di mettersi in cammino, ma nel momento in cui si confezionano proposte che abbiano valenza di esplorazione ma anche di etica può incuriosirsi» e partire. Come? Ovviamente a piedi o in bicicletta, i “mezzi” perfetti per andare a scoprire i territori e le persone.

 

Due esperienze virtuose

Chiedo ad Alberto lo sforzo di immaginare concretamente le proposte a cui mi ha accennato e lui risponde raccontandomi due esempi di iniziative che negli anni scorsi ha portato avanti con successo, dando vita non solo a un’idea di viaggio interessante, stimolante e replicabile, ma anche a un processo di rivitalizzazione dei territori attraversati che il viaggio stesso ha innescato.

«La prima – racconta – è stata realizzata nel 2010 con Riccardo Carnovalini, uno dei più grandi camminatori italiani, che recentemente ha collaborato con Paolo Rumiz per ritracciare la via Appia. Insieme a lui è stato lanciato un viaggio chiamato GeMiTo – il nome riprende l’itinerario: Genova-Milano-Torino e ritorno – per raccontare la bellezza nata sulle ceneri del miracolo economico del triangolo industriale attraverso il turismo lento. Laddove l’industria pesante aveva devastato il territorio noi abbiamo raccontato storie di eccellenza e sostenibilità che si erano sviluppate». Il viaggio è stato narrato quotidianamente prima su un blog e poi con un documentario sulle realtà incontrate.

Molto simile è stata la riproposizione di questa esperienza in chiave cicloturistica, con la collaborazione di Italia Che Cambia: «Abbiamo pedalato da Milano a Capo Santa Maria di Leuca con un viaggio-evento-staffetta. Eravamo quattro persone fisse più altre che si aggiungevano lungo il percorso. Quell’itinerario era stato progettato per visitare una serie di eccellenze sostenibili, molte delle quali rintracciate grazie alla mappa di Italia Che Cambia. In questo modo è venuto fuori uno dei viaggi più belli che abbia mai fatto anche in questo caso raccontato su un blog», confessa Alberto.

 

Dal biellese a…

Un altro interessante esperimento di connessione di persone che animano un territorio attraverso il viaggio lento è stato quello del Biellese Che Cambiaun bike tour che in una trentina di tappe h visitato tutti i progetti più virtuosi della provincia piemontese. «Sulla scia del biellese che cambia stiamo riproponendo questo schema per valorizzare le eccellenze sostenibili nei territori – spiega Alberto – e uno dei miei sogni è proprio quello di creare una rete tra queste eccellenze».

«Conosciamo tutti la difficoltà di metterci in rete anche per chi porta avanti delle belle esperienze e a mio avviso non c’è modalità migliore per farlo che raggiungere queste realtà in modo lento, che consente anche una connessione e una comprensione diversa del paesaggio. Un conto è giungere in un’azienda biologica in auto, un’altra cosa è attraversare la campagna in bici o a piedi, arrivando dopo aver già calpestato e annusato il suo terreno. È un altro livello di connessione e coinvolgimento: il viaggio a piedi è l’unica modalità che coinvolge tutti e cinque i sensi».

Turismo lento e crescita dei territori

Alberto Conte e il suo team stanno portando avanti il Cammino di Oropa, che è diventato un caso di studio di come cammino e turismo lento possano cambiare in meglio il territorio: «In questi anni abbiamo fatto scoprire a tanta gente il biellese, che pure è una zona che dal punto di vista turistico non si è mai sviluppata. In 6 anni abbiamo portato qui 16.000 viandanti – 5.000 solo nell’ultimo anno – che da soli costituiscono il 5% di tutti i pernottamenti in provincia di Biella».

Così sono riusciti a rivitalizzare anche i piccoli paesi: «Faccio sempre l’esempio di Torrazzo, un borghetto di 200 anime ed età media superiore ai 70 anni: prima di noi c’era solo un piccolo campeggio e oggi sono nati quattro b&b, la bocciofila si è trasformata in un ristorante che organizza eventi e, soprattutto, dal 2024 è stato riaperto il piccolo spazio alimentari chiuso da anni».

L’esempio di questo borgo e in generale di tutto il territorio provinciale dimostrano che attraverso il turismo lento è possibile generare un’economia sana e locale, «ma esso è anche uno strumento per riattivare la socialità», aggiunge Alberto. «Negli anni c’è stato un cambiamento antropologico nelle comunità locali: il biellese è una valle chiusa, il simbolo di Biella è un orso, ma tante persone – anche di età avanzata – hanno cominciato ad aprirsi, gli anziani si mettono lungo la strada per incontrare i pellegrini e conoscerli, altri fanno manutenzione del percorso, si creano circoli virtuosi che vanno oltre l’aspetto turistico».

Per farlo servono (anche) competenze

Di lavoro Alberto Conte si occupa di progettazione e valorizzazione dei territori attraverso gli itinerari a piedi e in bici. «La mia esperienza me la sono fatta con grandi progetti come il tratto italiano della Francigena, con la mia azienda sono consulente del ministero e di diverse regioni. Nel biellese però vogliamo portare qualcosa di diverso, noi siamo considerati dei “tecnici” ma da qualche anno grazie al Cammino di Oropa abbiamo spostato la nostra attenzione sui servizi e sullo sviluppo sociale per creare delle vere e proprie destinazioni slow, siamo gli esperti del turismo lento inteso come qualcosa di molto trasversale».

Già, perché si passa dall’itinerario – considerato a tutti gli effetti una infrastruttura – a un ecosistema che è costituito da molte realtà, dalla guida escursionistica al produttore, all’anziano residente fino al ristoratore. Ci sono varie modalità per esportare questa idea in altri territori, sia attraverso le amministrazioni che spontaneamente, creando una rete.

«Se nel giro di 50 chilometri da dove abito c’è qualche bella realtà che è interessata a entrare in rete con noi io posso prendere la bici e andare a trovarla per capire come raccontare ciò che fa. Poi si può proseguire la catena e questa realtà può dire “chi c’è a 50 chilometri da me che è interessato a entrare in rete?” e così via, proseguendo per cerchi concentrici». Come quelli del proverbiale sassolino gettato nello stagno.

di Francesco Bevilacqua (da italiachecambia.org)

 

27 Marzo 2025

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