In regione si cazzeggia

Il Rinascimento molisano, promesso ormai da mezzo secolo, stenta a decollare

di Domenico D’Adamo (da lafonte.tv)

16 aprile 2024

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Dopo otto mesi di legislatura, la XIII per l’esattezza, né Pallante, né Roberti riescono a dirci una sola parola sul come intendono governare i processi di cambiamento di cui necessita la nostra Regione: il primo, in genere occupato a dirigere il traffico in Consiglio regionale per apportare le “indispensabili” modifiche allo statuto, tutte funzionali agli assetti (nel senso di “assettarsi”) politici della maggioranza, ultimamente si diletta nel gioco della margherita (mi candido a fare il sindaco del capoluogo o non mi candido? Dove si nasconde la fregatura?); il secondo, tutto proteso a partorire posti da sottosegretario alla presidenza della giunta, poco si occupa di reperire i soldi per retribuirli, ignaro del fatto che i suoi amici, sposando la già nota dottrina Iorio, chiederanno l’istituzione dei sottosegretari anche per gli assessorati. 
I consiglieri, ancorché vispi, oltre al cazzeggio di rito (maggioranza/opposizione) non vanno e il Rinascimento molisano, promesso ormai da mezzo secolo, stenta a decollare.Il presidente Roberti, oltre alla propaganda elettorale e alle quattro chiacchiere espresse nelle dichiarazioni programmatiche, avrebbe il dovere di dirci, dopo 250 giorni di governo, cosa vuole fare per garantire ai molisani una sanità che assicuri almeno i livelli essenziali di assistenza, senza fracassarci continuamente le palle con la modifica del decreto Balduzzi (tanto quello, il decreto, è immodificabile, ma questa è un’altra storia); le menti pensanti della destra molisana, invece di perdere tempo dietro alle chiacchiere del ministro della propaganda, Genny Sangiuliano, quasi un corregionale, e alla sua ossessione per la conquista dell’egemonia culturale, oltre che a quella del nazional-regionalismo, avrebbero dovuto produrre qualche straccio di proposta per allontanare da noi l’amaro calice della dissoluzione del Molise, affrontando il problema dei problemi: il declino demografico. Dall’istituzione della ventesima regione, gli abitanti del contado, invece che aumentare, come avvenuto altrove, sono diminuiti (da 350 a 280mila) e siccome le disgrazie non vengono mai da sole, i pochi giovani, in particolare gli studenti, sono andati via e continuano a farlo, senza fare più ritorno, chi al nord chi all’estero. La nostra è in questi anni diventata una comunità di anziani, assolutamente preziosi ma sui quali non è possibile costruire un futuro. Questa situazione va ormai avanti da oltre trent’anni, (Iorio c’era già da allora) e a nessuno è venuto in mente che senza i molisani, il Molise non esiste, la qual cosa, banalmente vera, da sempre a conoscenza di tutti, non ha mai destato l’interesse della nostra classe dirigente più impegnata a far quadrare i conti privati che quelli pubblici. Basterebbe procedere a una seria inchiesta conoscitiva per certificare che non esistono misure regionali intese a combattere il fenomeno del declino demografico, a partire dalla scuola e a tutti quei servizi che renderebbero la natalità una gioia.Oltre al fatto che il territorio è poco antropizzato e orograficamente difficile, non vi sono asili nido, pubblici e nelle scuole dell’ infanzia non esiste il tempo pieno, ragione per cui secondo uno studio della SVIMEZ, il bimbo molisano frequenta un anno in meno di scuola ogni cinque rispetto al bambino del Nord. Tutto questo non favorisce la natalità e soprattutto la crescita culturale e sociale di noialtri. Nel Trentino Alto Adige il territorio per il 75% è montano, ancora più complicato da governare, eppure quella terra ha in proporzione il più alto numero di nascite di tutta la penisola, loro evidentemente si sono posti il problema noi no. Quando la riforma fascio-leghista sull’ autonomia verrà approvata non ci lamenteremo più della mancanza del “tempo pieno” ma della mancanza delle scuole. Un assaggio di nazional-regionalismo lo abbiamo avuto a dicembre del 2023 con l’approvazione delle linee d’indirizzo per il dimensionamento della rete scolastica 2024/27, operata dalla giunta regionale con la riduzione di otto istituzioni scolastiche su 82 correlate al numero delle iscrizioni. La delibera regolarmente impugnata al TAR Molise è stata parzialmente annullata a marzo del 2024, relativamente a uno degli istituti, per gli altri se ne parlerà a luglio. Quando avremo 20 piccole Italiette sarà anche più difficile avere ragione dai giudici amministrativi. Qui mancano i bambini, lì mancano i pazienti. Una regione con meno di 600mila abitanti non potrà mai assicurare i livelli minimi di assistenza, non perché i soldi sono insufficienti, ma perché mancano i pazienti. Sapete perché i servizi di trasporto sulla tratta Campobasso-Termoli sono stati sospesi? Perché i viaggiatori non usano il treno. Sapete quanto impiega il treno a percorrere gli 80 chilometri che separano Campobasso da Termoli? Lo stesso tempo che impiega il Frecciarossa da Milano a Firenze. Forse sarebbe il caso di investire nei trasporti, nella viabilità, realizzare ferrovie e strade moderne per uscire dall’isolamento economico, culturale e sociale in cui il Molise è sprofondato in questi anni.Un’altra prova generale di Autonomia differenziata ci è stata offerta con l’approvazione della legge di bilancio 2023. Il Ministro Giorgetti si è superato, veramente un vero creativo, un genio della finanza, pare che Tremonti alla lettura del testo Giorgettiano abbia esclamato: “mi sento inutile”. Il nostro genio ha inventato un metodo per non pagare i debiti. Il Parlamento ha approvato a larga maggioranza la Legge di Bilancio il 30/12/2023 che contiene questa genialata. Un parlamentare dell’opposizione con accento sudicio, pare abbia detto, ma non vi è prova nei verbali: “o sapeve fà pur’io”. Si tratta in realtà di una sorta di Concordato al contrario dove non è il debitore a fare richiesta di accesso a questo “beneficio” ma il creditore che offre allo Stato, nel termine perentorio di 60 giorni, una riduzione del credito, dall’80 al 40%, (una sorta di “oro alla Patria”) in mancanza della quale perde il diritto all’intero credito: questo sì, “pizzo di Stato”. La più coraggiosa sorella d’Italia, ancora una volta dimostra di essere forte con i deboli e pavida con i forti: evita di tassare le banche che incassano oltre 27 miliardi di utili nel 2023 e si accanisce contro chi fa fatica a tirare avanti. La delibera regionale che recepisce il metodo Giorgetti è stata sospesa dal TAR Molise e nel merito se ne discuterà il 10/04/2024. Televisioni di tutto il mondo occidentale hanno chiesto di riprendere l’evento, saranno presenti i maggiori economisti del pianeta. Pare si stia preparando il Nobel per l’economia da assegnare finalmente a un italiano.
 
di Domenico D’Adamo (da lafonte.tv)

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