L’estate dei cammini d’Italia
Franceschini: “Nel prossimo atlante nuovi percorsi nelle regioni che mancano”
di Lucio Luca (da repubblica.it)
01 ottobre 2020
E’ stato un anno nero per il turismo. E non poteva essere diversamente. I numeri diffusi recentemente dall’Enit sono spietati: sei turisti stranieri in meno su dieci, una riduzione di qualcosa come 165 milioni di pernottamenti. Le stime parlano chiaro: le casse sono rimaste desolatamente vuote, la perdita per il settore ammonta a poco meno di 70 miliardi. Ma c’è un segmento che, malgrado tutto, ha retto. E anzi, ha registrato numeri record. Quello del turismo alternativo, la montagna, i cammini d’Italia, mai come quest’anno così affollati. Senza, per altro, problemi di assembramento, visto che all’aria aperta, negli spazi infiniti che solo il territorio italiano sa offrire, qualsiasi direttiva anti-Covid è stata sicuramente rispettata.
Il presidente dell’Enit Giorgio Palmucci è convinto che, seppur faticosamente, una via d’uscita dalla crisi c’è: “L’Italia resta ai primi posti per viaggiatori d’oltreoceano, quelli che spendono di più e tradizionalmente affollano il nostro Paese alla ricerca di arte e storia – spiega il presidente Giorgio Palmucci – Questo contributo, com’è ovvio, quest’anno è mancato. Ma in compenso si sono innescati fenomeni compensativi: gli italiani hanno riscoperto luoghi che, magari, avevano trascurato. Il turismo “lento”, sostenibile, quello dei piccoli borghi e dei cammini ha registrato pienoni impensabili fino a poco tempo fa. Da qui bisogna ripartire, in attesa che l’emergenza dia una tregua”.
L’Enit a luglio prevedeva che la montagna sarebbe stata la meno colpita dai trend negativi e avrebbe assorbito il 60% della domanda interna. Previsione azzeccata, visto che le prenotazioni da quelle parti sono state ampiamente soddisfacenti: “È vero, i flussi turistici si sono spostati verso località minori – spiega il ministro del Turismo Dario Franceschini – È una strada da percorrere con investimenti mirati. Penso a un grande piano nazionale di riqualificazione dei borghi, dei centri storici e di tutte le forme di turismo lento, come le ferrovie storiche, le piste ciclabili e i cammini. In questo quadro rientra anche la riqualificazione dello straordinario patrimonio di edilizia rurale, come i casali, che nel nostro Paese per tante ragioni sono stati abbandonati”.
Il ministero dei Beni culturali guidato da Franceschini ha censito recentemente 44 cammini storici in tutta Italia che sono diventati un prezioso atlante realizzato in collaborazione con la Fondazione Symbola e da Ifel. Repubblica ha deciso di presentarli tutti e di dedicare questo spazio proprio a una forma di turismo che sembra vivere una fase di rilancio: “Purtroppo nell’atlante mancano diversi percorsi e alcune regioni, specialmente nel Sud del Paese, non sono rappresentate. La guida, però, è in costante aggiornamento e io spero che nei prossimi mesi si possa davvero completare un lavoro di grande valore. Non voglio fare un appello a chi manca, affinché ci aiuti a pubblicare una seconda edizione ancora più ricca della prima. Ma certo, mi piacerebbe da parte di alcune regioni un maggiore coinvolgimento…”.
Il 2020, dunque, è stato proprio l’anno della riscoperta del turismo alternativo. E’ la base per ripartire? Ne è convinto anche uno che di turismo se ne intende, il direttore di Lonely Planet Italia Angelo Pittro: “Quello che è accaduto in pochi mesi è davvero incredibile – dice – A febbraio si ragionava ancora di over tourism, di città d’arte invase che pensavano al ticket d’ingresso e al numero chiuso, sei mesi dopo si è tornato a parlare di sostenibilità, natura, approccio a un turismo completamente diverso. Se vogliamo è una opportunità che non tornerà un’altra volta. Viaggiare slow, addirittura a piedi come avviene nei tanti cammini d’Italia, permette di andare a cercare gli altri e cementificare il senso di comunità. È il bisogno di un abbraccio – virtuale per il momento – che ci viene sollecitato anche dai nostri esperti di social media, quelli che raccolgono le richieste di migliaia e migliaia di viaggiatori, la nostra fonte privilegiata”.
“La crisi post Covid sarà l’occasione per affrontare il tema della sostenibilità e di un nuovo modo di proporre e vivere il turismo” riprende il presidente dell’Enit. Sostenibilità significa “turismo lento”, fuori dai circuiti tradizionali, riscoperta dei borghi, delle mete meno conosciute, dei cammini che attraversano da Nord a Sud l’intero Paese: “L’Italia è un viaggio da condividere e assaporare il più possibile e quindi lentamente – conclude Palmucci – Si può visitarla in qualsiasi modo: in auto, in moto, a piedi e in bicicletta soprattutto in un momento in cui acquista valore la dimensione dello spazio. È il momento dei cammini, della riscoperta di percorsi naturalistici che richiedono piccoli gruppi, delle città da vivere con tempi e modalità slow che consentono di assaporare con più intensità le esperienze a ritmi, appunto, sostenibili”.
di Lucio Luca (da repubblica.it)