• 07/03/2023

La cura per un mondo nuovo

L’esempio del Molise, la terra di passaggio segnata, da centinaia di milioni di anni, da ampie strade ricche di erbe divorate e poi calpestate da animali alla ricerca del cibo, in un secondo momento accompagnati dall’uomo

di Pasquale Di Lena (da La Fonte – Luglio 2023) 

3 Luglio 2023

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Sempre più noi umani siamo. come gli animali, merce che anima un mercato, ormai quasi totalmente globalizzato, nelle mani e nella mente di chi depreda e distrugge il pianeta e, con esso, le piccole e grandi risorse che esprimono e rappresentano la vita. Non solo la nostra e degli animali, che è davvero niente, 0,5%, di fronte al rimanente 99,5% della biomassa del pianeta che è rappresentato dal regno vegetale. 
Ed è questo rapporto, a detta degli studiosi, il solo motivo che rende ancora possi bile la vita sulla terra. Le piante stanno lì ferme a pensare e, con le loro radici ancorate alla terra o ai fondali marini, a vivere con la loro struttura modulare in cui ogni parte è importante ma nessuna indispensabile – accontentandosi – di quello che il suolo ha e, in più, dell’aria, del sole, dell’acqua, della stessa luna e delle stelle. 
La scelta degli animali di muoversi, camminare, non rimanere fermi, è da considerarsi un atto di presunzione pagato, ormai da oltre 500 milioni di anni, nel momento stesso in cui, con la scelta di uno stile di vita diverso, che li ha costretti ad andare alla ricerca del cibo, avvenne la differenziazione. 
Sto pensando al Molise, la terra di passaggio segnata, da centinaia di milioni di anni, da ampie strade ricche di erbe divorate e poi calpestate da animali alla ricerca del cibo, in un secondo momento accompagnati dall’uomo, che, così, diventa pastore per la stessa necessità dell’animale, la ricerca del cibo. Un andare e tornare (trac – tur) che sta a significare una strada ampia 111metri di larghezza, il tratturo, e, con esso, la pratica della transumanza. Milioni di anni interrotti di colpo con l’avvento dei “Piani verdi” alla fine degli anni ‟40, la scelta dell’agricoltura industrializzata e degli allevamenti sempre più intensivi, che, a mio parere, rappresentano il primo segnale di quel taglio netto della continuità del presente con il passato, che negli anni ‟70, con l’avvento del neoliberismo, diventa una regola generalizzata in ogni campo. Cancellare il passato, la storia, la cultura, le tradizioni e, così anche, i rapporti, gli affetti rende sempre più – in mancanza di legami – l’individuo un numero al servizio, oggi del mercato e domani dell’intelligenza artificiale. 
Tutto questo all’insegna del dio denaro, sempre più onnipresente e, come tale, onnipotente. Un dio che si avvale per le sue peggiori azioni delle banche e delle multinazionali (la finanza), che, non avendo il senso del limite e del finito, godono delle loro azioni contro il pianeta, realizzate con perforazioni; la riduzione del suolo, in particolare la sua fertilità fondamentale per la catena alimentare; la distruzione delle foreste, a partire dall’Amazzonia, il polmone del pianeta; l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, a partire dagli oceani; le disuguaglianze, con la forbice che si allarga sempre più, e, infine, la guerra (non solo quella in atto in Ucraina, ma le rimanenti 180 che affliggono il mondo), il più grande degli affari che spiega meglio di ogni altra cosa l’indole criminale del dio denaro. Il rischio è, dopo la perdita di continuità con il passato, di un oggi che non ha più la possibilità di aprirsi al domani. 
Oggi è vero più che mai – come scrive Marco Bersani nel suo ultimo libro La rivoluzione della cura – Uscire dal capitalismo per avere un futuro – che chi governa il tempo governa il mondo. Con un’ulteriore aggravante, grazie alla costruzione artificiale della trappola del debito pubblico, il capitalismo non governa solo il tempo presente delle persone ma ne predetermina il futuro”. E continua dicendo “Il conflitto intorno al tempo – e intorno al debito… – è di conseguenza dirimente. La costruzione di un’alternativa di società basata sulla cura necessita di un importante contri buto di idee, riflessioni e partecipazione ai processi decisionali collettivi da parte di ogni persona”. 
Un libro che vale la pena leggere per capire l’incuria di un sistema fanatico del consumismo e del denaro, ovvero la causa dei disastri che andiamo registrando ogni giorno e sempre più, e la necessità della cura che spetta ad ognuno di noi mettere in atto e, così, imporre a chi decidiamo di indicare come nostro rappresentante ai vari livelli di governo, il senso del luogo e del mondo che viviamo. 

di Pasquale Di Lena (da La Fonte – Luglio 2023)

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