Le geometrie dell’animo tra i tratturi abruzzesi
La transumanza, la voce delle greggi e delle mandrie in cammino
di Osvaldo Bevilaqua (da kronostories.it)
21 marzo 2024
Passo dopo passo, fiato a fiato, la “voce” delle greggi e delle mandrie in cammino.
La transumanza, dal verbo transumare ossia attraversare, transitare sul suolo, è una pratica antica che ha plasmato sia la cultura che i paesaggi, favorendo scambi valoriali, sociali e commerciali.
Potremmo definirla come il viaggio millenario dei pastori sugli antichi tratturi, i sentieri erbosi tracciati dal passaggio delle greggi che partendo dall’Appennino abruzzese si snodavano per centinaia di chilometri sulle direttrici principali per poi dividersi in innumerevoli diramazioni dove si trovavano i luoghi di sosta degli animali, fino a raggiungere il Tavoliere di Puglia.
“Settembre, andiamo. È tempo di migrare. Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare: scendono all’Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti.”
Gabriele D’Annunzio, una delle figure più significative della letteratura italiana, nativo di Pescara, ha consacrato la transumanza dei pastori d’Abruzzo con questi versi della poesia “I Pastori” che, con ogni parola, ci trasmettono l’intimità del rito, non solo la bellezza, la fatica e la passione, ma anche l’immagine del pastore che si preparava al lungo viaggio, lontano da casa e con grandi disagi.
In Abruzzo i principali tratturi sono tre: il Tratturo Magno L’Aquila – Foggia, il più lungo tra i tratturi italiani, un percorso di 244 chilometri, nasce proprio dalla Basilica di Santa Maria di Collemaggio dove, tradizionalmente, si raccoglievano i pastori per la partenza.
Attraversa alcuni de I Borghi più Belli d’Italia, Scanno, Navelli con l’omonima Piana famosa per la produzione dello zafferano, Pacentro e Penne. Sette comuni della provincia di Pescara, tra cui Corvara, Pietranico e Rosciano, e venti comuni della provincia di Chieti a partire dal suo capoluogo, Lanciano, Guardiagrele, presidio longobardo e sede di interessanti attività artigianali; Vasto con la sua meravigliosa Cattedrale e il Castello; San Salvo con il Monastero dell’XI sec.
Poi il Tratturo Celano – Foggia che attraversa Chieti e Vasto con la meravigliosa e romantica Costa dei Trabocchi e il Tratturo Centurelle – Montesecco, 155 chilometri, che varca Civitaretenga, piccolissima frazione di Navelli contrassegnata da simboli cristiani e giudaici, testimonianza di un antico ghetto ebraico, e termina in Molise passando da Bussi sul Tirino, Torre de’ Passeri e Manoppello con il suo famoso Santuario del Volto Santo che, da quattro secoli, è meta di pellegrinaggio da tutto il mondo, “luogo di conversioni, di riconciliazione con Dio e oasi di pace” (Giovanni Paolo II).
Il Volto Santo di Manoppello, come la Sacra Sindone, raffigurerebbe il volto di Cristo ed una caratteristica le accomuna: sono ritenute acheropìte, ossia immagini autentiche e di origine miracolosa di Gesù Cristo, ma anche della Madonna o di un Santo, “non fatte da mano umana”. Il velo mostra il volto di un uomo iconograficamente riconoscibile in Gesù ed è visibile ugualmente su entrambi i lati. Secondo le analisi eseguite ai raggi ultravioletti non è il risultato di un dipinto ed è perfettamente sovrapponibile alla Sacra Sindone custodita a Torino, testimonianza, ambedue, della passione di Cristo. Manoppello e il Santuario sono avvolti da un sentimento riflessivo e di profondo raccoglimento nonché da un patrimonio storico artistico inestimabile.
Sul versante adriatico, un territorio carico di suggestioni è la Costa dei Trabocchi (o trabucchi), complesse macchine da pesca costituite da una piattaforma in legno installata su pali a sbalzo sul mare, dotate di grandi reti a bilancia (trabocchetti per i pesci), che ricordano strutture già utilizzate dai Fenici. L’ottocentesco Trabocco Turchino colpì tanto D’Annunzio che lo definì “un ragno colossale”.
In questi scenari naturali unici dove anche gli elementi antropici sembrano appartenere alla natura stessa, gli ospiti possono scoprire un gioiello architettonico incantevole, l’Abbazia di San Giovanni in Venere che sprigiona tutta la sua bellezza, a Fossacesia, a due passi dal mare.
Tappe percorribili a piedi, a cavallo, in bicicletta partecipando a una narrazione, che parla di resilienza, riflessione e di tradizioni tramandate di generazione in generazione.
La Transumanza, è stata inserita dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità che, sulla base della richiesta transazionale di Italia, Grecia e Austria, è stata riconosciuta come una tradizione che ha modellato relazioni tra comunità, animali ed ecosistemi dando origine a feste, riti e pratiche sociali che si ripetono da secoli in tutte le parti del mondo. Tale riconoscimento ha permesso di iniziare a lavorare intorno ad importanti progetti capaci di mantenere e tramandare questa arte nobile ai più giovani. In questa direzione è molto apprezzabile il lavoro della Camera di Commercio Chieti-Pescara.
Come afferma il Presidente Gennaro Strever: “I nostri antichissimi tratturi spalancano agli occhi tutte le meraviglie d’Abruzzo il mare, la montagna, i filari delle vigne, le fronde verdi degli ulivi, le tracce dei pastori, le orme degli antichi. Luoghi che ci rimettono in contatto con la nostra natura più profonda. Ripristinare e valorizzare i tratturi utilizzati per secoli dai pastori, riconvertirli in chiave turistica contando anche sull’importante riconoscimento Unesco, rappresenta una grande occasione di promozione per il nostro territorio e di sviluppo per l’intero sistema produttivo regionale. Il nostro Ente sta investendo nella costruzione di queste destinazioni con l’obiettivo di intercettare le nuove tendenze. Piccole grandi mete, a misura d’uomo, in grado di offrire un’esperienza unica e inimitabile”.
Due i termini tipici della transumanza: “monticazione” con cui si indica l’atto del monticare, ossia quella fase di movimento che si attua nel periodo primaverile, quando il pastore trasferisce gli animali dalla pianura ai pascoli in alta quota; con “demonticazione”, si intende lo stesso percorso, compiuto in autunno, in senso opposto, sempre per assicurare agli animali foraggio fresco e temperature più confortevoli.
Lungo la rete tratturale, oltre alla componente naturale-paesaggistica ce ne è anche una “architettonica” e che oggi è parte di un importante patrimonio culturale materiale. Si dislocano infatti, lungo il percorso, diverse infrastrutture attrezzate: le “capanne”, abitazioni temporanee dei pastori, le chiese, luoghi sacri, i “Santuari”, poi i “cippi”, blocchi di pietra squadrata posizionati ai lati del percorso come indicatori di confine, le “croci stazionali” e le “edicole votive”, le “fontane”, le “masserie” e gli “stazzi”.
Valore ambientale e paesaggistico, ma anche di civiltà che si sono susseguite, incontrate, amalgamate. Una forma culturale, o estensione di essa, di popoli che con i loro passi e le loro usanze hanno tracciato le tappe dello scorrere del tempo. Percorrere un tratturo significa intraprendere un viaggio lungo una storia millenaria fatta da commercio, scambi e opportunità. Probabilmente anche da antichi amori.
È come aprire un baule contenente un tesoro inestimabile. Fatto di canti, musiche popolari e buon cibo, semplice e genuino. Oggi sono cammini ideali per rivivere la tradizione, un’occasione per scoprire i territori, i valori arcaici della cucina, mantenendo così il contatto con la natura e con i luoghi, in maniera lenta e riflessiva, apprezzandone i profumi e gli scenari senza dimenticare il sacrificio di quei passi che raccontano storie.
(Foto: Mirabilia Network)
di Osvaldo Bevilaqua (da kronostories.it)