Ma a che serve?
“Consiglio dei molisani nel mondo”: la tendenza, tutta italiana, a creare burocrazia non risparmia il Molise
di Ass. Forche Caudine
17 febbraio 2020
La tendenza, tutta italiana, a creare comitati, consigli e organismi vari, che concorrono decisamente al peso della burocrazia, alla sottrazione di tempo e alle spese, non risparmia il Molise. Sono ormai quasi quattordici anni che, con la legge regionale 2 ottobre 2006, numero 31, la Regione Molise ha istituito il Consiglio dei molisani nel mondo. Una gran quantità di persone, più o meno quante ne contiene una grande camerata militare, riunite in assise con trasferte non proprio secondarie vista la prevalenza di molisani residenti all’estero, ha compiti principalmente di elaborare pareri su proposte di legge regionali in materia di emigrazione o di formulare proposte.
Tra l’altro, tanto per non lesinare nella produzione di parole, invia ogni anno alla Giunta regionale una documentata relazione sull’attività svolta: ci piacerebbe leggerle queste “voluminose” relazioni degli anni scorsi, cercate invano nel sito della Regione Molise, dove dell’attività di questo Consiglio c’è davvero poco.
Del resto, proprio un recente comunicato stampa della Regione Molise attesta che “la speciale consulta, disciplinata dalla legge regionale, da tempo non vedeva rinnovate le sue cariche”.
Ma chi ha l’onore di far parte di questa prestigiosa istituzione? Leggiamo dalla delibera originale, innanzitutto dodici rappresentanti delle federazioni. In realtà quelli designati sono di più: 6 dell’Argentina, 2 dal Venezuela, 1 dal Brasile, 4 dal Canada, 2 dagli Usa, 4 dall’Australia, 4 dall’Europa e 2 dall’Italia. Venticinque in tutto.
E non è finita. Poi un rappresentante di ciascuna delle province di Campobasso e di Isernia; un rappresentante delle Unioncamere; un rappresentante dell’Università del Molise; tre sindaci dei comuni della Regione, designati dal Consiglio regionale; un rappresentante indicato dalle strutture regionali delle organizzazioni sindacali dei lavoratori maggiormente rappresentative in campo nazionale; il direttore regionale dell’Agenzia “Molise lavoro”; il presidente del Consiglio dei “Giovani molisani nel mondo”. Il numero complessivo viaggia intorno alle trentacinque unità. Nemmeno i rappresentanti della Giunta regionale sono così tanti.
Accende qualche interrogativo anche il meccanismo di scelta (e non di elezioni) di alcuni componenti. Infatti, apportando variazioni rispetto al testo originario, è stata attribuita alla presidenza del Consiglio regionale la nomina dei rappresentanti delle associazioni di emigrati molisani in Italia. Molto discutibile, in tal senso, il fatto che le due associazioni scelte dal presidente – non sono stati resi noti i parametri della scelta – in realtà abbiano sede in Molise, estromettendo di fatto le numerose associazioni di “emigrati” molisani presenti in tutto lo Stivale, per quanto la maggior parte di esse riunisce abruzzesi (in netta maggioranza) e molisani. Ed è altrettanto vero che la maggior parte di queste associazioni ha rapporti privilegiati con l’Abruzzo rispetto al Molise, sia per logiche numeriche, ma anche perché – ascoltando alcuni presidenti – lavorare con l’Abruzzo è più produttivo e la Regione cugina ha più risorse.
Dal momento che le dichiarazioni di rito a margine delle nuove nomine parlano di “ridare impulso al Consiglio dei molisani nel mondo” (facendo quindi intendere che finora questo organo non ha prodotto molto) e che c’è la volontà “rinsaldare il legame con gli emigrati nel prossimo futuro”, non è chiaro come ciò possa avvenire inserendo rappresentanti residenti in Molise e non nelle altre regioni italiane.
Vince la solita logica di promuovere il Molise tra i molisani che vivono in regione? Non è difficile intuire i reali motivi.
di Ass. Forche Caudine