Mio nonno mi raccontava…
Argentina: quando un emigrante scompare, si rammenta il rapporto con il luogo di origine. Una riflessione dell’attore e regista teatrale Ulderico Pesce
di Ulderico Pesce – fb
8 Gennaio 2024
Sono a Rotondella (mt) per iniziare lo spettacolo su Elisa CLAPS ed ho appena saputo che in Argentina è morta mia zia Maria a 95 anni.
I miei nonni non ce la facevano a crescere 5 figli e allora, zia Maria, nel 1950, andò in Argentina dopo essersi sposata per procura. L’anno dopo la seguì anche mio zio Biagio. Mio nonno mi raccontava che nel porto di Napoli guardava la nave che portava via la figlia fino a che il mare la inghiottì. Gli tremava la voce quando raccontava questa storia. Immagino quell’attimo in cui la nave scompare con la figlia dentro che rimane nella vita di mio nonno per sempre.
Un’immagine incancellabile che mio nonno ha saputo dare a tutti noi nipoti. Io vedo una cosa in più rispetto a mio nonno che mi dà ancora più dolore, vedo quella nave con mia zia dentro e mio nonno che la guarda fino a perderla. E il viso immobile di mio nonno che ha perso quella nave e che la cerca ancora. In questa immagine vedo tutte le ingiustizie del mondo. Erano sarti i miei zii. Sulla nave cucirono qualche vestito con stoffe riciclate sulla nave e riuscirono ad arrivare a Buenos Aires con un po’ di soldi. Zia Maria è stata brava. Ha lavorato con serietà ed ha cresciuto una bella famiglia. Circondata da figli, nipoti e pronipoti stupendi. Tre volte sono andato da loro, portando mia madre, la sorella. Piu’ volte, sia lei che zio Biagio, sono tornati in Italia a trovarci. Mia zia era molto onesta. Onesta come mio nonno. Correttissima sempre. Mi mancherà molto zia Maria e continuerà a vivere dentro di me. La sua povertà di partenza è stata la sua più grande ricchezza. Quando muore un emigrante muore il mondo. Con fatica si riprende il mondo, ma muore il mondo per qualche minuto. Una persona che lascia il suo paese le sue radici i fratelli le sorelle tutto, per andare in un luogo che non immagina neppure.
Ciao zia Maria. Ti voglio tanto bene.
Con la morte nel cuore e pensandoti vado a recitare la storia di Elisa. Chissà se vi ritroverete nell’altro mondo. Quello giusto. È bello pensare che vi incontrerete. È bello pensare che ci ritroveremo con te, con il nonno, la nonna, mio padre, i nostri amici e i nostri compaesani, tutti emigranti in un mondo che immagino più bello. Vienimi in sogno presto e raccontami come hai ritrovato tuo padre, tua madre, raccontami il tuo viaggio, zia Maria bella.
di Ulderico Pesce – fb