Molise, quale prospettiva?
Nel corso della trasmissione “PRESA DIRETTA” che andrà in onda il 24 settembre sulla terza rete RAI nazionale, si parlerà anche del Molise
di Anna Spina
24 settembre 2018
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Nel corso della trasmissione “PRESA DIRETTA” che andrà in onda il 24 settembre sulla terza rete RAI nazionale, ci sarà spazio anche per il Molise, la Regione che non esiste e che nel volgere rapido di un arco temporale di medio termine rischia di sparire a causa delle desertificazione sociale che avanza con un procedere ineluttabile senza incrociare alcuna resistenza attendibile.
L’appello al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, che oggi riceverà la cittadinanza onoraria nel suo comune di nascita a due passi dal Molise, è caduto nel vuoto in linea con la rassegnazione atavica ben suggellata da una serie di detti popolari che sostanzialmente ribadiscono che è tutto inutile e non vale la pena di far niente.
Nell’inchiesta condotta da Roberta Ferrari e altri inviati di “PRESA DIRETTA” si prova a leggere quali siano stati gli effetti di alcune scelte assunte a livello nazionale sullo smantellamento delle Province, sullo svuotamento dei Centri per l’Impiego e sulla mancanza di riferimenti amministrativi ed istituzionali strutturati capaci di garantire i livelli essenziali di diritti costituzionali ai cittadini delle aree interne e svantaggiate del Sud.
Tagliare i trasferimenti nazionali verso territori fragilissimi determina ulteriori povertà, cancella le scarse opportunità esistenti, lascia in uno stato di sostanziale inefficacia sia le amministrazioni provinciali che comunali o regionali, stante l’impossibilità di disporre di entrate proprie minime con le quali fronteggiare almeno in parte le emergenze locali.
Come si può affrontare la problematica della disoccupazione di decine di migliaia di persone se i Centri per l’Impiego sono rimasti impigliati nella riforma delle Province n.56 del febbraio 2014? Lo Stato asserisce che la funzione è delle Regioni, ma in assenza di una norma nazionale le Regioni non hanno potuto subentrare in quei compiti se non nel 2018 inoltrato e tra mille difficoltà.
E durante il periodo di un vuoto assurdo cos’è successo alle persone che avevano necessità di recarsi presso gli ex-Uffici del Lavoro? La verità è che tutto ciò che è piccolo non interessa nessuno, tutto ciò che è marginale è considerata una variabile da accettare per salvare i più dinamici, tutto ciò che tocca territori incapaci di difendersi è un non problema per un sistema che non tollera Periferie ed ignora i diritti di aree che hanno il solo torto di morire troppo lentamente e che non riescono ad avere più nemmeno la forza di chiedere aiuto.
di Anna Spina (Vice Presidente Auser “Padre Giuseppe Tedeschi”)