• 04/02/2021

“Officine Giovani”

Il progetto Officine Giovani Aree Interne ha l’ambizione di proporre al Governo tre priorità e cinque interventi elaborati a partire dall’esperienza diretta sui territori della generazione under 40 

di Maria Fioretti

2 aprile 2021

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Due mesi fa annunciavamo – proprio QUI, su queste pagine digitali – la nascita della Rete dei Giovani delle Aree Interne. Si aprivano le candidature e si dava voce a questi abitanti capaci di futuro, ai loro bisogni e ai loro desideri.
Perché? La risposta risulta piuttosto semplice: ora che la SNAI è diventata una politica strutturale – nonostante un cambiamento sostanziale al Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale, oggi guidato da Mara Carfagna – è necessario tornare a quella concertazione immaginata e fortemente voluta dall’allora Ministro Giuseppe Provenzano, evitando così un centralismo che non funziona, a meno che non si trovi un’Amministrazione Pubblica adatta a programmare gli interventi sui territori. Esempio reale di questa forma di coordinamento sui territori è certamente la telemedicina in Alta Irpinia, un servizio attivato proprio in virtù di un’intesa sui territori, rivelatosi particolarmente utile in tempo di pandemia.
Ebbene il progetto delle Officine Giovani Aree Interne – commissionato dal Comitato Tecnico Aree Interne e dal Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale proprio per favorire il radicamento sociale della Strategia Nazionale Aree Interne – entra nella sua fase operativa con l’obiettivo di garantire agli under 40 la possibilità di lavorare sia sullo sviluppo umano che su quello economico dei luoghi interni. Dopotutto è la co-progettazione quello che resterà davvero in eredità ai a queste aree, che possono realizzare una visione condivisa.
La campagna di adesione ha coinvolto quasi 400 soggetti singoli e collettivi, associazioni, amministratori, ricercatori, studenti provenienti da tutto il Paese, chiamati alla costruzione della proposta. È stato loro somministrato un questionario che ha restituito un profilo e una lista di priorità, sentite come più urgenti. I tre tavoli che serviranno ad affinare la proposta saranno partecipazione – quindi anche spazi di collettività, rigenerazione – ambiente ed agricoltura, ma anche lavoro, formazione e nuova occupazione. Il tema trasversale che unisce la generazione coinvolta è quello della cultura: cultura del territorio, cultura del lavoro, cultura dell’ambiente. È per questo che l’Officina Giovani si arricchisce anche di Officina Partecipazione e Officina Ambiente.
«La SNAI deve avere un suo radicamento politico, non può ridursi ad essere un atto amministrativo». A raccontarci i passi in avanti di queste attività è Filippo Tantillo, responsabile delle Officine Aree Interne: «Sentiamo come fondamentale l’opportunità di restituire ai cittadini il senso della loro partecipazione, così abbiamo immaginato di favorire il radicamento attraverso un coinvolgimento più forte, che poi è quello che ha consentito individuare una serie di progetti capaci di corrispondere alle esigenze dei territori. Questa partecipazione doveva fare un salto di qualità, passando da una generica condivisione, ad un coinvolgimento strategico. Le tre Officine dunque lavoreranno per mettere in campo – concretamente – delle proposte di policy. Si parte dunque dall’esperienza dei giovani sui territori, dalle difficoltà che incontrano e dal modo in cui possono essere risolte».
Intanto un gruppo di giovani organizzato dal Comitato Tecnico Aree Interne si è riunito in una rete che si chiama Rifai – Rete Italiana Giovani Facilitatori delle Aree Interne – e ha abbozzato un documento driver della proposta, redatto con il contributo di giovani provenienti dalle aree interne del Piemonte, del Friuli, delle Marche, della Sardegna e della Sicilia, affiancati dal team di supporto di Officine Giovani Aree Interne. È stato lanciato alla consultazione pubblica e verrà sottoposto ad integrazioni, emendamenti, approfondimenti da tutti i 400 soggetti nei tre tavoli tematici che si terranno online. Il documento finale di proposta sarà poi presentato al Forum Nazionale per le aree Interne previsto per maggio 2021. E c’è l’impegno anche su una presentazione pubblica degli esiti della prima fase di lavoro cominciati il 21 dicembre 2020 – alla Ministra della Coesione e del Mezzogiorno e all’Agenzia Nazionale Giovani. 

I NUMERI E I LUOGHI DELL’OFFICINA GIOVANI AREE INTERNE

Ci sono state 391 adesioni.

Il 99,7% è interessato a far parte della Rete, mentre 98,5% è interessato a partecipare ai tavoli di lavoro sui temi delle politiche giovanili per le Aree Interne. L’età media è di 31 anni. Il 10% dei partecipanti è costituito da giovani amministratori, segnale concreto di un cambio di passo nell’amministrazione dei territori.

Composizione Rete Giovani per tipologia:
52% Persona singola
15% Associazione riconosciuta
3,7% Cooperativa
11% Associazione non riconosciuta
5% Altro
9% Amministrazione pubblica e consulte giovanili
4% Università e Ricerca
I temi prioritari da affrontare e approfondire durante i tavoli di confronto ai fini di elaborare un documento di proposte di policy per i giovani delle aree interne:
42% Agricoltura
34% Imprenditorialità e startup
28% Arte e cultura
35% Turismo
37% Partecipazione civica
30% istruzione e formazione
37% Occupazione e qualità del lavoro
4% Altro
La distribuzione geografica indica che 377 soggetti su 391 operano in una delle regioni italiane (14 soggetti operano in tutto il Paese).
Di questi 377:
Nord Ovest 8,22%
Nord Est 16%
Centro 11,41%
Sud 57,03%
Isole 16,18%
La ripartizione per regioni invece indica:
Abruzzo 10,08%
Basilicata 4,51%
Calabria 5,57%
Campania 28,38%
Emilia Romagna 2,65%
Friuli-Venezia Giulia 0,53%
Lazio 3,98%
Liguria 1,33%
Lombardia 3,71%
Marche 5,57%
Molise 2,92%
Piemonte 3,18%
Puglia 5,57%
Sardegna 5,84%
Sicilia 10,34%
Toscana 1,06%
Trentino Alto Adige 1,06%
Umbria 0,80%
Veneto 2,92% 

«Prima che partisse la sperimentazione della Strategia Nazionale Aree Interne, si ponevano due problemi sostanziali – continua Filippo Tantillo – il primo si riferiva ad una programmazione lontana dai cittadini, che spendeva per cose che non sarebbero servite a nessuno, lasciando bisogni e e desideri delle comunità completamente inevasi. Un’altra delle criticità era appunto l’inefficienza, per questo sono stati attivati in maniera diretta i territori. In un ufficio di Roma o in un ufficio della Regione difficilmente si riesce a strutturare una risposta valida per le necessità di un tour operator irpino, ad esempio. Si è rivelata qui l’esigenza di aprire delle consultazioni, dei nodi da individuare e su cui intervenire. L’idea è continuare il processo partecipativo, evolvendolo».
Prenderanno parte alla definizione delle proposte anche una decina di fondazioni bancarie che in questi anni si sono impegnate a promuovere nuove opportunità di lavoro e di impresa nelle aree interne, che stanno lavorando per mettere a punto il loro contributo specifico, sempre con il supporto del team di Officine.

Passare dalla partecipazione ad un coinvolgimento strategico, significa muoversi su un percorso codificato, sempre accessibile, ma soprattutto che ha dei tempi certi: «La migliore partecipazione è quella che si esprime all’interno di un periodo definito. A maggio ci saranno le proposte, corredate da un’analisi che specifica quali sono i problemi e le opportunità dei giovani delle aree interne e quali sono le tre priorità definite e quali sono i cinque interventi da effettuare subito. Quello che emerge – mentre si sta elaborando il documento – è un forte senso di emarginazione vissuto da questi giovani, la cui voce non è considerata e i cui desideri vengono sempre dopo i bisogni. Così si oscura ogni idea di futuro nelle aree interne, c’è voglia farsi sentire e di essere ascoltati. I giovani delle Officine vogliono fare politica, vogliono una formazione e l’opportunità di immaginare un lavoro che non sia per forza legato all’agricoltura o all’artigianato, vogliono un sostegno all’avvio di impresa. E le Officine Giovani sono lo strumento per abbattere i limiti e far avverare i sogni».

di Maria Fioretti (da orticalab.it) 

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