Omologazione e cancellazione
Oggi assistiamo alla strategia della cancellazione dell’identità e della sua memoria storica mascherata da un demagogico orgoglio molisano
di Framco Valente – fb
11 dicembre 2020
Autonomia del Molise: da centro a periferia.
L’omologazione è un processo culturale per il quale una cosa o una persona va perdendo le proprie caratteristiche e i comportamenti peculiari, uniformandosi alle tendenze dominanti.
Il Molise è stato importante quando il suo territorio è stato omologato al potere dominante.
I periodi di decadenza, invece, coincidono con i momenti di autonomia.
Ogni volta che il Molise ha perso il passo con la politica nazionale o internazionale ha perso le sue peculiarità culturali universali.
Nel suo territorio sopravvivono i segni della sua omologazione che rinviano a momenti in cui la cultura si esprime in sede locale con espressioni universali.
Pietrabbondante è il primo straordinario esempio di negazione dell’autonomia localistica perché è la testimonianza più significativa della omologazione culturale romana che, a sua volta, si avviava a subire la colonizzazione culturale ellenistica.
Il grande complesso viene realizzato quando il Sannio ormai era stato interamente conquistato dai Romani ed era stato omologato alla politica romana. Anzi, proprio i caratteri ellenistici della sua architettura sono la traduzione architettonica di quel concetto di contaminazione culturale riassunto nella celebe locuzione di Orazio: Graecia capta ferum victorem cepit. (la Grecia, conquistata [dai Romani], conquistò il selvaggio vincitore) (Orazio, Epistole, Il, 1, 156).
Non è vero che i Monumenti del Sannio sono l’espressione dell’orgoglio sannita. La loro grandiosità è l’espressione più vistosa del cambiamento culturale che stava avvenendo a Roma.
Roma a Pietrabbondante consentì (perché di concessione si trattò) di recuperare quella tradizione pitagorica che avrebbe caratterizzato la transizione da “selvaggi vincitori” a civilizzatori del mondo: “Roma Caput mundi” (Marco Anneo Lucano, 61 dopo Cristo, Pharsalia).
I suoi restauri sono il segno dell’autonomia culturale del Molise.
di Framco Valente – fb