“Opportunità per la montagna”
Recovery plan, il 17 novembre convegno Urbanpromo. Evento Inu-Urbit con Uncem per la valorizzazione della diversità delle aree montane
di Enrico Bronzo (da ilsole24ore.com)
11 novembre 2020
La montagna (che rappresenta il 54% del territorio nazionale) potrebbe vivere una nuova stagione di sviluppo in coerenza con gli obiettivi e i criteri che l’Unione europea ha stabilito nell’ambito del Recovery plan. I temi saranno al centro di un incontro che si svolgerà il 17 novembre 2020 nell’ambito di “Urbanpromo progetti per il Paese”, la manifestazione organizzata dall’ Istituto nazionale di urbanistica e da Urbit, che quest’anno si tiene online.
Il convegno vede il contributo di Uncem. Il presidente nazionale Marco Bussone e il presidente Uncem Lombardia Tiziano Maffezzini (che interverrà anche in qualità di sindaco di Chiuro e presidente della Comunità Montana Valtellina di Sondrio) spiegano: «Il tema delle scelte legate allo sviluppo dei territori, come il Recovery plan venga concretamente utilizzato per determinare scelte sostenibili, chi andrà a gestire le risorse, a chi sarà dato il compito di costruire progetti in tempi rapidi?»
A queste domande Uncem crede che il sistema degli enti locali sovracomunali, in particolare le Comunità montane e le Unioni di Comuni, debba avere un ruolo di primo piano per i progetti di rivitalizzazione dei borghi alpini che tengano assieme sostenibilità ambientale e sostegno al tessuto sociale, per capire come stanno assieme capitale umano e naturale e coesione sociale. «Quando la presidente della Commissione europea lancia la suggestione di un nuovo Bauhaus per l’Europa, non parla forse di azioni come l’utilizzo del legno per le costruzioni, la riqualificazione degli spazi e dei quartieri?” affermano da Uncem che sottolinea anche l’importanza di una riforma del sistema sanitario che lo renda maggiormente legato al territorio, rafforzando elementi come la medicina di base, i pronto soccorso, la telemedicina e la teleassistenza.
Per l’architetto Elio Morino (Inu/Urbit), curatore dell’incontro del 17 novembre, «la diversità delle nostre aree montane va valorizzata, pensando a nuovi modelli di abitare, a una residenzialità, anche temporanea, non esclusivamente legata al turismo. Va gestita la stagionalità, in montagna particolarmente accentuata, superando modelli di consumo ormai datati».
Giampiero Lupatelli, economista territoriale del Consorzio Caire, individua un possibile modello nel caso piemontese, dove una quota del canone del servizio idrico integrato viene girato ai Comuni montani affinché possano sostenere le spese di manutenzione del territorio. Il convegno del 17 novembre vedrà anche la presentazione di buone pratiche. Tra queste il programma “AttivAree” di Fondazione Cariplo, in fase di conclusione.
In aree localizzate nell’Oltrepo pavese e nelle Prealpi bresciane, attraverso la sinergia con due gruppi di partenariato, sono state cofinanziate azioni che si sono sviluppate in un arco temporale di quattro anni, accomunate, spiega Elena Jachia, direttore dell’area Ambiente di Fondazione Cariplo, dall’obiettivo di «riportare la voglia di vivere questi territori, ritrovare la vitalità attraverso idee e progetti che valorizzino quello che esiste, che è tantissimo: aspetti naturali, ricchezze culturali che rischiano di perdersi. Si tratta di invertire la rotta, aumentando l’attrattività».
A Golferenzo (Pavia) un palazzo diroccato è diventato vetrina per la promozione di prodotti locali e centro di aggregazione e ristoro, mentre a Rebecco (Brescia) un piccolo borgo rurale disabitato è diventato polo per la valorizzazione agricola dove si fa formazione anche sulle produzioni locali con possibilità di ospitalità agrituristica, e a Barghe (Brescia) una centrale idroelettrica è divenuta hub di formazione e inclusione sociale, utilizzato da aziende e associazioni, dove queste ultime si dedicano ai ragazzi autistici.
di Enrico Bronzo (da ilsole24ore.com)