Quale futuro per il Molise?
I giovani in attesa di risposte concrete dal Sindacato
da moliseweb.it
6 ottobre 2017
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Dalla crisi ad una nuova qualità dello sviluppo. La Cgil Molise ha fornito con la presentazione del documento, sintesi iniziata a maggio del 2015, il proprio contributo alla discussione sulla programmazione delle politiche regionali. Il lavoro contiene, inoltre, schede di approfondimento riferite ai fondi 2014/2020 e analisi provenienti da soggetti esterni al sindacato. Sono sei le macro aree individuate dal Sindacato per provare a lanciare un circolo progettuale virtuoso: istruzione, formazione, ricerca, innovazione; Agricoltura; Tutela e valorizzazione del territorio; Cultura, ambiente, turismo; Reti e infrastrutture; Welfare e servizi alle persone.
E’ stato questo il fulcro della discussione dell’evento di ieri, 5 ottobre, all’Hotel Campitelli di Larino alla presenza di Franco Martini, della segreteria nazionale della Cgil. Una partecipazione che ha evidenziato un dato non trascurabile: grande presenza della categoria pensionati. Tutte le buone intenzioni discusse non possono sostituire il grande male che affligge non solo la Cgil, ma il sindacato in generale: lo strapotere dei pensionati. Nel complicatissimo gioco di equilibri il rischio, seppur l’intento è proiettarsi verso il futuro e le nuove dinamiche sociali, è quello di finire ancorati al passato. E’ solo un problema apparentemente anagrafico che non ha nulla a che vedere con la realtà?
Eppure sempre più spesso la frase “I sindacati hanno rovinato l’Italia” riecheggia tra i giovani. Una maggioranza, un tempo, silenziosa che ha smesso di tacere. Il disfacimento prodotto ha creato e continua a generare situazioni di ribellione e avversione verso organizzazioni che non se ne possono più lavare le mani proponendo un elaborato che non vedrà mai, forse, nulla di concreto. La crisi dell’istituzione sindacale non nasce oggi.
Già nel 2008 -un riferimento temporale clemente, ndr- Stefano Livadiotti nel libro L’altra casta documentava “privilegi, carriere, misfatti e fatturati da multinazionale” di Cgil, Cisl e Uil. E lo stesso potrebbe essere scritto sul Molise dove gli ultimi dieci anni sono stati contraddistinti da incertezza e compromessi ai danni dei lavoratori, dei giovani.
Nessuno discute il contributo decisivo del sindacato al consolidamento della democrazia. Proprio per questo colpisce il declino di un’organizzazione che da troppo tempo non è più capace di farsi carico degli interessi generali del Paese, del Molise. Concentrata, forse, più sulla difesa dei propri iscritti: pochi lavoratori produttivi e soprattutto pensionati e pubblico impiego, ma che mantengono attive le casse con i tesseramenti. I giovani in tutto questo dove sono? Bisogna uscire dalle proprie questioni economiche e capire il dramma che circonda migliaia di persone. Due parole: fate qualcosa.
da moliseweb.it