• 03/09/2018

Regionali: Frattura e Iorio verso il passo indietro

Centrodestra unito su Di Giacomo e dall’altra parte spunta Veneziale

di Alessandra Decini (da isnews.it)

09 marzo 2018

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Fermento interno ai partiti per contrastare l’avanzata del Movimento Cinque Stelle. Il governatore, in una nota, non esclude di farsi da parte per il bene della coalizione di centrosinistra, che potrebbe convergere sull’ex assessore, qualora si superi il nodo Fanelli, che impedisce la riconciliazione con l’Ulivo 2.0 di Ruta. Ma resta in piedi anche l’ipotesi di riunificazione sotto il segno di Di Pietro. Dall’altra parte stasera a Isernia l’investitura condivisa del presidente del tribunale pentro, che potrebbe ripensarci e svestire la toga.

Dopo lo tsunami a Cinque Stelle, i principali e ‘storici’ partiti, travolti dall’ondata di cambiamento, si riorganizzano in vista delle Regionali del 22 aprile. Il tempo stringe e bisogna ricostruire una strategia per non essere spazzati via completamente dalla geografia politica, tanto locale quanto nazionale.

E le parti vanno verso l’individuazione del proprio candidato governatore.

QUI CENTROSINISTRA. Sulla scorta dell’esito delle urne, molti dei consiglieri uscenti starebbero valutando l’ipotesi di non ricandidatura. Quasi certa – riferiscono rumors interni al centrosinistra – la rinuncia di Filippo Monaco, Nico Ioffredi e, si vociferava, anche di Salvatore Ciocca, che però ha smentito e si è detto pronto a riproporsi nello stesso schieramento.

Ma, soprattutto, a meditare il passo indietro – a fasi alterne – è addirittura il presidente Paolo di Laura Frattura, fino ad oggi convinto di voler bissare il mandato, eppure realista dinanzi al messaggio lanciato dall’elettorato. Molti dei fedelissimi gli avrebbero sconsigliato la riproposizione, perché ancora troppo forte l’eco della ‘reazione di pancia’ dei cittadini. E lui starebbe valutando il da farsi.

FRATTURA VERSO LA RINUNCIA. Di qui una dichiarazione scarna, ma eloquente: “La mia priorità – così Frattura in una nota ufficiale – come già cinque anni fa, è dare al centrosinistra la possibilità di ottenere, ancora una volta, la fiducia dei cittadini molisani. Il mio impegno è finalizzato a favorire l’unità della coalizione con un Pd forte e determinato che possa essere protagonista, andando anche oltre la mia candidatura. Auspico che tutto il centrosinistra si adoperi in tal senso”.

Due le opzioni: tentare di ricompattare ciò che resta dei ranghi e scendere comunque in campo al grido ‘o la va o la spacca’, con tutte le difficoltà del caso anche solo per comporre le liste; oppure rivendicare quanto fatto negli ultimi cinque anni per rimettere a posto i conti della regione e congedarsi nel nome del ‘volere dei cittadini’. Ad avvalorare questa ipotesi anche il malcontento interno al Partito Democratico, che ha spinto addirittura la federazione bassomolisana ad invocare la rinuncia alla corsa per quanti sono stati bocciati dalle urne. In questo modo Frattura, nell’eventuale organizzazione della squadra secondo tali dettami, perderebbe pezzi da novanta come Vittorino Facciolla, Laura Venittelli, Micaela Fanelli e pure Maria Teresa D’Achille. Tradotto liberamente, si salvi chi può.

 Si aprirebbe così uno squarcio interessante sul prossimo futuro del centrosinistra, che potrebbe addirittura riprendere un percorso condiviso. Ma, per aprire le porte all’Ulivo 2.0 di Ruta e Leva, la solo rinuncia di Frattura non basterebbe. Per ovvie ragioni di ‘incompatibilità ambientale’, sarebbe necessaria un’analoga scelta anche da parte di Micaela Fanelli. In tal caso, lo scenario possibile vedrebbe Frattura e Ruta più o meno pronti al passo indietro per dare spazio a una terza figura, ancora da individuare, in grado di riunire il centrosinistra. Una figura da riconoscere magari nell’ex pm Antonio Di Pietro, più volte propostosi per guidare la coalizione, ma anche nell’outsider Carlo Veneziale. L’assessore uscente, formatosi nel centrosinistra forgiato proprio dal duo Ruta e Leva per poi trovare alloggio nel Pd del trittico Frattura–Fanelli –Facciolla, potrebbe essere il giusto anello di congiunzione tra le parti e guidare l’esperienza di queste imminenti Regionali, che resta comunque in salita.

Meno accreditata seppure avanzata è, invece, l’opzione di una grande coalizione trasversale, magari senza la presentazione di simboli di partito. Tuttavia, l’assenza dei simboli non cancella i volti e riproporsi all’elettorato con un ‘Nazareno bis’ in salsa molisana, bocciato dagli elettori, potrebbe essere ‘la cronaca di un suicidio politico annunciato’.

QUI CENTRODESTRA. In casa centrodestra va meglio, ma non va benissimo. Nonostante un risultato elettorale in grado di contenere l’avanzata del Movimento Cinque Stelle, la coalizione non è riuscita a vincere. L’unità sembra essere diventata, dunque, un obiettivo da raggiungere in tutti modi, anche facendo ingoiare qualche boccone amaro a chi, in questi mesi, non ha voluto scendere a patti, sostenendo per sé il diritto alla candidatura.

 IORIO CI RIPENSA. Ed ecco che proprio Michele Iorio, reduce dall’esperienza delle politiche, è il primo a cambiar rotta, dichiarandosi pronto a convergere sul giudice Enzo Di Giacomo. “Riteniamo che il centrodestra abbia ora una doppia responsabilità, come argine a un governo Cinque Stelle che vedo nebuloso – ha detto Iorio stamani in conferenza stampa – trovare l’unità in maniera completa e avere l’umiltà di comprendere che c’è bisogno di inserire elementi della società civile che diano un apporto importante al progetto della coalizione. Il candidato – ha aggiunto – può coincidere benissimo con il presidente del Tribunale di Isernia, che potrebbe essere oggi l’elemento per sconfiggere la deriva politica che si sta osservando in regione e nel Paese. Invito tutti – ancora Iorio – all’unità, rinunciando a qualsiasi posizione di vantaggio personale”.

Parole significative a cui, nei fatti, segue una riunione di coalizione, convocata dalla coordinatrice regionale di Forza Italia e neo deputata Annaelsa Tartaglione, prevista per questa sera alle 19 a Isernia, finalizzata appunto a ‘chiudere’ su Di Giacomo e avviare la campagna elettorale. Eccezion fatta per Michele Marone di Energie per l’Italia, che stamani da Termoli ha confermato di voler correre da solo. Ultimo scoglio sarebbe, a questo punto, convincere proprio il magistrato a tornare sui suoi passi, dopo il ritiro annunciato nelle scorse settimane. Ma oggi lo scenario è cambiato e le possibilità di riuscire nell’impresa sono alte. Per gli esiti del voto, invece, storia recentissima insegna che nulla più è scontato.

di Alessandra Decini (da isnews.it)

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