• 06/21/2016

Riflessioni sulle elezioni amministrative

Il PD ha i mesi contati. Il M5S prepara la scalata

di Redazione ilbenecomune.it

21 giugno 2016

Anche il giorno dei ballottaggi è arrivato. Dopo il primo turno avevamo scritto che la vera notizia era il tracollo del PD, preannunciando la vittoria dei cinquestelle a Roma e la probabile rimonta della Appendino a Torino, oltre al consolidamento della “rivoluzione che governa” a Napoli, con De Magistris che ha surclassato le superpotenze – PD, Forza Italia e M5S – riunendo attorno a sé una coalizione sociale reale in cui agiscono istanze sociali che altrove faticano a trovare rappresentanza politica.  

A maggior ragione oggi, possiamo confermare quell’analisi e aggiungere qualche altra considerazione, essendo il quadro generale ancora più chiaro.  

A cominciare da Torino, dove la sconfitta del PD è ancora più sanguinosa se pensiamo che in quella città il centrosinistra governava da vent’anni senza soluzione di continuità e che lo sconfitto Fassino non era certo il più impresentabile tra gli amministratori del PD e anzi era opinione diffusa che avesse amministrato tutto sommato benino. È stata decisiva, evidentemente, la crescente disillusione nei confronti di Renzi e del renzismo, nonché la voglia da parte dei torinesi di azzerare tutto e ricominciare daccapo. La crisi morde e il carattere poco ammiccante di Chiara Appendino verso le Fondazioni bancarie e l’Istituto San Paolo in particolare, non sarà passato inosservato mentre, d’altra parte, il PD è la forza, come dimostra Milano, che meglio li rappresenta.  

Di sicuro, se c’è una città dove è tutto da rifare questa è la Capitale. Virginia Raggi non è una di quelle figure tracotanti a cui siamo abituati, per la serie “ci penso io”, ma a giudicare dalle prime mosse, o meglio dalle intenzioni dichiarate, sperare in un segno di discontinuità è più che lecito. In questo senso, l’annunciato ingresso di Paolo Berdini – urbanista fuori dal coro che finora ha incensato e favorito il gruppo Caltagirone che a Roma ha fatto il bello e il cattivo tempo con la destra e la sinistra – nella Giunta che si sta formando rappresenta un segnale rivoluzionario in quanto l’intreccio tra pianificazione urbanistica, speculazione edilizia, organizzazione mafiosa e processi di gentrificazione è appunto il fulcro del problema. 

L’altra città de-renzizzata è Napoli. Qui, come dicevamo, il sindaco uscente Luigi De Magistris ha vinto con(tro) tutti, nel senso che è riuscito laddove la sinistra nichilista dello “zerovirgola” (vedi il risultato di Fassina al primo turno a Roma) ha fallito: nel dare rappresentanza ai bisogni concreti di chi finora è stato invisibile al potere. Un risultato tanto importante, quello di De Magistris, da passare sotto il silenzio assordante della stampa mainstream.  

L’unica metropoli dove il PD ha resistito è Milano. Nel capoluogo lombardo si bada al sodo e tra i due manager ha vinto quello la cui struttura partitica ha offerto maggiori garanzie alla media-alta borghesia affaristica.  

In conclusione, non sappiamo cosa sono i cinquestelle, ma perlomeno sappiamo ciò che non sono. Non saranno letteralmente una forza anti-sistema ma di sicuro potranno dare una spallata definitiva ad una classe politica irrecuperabilmente immersa negli affari sporchi. Il risultato di queste amministrative è per il PD il classico dito nella piaga. Da domani, con tutta probabilità, assisteremo ad un lento e implacabile logoramento del partito di Renzi fino al colpo di grazia di inizio ottobre, quando gli italiani saranno chiamati a difendere (con un NO) quello che rimane della nostra democrazia.

di Redazione ilbenecomune.it