San Martino in Pensilis, parla il Sindaco
Gli investimenti in corso, davvero cospicui, ai quali seguiranno altri, saranno rivolti al recupero del nostro patrimonio storico e architettonico
di Gianni Di Matteo, Sindaco di S. Martino n P. (da lafonte.tv)
16 Dicembre 2024
San Martino in Pensilis ospita da secoli, se non da oltre un millennio, una comunità con una lunga storia, con radici profonde e un forte radicamento nella cultura e nella tradizione dei padri. Nel tempo, questo ha costituito una forte spinta non solo all’essere ma a sentirsi comunità. Infatti, forte è stata ed è ancor oggi la spinta verso l’aggregazione e l’associazionismo, finalizzata ad attività sociali e culturali.
Da territorio a forte vocazione agricola, possiede l’estensione coltivabile più rilevante dell’intera regione con un microclima straordinario che consente risultati produttivi di grande qualità, ma a seguito delle profonde crisi degli anni ‘50 e ‘60 ha visto un riposizionamento degli occupati in settori altri da quello agricolo, dall’industria ai servizi.
Oggi la nostra comunità è interessata da fenomeni comuni alla stragrande maggioranza delle aree della nostra regione: denatalità, calo demografico (anche se non accentuato), processo di sostituzione della popolazione giovane (emigrazione) con altri e nuovi cittadini (immigrazione), arretratezza delle infrastrutture viarie di collegamento (le stesse di 70/80 anni fa), un sistema di servizi, dalla sanità alla pubblica amministrazione, con forti criticità che condizionano fortemente la qualità della vita dei cittadini.
La corretta analisi di questi fenomeni complessi e l’indagine sulle cause rappresenta un’attività propedeutica all’adozione di soluzioni efficaci. Cosa non affatto scontata. Infatti molto spesso si assiste a interventi che, seppur impegnando ingenti risorse rivolte a contesti con popolazioni ed estensioni geografiche ridotte, scaturiscono risultati che, se visti nel lungo periodo, non solo falliscono gli obiettivi preposti ma rappresentano un peggioramento della situazione di partenza determinando enormi sprechi di risorse e un ulteriore deterioramento della situazione economica e sociale di origine. Chiaro è che le cause sono da ricercare sia nella forte componente di discrezionalità alla base delle decisioni, ma, ancor più, nella qualità delle risorse umane del contesto, sia tecnico che politico, molto spesso più rivolte alla preservazione propria che allo sviluppo collettivo.
Gli strumenti che i comuni possono mettere in campo per mitigare questi processi, spesso lunghi e con cause esogene, al fine di determinare condizioni di sviluppo sociale ed economico sono ben pochi e richiedono una larga condivisione. Per quello che ci riguarda, la scelta compiuta dai cittadini che ha rinnovato da pochi mesi la fiducia alla nostra amministrazione, ci consente una continuità amministrativa che, dal 2019, si proietta verso il 2029; questo ci aiuta ad avere gli elementi di conoscenza utili per un’analisi puntuale di bisogni e prospettiva di sviluppo e di crescita.
Gli investimenti in corso, davvero cospicui, ai quali seguiranno altri, saranno rivolti al recupero del nostro patrimonio storico e architettonico, all’ammodernamento del sistema dei servizi per migliorare la qualità della vita dei cittadini e per rispondere a nuove esigenze legate alle mutate dinamiche demografiche e sociali, alle esigenze di mobilità, alla scuola, a nuovi stili di vita, a famiglie e anziani. La definizione del nuovo piano regolatore, che è stato un lavoro silenzioso e certosino, consentirà a tecnici, portatori di interessi e a tutta la comunità di partecipare all’iter definitivo e tracciare le linee di sviluppo urbanistico.
La difesa e la tutela del nostro territorio saranno finalizzate al sostegno per lo sviluppo di attività economiche che vadano dall’agricoltura di qualità alle attività connesse e non, che siano sostenibili e non invasive, senza cedere alle sirene della speculazione portatrici di devastazione di terra e paesaggio, acceleratrice di uno sciagurato processo di desertificazione.
Per quanto riguarda la cultura, intesa come attenzione alla scuola e all’educazione dei ragazzi, essa rappresenta un vero tesoro delle nostre comunità – cultura intesa come conoscenza e valorizzazione del patrimonio di storia e tradizione. Il rafforzamento delle radici nelle quali affonda la nostra comunità, non isolato o fine a se stesso, sarà proiettato verso un processo evolutivo e contemporaneo che ne rinsaldi i valori posti alla base e ne veicoli la straordinarietà.
Al di là degli indicatori classici, delle medie statistiche, siamo convinti che la qualità della vita di una comunità si misuri dalla capacità del sistema delle politiche sociali, ma, soprattutto, di ogni cittadino nell’aver cura e attenzione per gli “ultimi”, per coloro i quali vivono temporaneamente o cronicamente situazioni di disagio. In questa direzione andranno iniziative e investimenti che vedranno la loro realizzazione entro il 2026: nuovo asilo (0-3 anni), nuova mensa ed estensione al tempo pieno dalla primaria a tutta la secondaria di primo grado.
La nostra attività amministrativa non può prescindere da un continuo e costante coinvolgimento dei cittadini, attivando qualsiasi strumento possibile. Per troppo tempo abbiamo delegato: crediamo che solo dei cittadini attenti e consapevoli facciano dei buoni amministratori.
La nostra Regione vive una situazione non facile. Da un parte, una debolezza endemica, dettata da territorio e popolazione, quindi, il deficit infrastrutturale, causato dal ritardo di investimenti in reti essenziali per lo sviluppo sociale ed economico; dall’altra, quello di affrontare questioni complesse e connesse alle prime, legate alla qualità di servizi fondamentali, la sanità su tutte, e a un modello organizzativo della pubblica amministrazione e degli enti locali non più adeguato, né ai cambiamenti sociali e demografici, né alle sfide dei tempi.
Ebbene, la comprensione del contesto, di questo contesto, ci deve aiutare a decifrare la complessità del mondo che ci circonda e come sia importante, oggi più che mai, comprenderla e affrontarla. È già tardi! È chiaro come di fronte a cambiamenti epocali, guardare a campanilismi, concentrarci su personalismi è quanto di più sbagliato possiamo fare.
Nei prossimi anni dobbiamo pensare a modelli organizzativi sovracomunali più efficienti e strutturati, in grado di dare risposte efficaci ai nuovi bisogni e di comprendere e affrontare le sfide del cambiamento.
di Gianni Di Matteo, Sindaco di S. Martino n P. (da lafonte.tv)
16 Dicembre 2024