• 01/30/2018

Scompare il giovane Sindaco di Campochiaro

Un amministratore capace e determinato, un  ragazzo perbene e colmo di grazia

di A. C. La Terra

30 gennaio 2018

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I marciatori di “cammina, Molise!” ricordano bene Antonio per la bellissima e commovente accoglienza loro riservata dall’amministrazione comunale e dal gruppo folcloristico”I Matesini” nella edizione del 2011. Una bella testimonianza del senso di ospitalità e di fervore costruttivo in una comunità vivace e capace.

di A. C. La Terra

Un sindaco dagli occhi buoni.

Chi abbia incrociato il suo sguardo, anche solo per una volta, lo sa. Antonio Carlone non era ‘solo’ un amministratore capace e determinato. Non era ‘solo’ un sindaco stimato. Era, soprattutto, un ragazzo perbene e colmo di grazia, come è sempre più raro trovarne in una politica colonizzata da pezzenti, maneggioni boriosi e personaggi di quart’ordine. Un ragazzo che potevi guardare negli occhi, limpidi e liberi di sorridere, senza doverti chiedere cosa di diverso e oscuro stesse considerando o tramando: se penso a tutti i gaglioffi che gli sopravviveranno, nonostante l’immondo putridume in cui sguazzano da una vita, mi sale una rabbia senza pace…

“Ma perché chiedo silenzio

non crediate che io muoia”

di Eleonora Olimpia Paribelli – fb

Si può fare politica senza dover essere per forza dei traffichini. Si può fare il sindaco senza svendere il proprio territorio alle sirene dei soliti avventurieri. Si può lottare per l’interesse pubblico con più forza e determinazione di quanto si farebbe per il proprio. Si può soffrire, consapevoli di spegnersi lentamente, e andare avanti comunque, senza mai lamentarsi. Si può. Ce l’ha dimostrato Antonio, il Sindaco con il volto più umano, il sorriso più sincero e la forza più grande del mondo. 

Non eravamo amici da una vita. Ci siamo conosciuti solo pochi anni fa. Lui non mi ha mai votato e io ho potuto votare per lui solo una volta, alle scorse provinciali. Ma quando ci siamo incontrati sotto il cielo di un interesse più grande di noi, ci siamo trovati all’istante: una telefonata, nell’ottobre di quattro anni fa, alle cinque del mattino, per avvisarmi che le ruspe erano entrate nel cantiere delle biomasse, scortate da cinque diverse forze dell’ordine, compresa la Polizia in assetto antisommossa arrivata per l’occasione da Napoli. Era il carisma dell’uomo mite che riesce a trasformarsi in determinazione intransigente, senza cedere di un millimetro quando c’è in gioco la difesa del suo comune e dei suoi cittadini. 

Pochi giorni fa gli ho detto di tornare presto in forma perché il Molise aveva bisogno di lui. E, anche se non gliel’ho detto, anche io ne avevo. E mai come stasera, entrando in municipio a Campochiaro e vedendo la sua scrivania vuota, ho avuto nitida la percezione plastica di cosa abbiamo perso e del senso di vuoto che la sua assenza scava dentro chiunque abbia avuto il privilegio di conoscerlo. A lui la mia gratitudine più profonda. Per sempre.

di Massimo Romano – fb

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