Se non Termoli, chi?
Una vera e propria sfida per Termoli, e per il Molise, che potranno essere protagonisti di una nuova riconversione organizzativa di business model e sociale
di Patrizia Manzo (da lafonte.tv)
10 Gennaio 2024
Termoli si appresta ad affrontare una grande innovazione tecnologica che avrà, o potrebbe avere, ricadute trasversali su diversi settori coinvolgendo i rispettivi stakeholders. Un importante traino per l’economia regionale, e non solo, con al centro la transizione ecologica.
Una vera e propria sfida per Termoli, e per il Molise, che potranno essere protagonisti di una nuova riconversione organizzativa di business model e sociale. Dunque, un importante ritorno agli investimenti per rafforzare i servizi, le loro dotazioni infrastrutturali, la capacità di gestione, la qualità del capitale umano ma, soprattutto, l’intangibile, ovvero: la capacità di rispondere alle nuove sfide sociali e ambientali. La vera innovazione della società, quindi, la vera sfida di emendare il Molise, sarà tale se e solo se le infrastrutture e i saperi saranno in grado di interloquire in un campo vasto popolato da attori diversi, dal mondo produttivo alla ricerca, alla società civile e alla politica.
Il benessere sociale e la società civile andrebbero ridisegnati in una nuova dimensione di spazio dove le reti si sviluppano in termini di capacità di costruire legami tra strati più ampi della società e della comunità locale. Non solo sviluppo economico, quindi, ma soprattutto sociale. Un processo dove la futura amministrazione può rivestire un ruolo da protagonista promuovendo, con l’apporto delle associazioni e delle altre forme di aggregazione civica presenti sul territorio, la partecipazione attiva dei cittadini, partendo dalle periferie quali “luoghi di opportunità” e dando impulso a nuove forme di democrazia urbana e collaborativa.
Affinché ciò sia realizzabile, Termoli si dovrebbe dotare di nuovi e ulteriori strumenti di partecipazione, volti alla valorizzazione dell’intervento della cittadinanza attiva nella cura dei beni comuni, che prevedano l’attivazione della collaborazione sia da parte del Comune sia da parte dei cittadini.
I concetti, più volte affrontati, della co-programmazione e co-progettazione, grazie alla normativa vigente e grazie all’ approvazione della nuova legge regionale di cui sono stata prima firmataria, necessitano di un vero e proprio percorso da intraprendere al fine di coinvolgere la comunità e le diverse energie civiche nei percorsi di collaborazione e di integrazione tra i bisogni e le risposte degli stessi.
Concetti che necessitano di veri e propri Patti di comunità, al fine di stabilire le regole di condivisione e avere una maggiore trasparenza e stabilità amministrativa per le diverse modalità di co-progettazione attivabili con le energie civiche della nostra città. Un percorso che necessita del coinvolgimento dei quartieri, dell’associazionismo, degli enti del Terzo Settore e di tutti i settori della Pubblica Amministrazione. Programmare, progettare e realizzare i servizi offerti e lo spazio pubblico in logica sussidiaria, insieme al terzo settore, alle realtà associative e alla cittadinanza, valorizzando la centralità dei Quartieri è un processo ambizioso che rappresenta una vera e propria sfida per la politica ma che non è più rinviabile.
E chissà se magari anche a Termoli vedremo nascere, ad esempio, una “rete delle Case di Quartiere” che, come si legge dal sito della rete di Torino, nate da una innovazione dei centri sociali, rappresenta un network locale che riunisce le Case del Quartiere di Torino per diffondere buone pratiche di innovazione sociale e rigenerazione urbana, a partire dalle necessità dei territori. L’obiettivo è rendere i cittadini protagonisti della vita sociale e culturale dei quartieri affinché tutti gli abitanti dei quartieri della città si impegnino cooperando, nel far crescere la propria comunità. L’obiettivo è diffondere progetti e servizi che migliorino la qualità della vita nei quartieri. Come? Sviluppando il modello delle Case del Quartiere: spazi ad uso pubblico aperti a tutta la cittadinanza.
Le Case sono spazi di comunità che offrono ai cittadini occasioni di incontro come rassegne culturali, sportelli sociali, laboratori di autoproduzione e attività. Sono luoghi aperti a tutti, dove imparare o essere ascoltati, do- ve mangiare o organizzare eventi con gli amici. Le Case agiscono per facilitare, stimolare e attivare esperienze di cittadinanza attiva; offrono servizi per associazioni e gruppi informali aiutando nell’organizzazione di iniziative utili al quartiere, per tutte le persone che vogliono crescere e far crescere la propria comunità.
La normativa esiste, il politico che crede di poter calare dall’alto delle ricette autoreferenziali è tramontato, e Termoli può perseguire un modello di sviluppo sociale che ponga al centro l’economia civile.
di Patrizia Manzo (da lafonte.tv)