‘Teco vorrei’
Il Venerdì Santo a Campobasso: ancora una volta saranno quasi in 700. Ecco come si preparano alla settimana santa e alla processione di venerdì
Fonte: primonumero.it
27 marzo 2024
La Settimana Santa è dunque arrivata, piuttosto presto quest’anno perché la prima luna piena di primavera cade lunedì 25 marzo. Una Pasqua ‘bassa’ – si dice così – che tra l’altro è coincisa con il giorno in cui è entrata l’ora legale. Sempre lunedì 25 c’è stata l’ultima prova del coro del Venerdì Santo campobassano. Sotto la direzione del Maestro Antonio Colasurdo l’esercito di interpreti (tra 600 e 700 quando sfilano in processione) si è ritrovato nella chiesa di Santa Maria della Croce, la stessa nella quale dimorano la statua lignea dell’Addolorata e quella, in gesso, del Cristo Morto, simboli della Passione che si condensa nel lungo corteo in un mix di spiritualità e di raccoglimento.
Da troppo tempo, 5 anni per la precisione, le prove non si svolgono nella Cattedrale della Ss Trinità, chiusa, come è noto, per interminabili lavori di ristrutturazione.
Al battesimo di fuoco dei ‘coristi’ ha assistito per la prima volta Monsignor Biagio Colaianni, neo arcivescovo della diocesi di Campobasso-Bojano. Il vescovo sarà il primo a uscire, poco dopo le 18, dalla chiesa di Santa Maria della Croce il giorno della processione. Poi si posizionerà dietro ai circa 700 del coro che lo accompagneranno per circa tre ore. Lungo le strade centrali, sfila il cordoglio di donne, con il capo coperto da un velo nero, e uomini con indosso il tradizionale impermeabile blu scuro, recante lo stemma dell’Arma dei Carabinieri. Tra i presenti anche personalità e personaggi caratteristici del capoluogo – santi e peccatori, verrebbe da dire – che ‘custodiscono’ tutti insieme una tradizione straordinariamente sentita. Qualcuno lo fa per vanità, ma anche questo fa parte dei meccanismi consolidati di un ‘rito’ che è per tutti segnale autentico di forte appartenenza alla comunità.
Non è facile entrare nel coro, la maggior parte ha la fortuna di accedere in età adulta, altri – ma sono pochi – ci arrivano addirittura poco più che bambini. È il caso del consigliere comunale Mario Annuario che vi partecipa da quando aveva 14 anni.
La struggente composizione del ‘Teco vorrei o signore’ – elaborata dal maestro campobassano Michele De Nigris sulle prime due strofe dell’introduzione alla via Crucis di Pietro Trapassi, meglio noto come Metastasio – viene intonato più volte durante la processione, interrotto più a lungo solo all’atto della lettura della preghiera del detenuto, nei pressi del carcere di Campobasso, altro momento di grande impatto emotivo.
Il sentimento dei campobassani per questa ricorrenza è straordinario e commovente, una tradizione che si tramanda e resiste nel cuore della gente, tra i costumi sociali che non mutano nel tempo, al di là del suo profondo significato religioso.
Fonte: primonumero.it