Teologia e intelligenza artificiale
Il doppio uso della tecnologia come arma e come utensile è sempre possibile. Nel caso dell’intelligenza artificiale è possibile e potente
di Marco Branca (da lafonte.tv)
12 Febbraio 2025
Un festival della fotografia come volano della valorizzazione del Molise ed al tempo stesso un’opportunità di rinascita culturale per l’intera regione. È stato questo il fulcro dell’edizione 2025 di Molichrom, l’evento legato alla fotografia nomade, il quale, per partecipazione di pubblico, attualità dei temi trattati e qualità dei workshop, talk e mostre, si conferma come uno degli eventi più significativi all’interno del panorama culturale molisano. Questa edizione, secondo quanto spiegato dal Direttore artistico della rassegna, Eolo Perfido, si è concentrata su una delle più drammatiche declinazioni del nomadismo contemporaneo: le migrazioni forzate causate dai conflitti, in quanto le guerre hanno sempre rappresentato uno dei più potenti acceleratori del nomadismo forzato nella storia dell’umanità.
Il Festival, un evento di fotografia internazionale e contemporanea che vede il Molise protagonista ogni anno, ha fatto del nomadismo la sua chiave di lettura del mondo: nell’anno 2025, un momento storico segnato da guerre in ogni parte della Terra e da crisi umanitarie che purtroppo non accennano a trovare soluzione, Molichrom ha proposto in primis una riflessione sulle conseguenze umane dei conflitti armati, attraverso una mostra dal titolo “L’ultimo Ballo: Vite sospese al tempo della guerra” che vede protagonista il fotoreporter Alessio Romenzi, il quale attraverso i suoi scatti ci conduce nelle zone più calde del pianeta, documentando gli scenari di guerra e l’impatto devastante sui civili costretti all’esilio.
In stretta congiunzione e continuità al tema fotografico è stato il talk con il teologo Paolo Benanti, consigliere di papa Francesco nonché unico rappresentante italiano nel Consiglio delle Nazioni Unite sul tema dell’ intelligenza artificiale, il quale ha raccontato la sua prospettiva circa il futuro della fotografia nell’era dell’IA. Ne è emersa, in estrema sintesi quale imperativo morale in questo tempo di profondi cambiamenti, la necessità di mantenere il primato dell’intelletto umano e del ragionamento creativo nel raccogliere e trasmettere alle macchine informazioni reali, in un controllo dell’uomo sull’informatica quale cifra del buon vivere futuro. Questo perché il rischio continuo deriva dal fatto che le applicazioni dell’intelligenza artificiale possono sì valorizzare il talento di un fotografo nel perfezionare ciò che abitualmente rimane in ombra, ma nel farlo arrivano a superare le capacità umane, che vengono messe a repentaglio da meccanismi artificiali che rischiano di manipolare la realtà. Questo fenomeno è alimentato dall’elevato realismo di immagini attentamente assemblate e dalla forza di amplificazione della rete, che come ha evidenziato nel corso dell’incontro Paolo Benanti, costituisce uno dei rischi legati alle nuove frontiere tecnologiche. “Per quanto riguarda quella funzione della fotografia associata alla scommessa fondamentale che accompagna ogni democrazia, – ha spiegato – e cioè che il cittadino possa e debba farsi un’opinione corretta su quelli che sono i fatti, è chiaro che le capacità di alterare la realtà con quelli che sono strumenti sofisticati, rischia di mettere in pericolo il patto fondamentale della vita democratica. L’intelligenza artificiale – ha aggiunto – è come ogni anello dell’automazione, a partire dalla Rivoluzione Industriale. È un moltiplicatore di tutto ciò che trova: può moltiplicare le capacità e le potenzialità umane di curare meglio e di più e con meno rischi per il paziente, ma può anche moltiplicare gli effetti negativi, come la disuguaglianza, come il tanto per pochi e il poco per tanti. E allora, non ci sarà un bene o un male a priori senza un accompagnamento di queste tecnologie all’ interno di un contesto sociale, senza la nascita di intelligenze artificiali che siano adatte a quella tipicità di luoghi che abitiamo, come le nostre regioni, i nostri paesi”.
I rischi di uno sviluppo tecnologico estraneo ai confini ed ai parametri etici coinvolge anche il mondo del giornalismo. Una realtà questa, caratterizzata da crisi editoriali che alimentano la tentazione di rimpiazzare l’analisi critica e la rielaborazione individuale dei fatti con una narrazione uniforme fondata sull’automatismo degli algoritmi. Aggiunge sempre Benanti: “Primo, non sostituire i giornalisti; secondo, non distruggere un tessuto industriale che consente a questi giornalisti di essere portatori e fecondatori della moderna società civile. Il problema nasce quando utilizziamo l’intelligenza artificiale per rimpiazzare l’umano, ma soprattutto per potenziare l’umano. Se lo utilizziamo solo per potenziare l’umano, sarà solo l’unicità dell’umano che verrà amplificata, ma non standardizzata da un processo di rimpiazzamento automatico. Il doppio uso della tecnologia come arma e come utensile è sempre possibile. Nel caso dell’intelligenza artificiale è possibile e potente”.
Temi attuali e profondi questi trattati già qualche settimana fa al Festival della Filosofia che si è tenuto sempre a Campobasso, durante il quale è emerso il potenziale altissimo dell’intelligenza artificiale, ed altrettanto per quanto riguarda il rischio per l’essere umano, che però è esso stesso che genera, educa e permette all’intelligenza artificiale di avanzare nella sua conoscenza; pertanto è dal potenziale che gli viene attribuito – dall’uomo – che derivano la ricaduta pratica e le conseguenze della sua applicazione. Un mostro, che, se accuratamente governato dall’essere umano, non comprometterà il primato del cervello sulla macchina artificiale.
Il congedo di Benanti alla comunità molisana è una raccomandazione ad un approccio critico ed etico, essenziale per garantire che lo sviluppo tecnologico non perda di vista i valori umani fondamentali. Le sue riflessioni aiutano a creare un quadro normativo e filosofico solido, che possa prevenire potenziali abusi e squilibri, offrendo una guida per affrontare le sfide e cogliere le opportunità che la tecnologia porta con sé.
di Marco Branca (da lafonte.tv)
12 Febbraio 2025