Un molisano tra i più grandi “ceramisti” americani
Angelo Carlo Garzio di Mirabello Sannitico fu professore presso l’Università del Kansas ed espose le sue opere in tutto il mondo
di Geremia Mancini (Presidente onorario “Ambasciatori della fame”)
6 luglio 2017
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Geremia Mancini questa volta ci fa conoscere una delle più significative espressioni della comunità di origine molisana di Syracuse, formatasi con i richiami a catena degli emigranti provenienti soprattutto da Mirabello e Ferrazzano. Singolare il parallelismo sul piano della formazione artistica tra Angelo Garzio e Frank Monaco, grande fotografo internazionale, nato a New York da madre originaria di Cantalupo. Entrambi reduci di guerra, beneficiarono di una borsa di formazione del governo statunitense che decisero di usare in Italia, Garzio a Firenze e Monaco a Roma. Nelle visite fatte ai parenti di Cantalupo, Monaco ebbe modo di fotografare molte persone di quelle zone, che oggi costituiscono un’inestimabile raffigurazione antropologica del Molise dei primi anni cinquanta. Grazie ancora, Geremia
Norberto Lombardi – fb
Angelo Carlo Garzio (in realtà il vero cognome era Garzia) nacque, il 22 luglio del 1922, a Mirabello Sannitico in provincia di Campobasso. Da Antonio Giuseppe (n. 1899) e Rosa Baranello. I genitori di Angelo si sposarono a Mirabello Sannitico il 13 agosto del 1921.
Nel 1930 con la madre Rosa, a bordo della nave “Saturn”, arrivo ad “Ellis Island”. Li attendeva il padre muratore, giunto negli Stati Uniti nel 1923 sulla nave “Tuscania”, che aveva scelto come residenza la città di Syracuse nello Stato di New York. Un fratellino, Giovanni, era morto qualche anno prima. Angelo era quindi l’unico figlio della famiglia mirabillese. Frequentò le scuole pubbliche. Nel 1942 fu arruolato nella “Air Force” e fu impegnato, durante la Seconda Guerra Mondiale, sui bombardieri B-26 nella guerra del Pacifico. Tornò con una croce al merito. Nel 1950 ottenne una borsa di studio per l’Università di Firenze dove frequentò Storia dell’Arte. Fu anche l’occasione per rivedere il suo paese natio. Al ritorno si iscrisse alla “University of Chicago” dove conseguì la laurea in “Storia dell’Arte”.
L’incontro con il Prof. Glen Nelson Successivamente frequentò un importante master all’Università dello Iowa. Ed è qui che incontrò il Prof. Glen Nelson, studioso e fautore del rilancio della ceramica come importante forma dell’arte, che ne influenzò le scelte. Da quel momento in poi, per Angelo Garzio, la “ceramica” sarà centrale per ogni sua scelta professionale. Alla fine del semestre di studio gli vennero conferiti due importanti riconoscimenti lo “Iowa Arts” e il “Crafts Show”. Nel 1956 fu invitato ad Helsinki dalla “Arabia Pottery & Porcelain” e fu la sua consacrazione come “ceramista vasaio”.
Ricevette durante la sua carriera quattro “Fulbright Senior Lectureships”: a Lahore in Pakistan (1961- 62); a Seul in Corea del Sud (1973-74); in Nigeria (1977-78) e in Argentina (1992). Nel 1957 Garzio fu assunto come Assistente dalla Università del Kansas dove, dopo poco tempo, grazie a lui il lavoro sulla ceramica divenne materia di insegnamento ed inserita con altre materie nel Dipartimento d’Arte del College di “ Arti e Scienze”. Nel 1962 divenne Professore associato e nel 1966 Professore ordinario. Nel 1986 la “Who’s Who – American Art” lo inserì tra gli artisti più meritevoli.
Le sue innumerevoli opere sono state esposte negli interi Stati Uniti e all’estero. Le sue “ceramiche decorate” sono in vari importanti Musei d’Arte nel mondo. Altri riconoscimenti gli sono stati assegnati in Ucraina a Santa Cruz e in Bolivia. Ha scritto e pubblicato centinaia di articoli ed in particolare su “”Ceramics Monthly”, “New Zealand Potter” e “Ceramica”. Gli alunni che lo seguivano appassionati dicevano: “Il Prof. Garzio aveva una passione per l’insegnamento. Per lui l’insegnamento e l’apprendimento non iniziavano né si concludevano in classe. Ogni ora della sua vita era spesa per loro”. Coltivò altre passioni come la musica, l’arte bibliotecaria e fu ambientalista convinto. Morì il 20 gennaio del 2008.
di Geremia Mancini (Presidente onorario “Ambasciatori della fame”)