• 02/13/2020

Vallesaccarda, un piccolo comune che fa marketing territoriale

Olio DOP per olio esausto, caciocavallo e miele per alluminio

di Luigi Salvati (da orticalab.it) 

13 febbraio 2020

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La singolare iniziativa della comunità ufitana che in cambio di una buona differenziata offre i prodotti simbolo della nostra terra proveniente dalle aziende locali. In piedi dal 2014 ci si chiede come mai non abbia fatto proseliti in tutti i comuni limitrofi o della provincia. Meglio tardi che mai direbbe qualcuno, del resto ne vale la pena.

C’è un paese in provincia di Avellino – più precisamente nella Baronia – dove in cambio di una tanica di cinque litri di olio esausto si riceve una bottiglia da 75 centilitri di olio DOP e per un chilogrammo di alluminio si ottengono un quarto di caciocavallo da 250 grammi e un barattolo di miele. Tutti prodotti rigorosamente irpini.

Il Comune in questione è Vallesaccarda, piccolo paese che conta poco più di mille anime e l’iniziativa rientra nel progetto “Agricoltura di Comunità”, attivo dal lontano 2014. Una trovata originale quella immaginata e voluta dal sindaco Franco Archidiacono che continua a riscuotere successo tra commercianti, agricoltori e cittadini.

Sia per quanto riguarda l’olio esausto che per l’alluminio, il processo è molto semplice. Ogni famiglia, attività commerciale o agricola è stata dotata di una tanica di 5 litri in cui può essere accumulato tutto l’olio esausto. Raggiunto l’obiettivo si consegna il prodotto all’operatore ecologico che quotidianamente, con il sistema porta a porta, raccoglie le varie tipologie di rifiuti. Quest’ultimo lo consegna alla ditta Papa Srl che lo smaltisce secondo i termini di legge e dopo qualche giorno consegna alla famiglia una tanica vuota e, come riconoscimento, una bottiglia di olio DOP “Collina dell’Ufita”.

Per quanto riguarda l’alluminio, il procedimento è simile. La consegna all’operatore ecologico avviene al raggiungimento del peso di un chilogrammo. In cambio si riceve un pezzo di caciocavallo del peso di 250 grammi offerto dal “Caseificio Cioria” e un barattolo di miele di produzione dell’azienda locale “Iumara”.

«Mi sono formato seguendo la filosofia “Slow Food” – spiega il sindaco del comune della Baronia, Archidiacono – ed ho provato a portare le idee di “Slow Food” in un piccolo comune come Vallesaccarda. La delibera risale al 2014 e mi fa piacere che dopo tanti anni questa particolare iniziativa si sia trasformata in normalità. Mi sono ispirato ai modelli Capannoli – comune in provincia di Pisa – e Fisciano – provincia di Salerno – e l’obiettivo era sia ambientale, con lo smaltimento di oli esausti e alluminio, che di valorizzazione delle aziende locali a cui si riconosce in questo modo l’opportunità di promuovere i propri prodotti».

Innegabile che l’idea di smaltire olio esausto e alluminio in cambio dei prodotti simbolo dell’Irpinia come caciocavallo, miele e olio, un sorriso lo strappa, ma l’intuizione del Comune di Vallesaccarda nasconde in sé qualcosa di geniale. Eppure se da un lato si plaude al lavoro del sindaco Archidiacono, dall’altro si bacchetta per non averlo saputo pubblicizzare ed esportare in tutti i comuni della Baronia e non solo. “Collina dell’Ufita”, “Iumara” e “Cioria” sono solo tre delle attività che negli anni hanno aderito al progetto mettendo a disposizione le loro produzioni. Ma se l’obiettivo era farsi conoscere di più e meglio, qualcosa non è andato per il verso giusto visto che questa notizia viene fuori dopo sei anni.

Meglio tardi che mai direbbe qualcuno. E allora che il progetto “Agricoltura di Comunità” promosso da Vallesaccarda venga preso ad esempio anche da altre amministrazioni. «Si può fare con pochissime risorse – conclude il sindaco – e con risultati eccellenti».

Vale la pena provare, anche perché questa è una di quelle best practice che potrebbe fare scuola in tutte le pubbliche amministrazioni di questa provincia: è innovativa e richiama la nostra identità Green, non solo rispetto alla differenziata e al riciclo, ma proprio intesa nel senso di avere coscienza dei luoghi. Dovremmo condividere come comunità la necessità di uno sviluppo sostenibile e i principi della green economy, fino a farne un percorso socioeconomico strategico che si allarga alla promozione del territorio: vino, cibo, prodotti genuini, tipicità, sono strettamente connessi ad un contesto sano: preservare l’ambiente regalando la parte migliore di questa terra – vale a dire le sue produzioni d’eccellenza – significa prefissarsi un obiettivo finalmente nobile e di crescita.

di Luigi Salvati (da orticalab.it) 

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