• 09/29/2022

“Viaggio per lo contado di Molise”

Godiamoci il Molise di Francesco Longano prima che i nostri parlamentari lo distruggano

di Franco Valente – fb

29 settembre 2022

Di questi parlamentari nella Storia molisana non resterà traccia se non per la loro ignavia.
Noi resisteremo.

Francesco Longano
VIAGGIO PER LO CONTADO DI MOLISE
NELL’OTTOBRE 1786
OVVERO
DESCRIZIONE FISICA, ECONOMICA E POLITICA DEL MEDESIMO


Da qualunque parte che entrasi nel Contado, eccetto l’Orientale, sempre si scende. Ma per la via di Occidente, e di Settentrione bisogna calare per dirupi, e Montagne sassose.
Giunto il Viaggiatore nel Contado gli si presenta un terreno estremamente ineguale. Perocché per quanto scorre, e guarda coll’occhio tutto e colle, o valli, o picciole pianure.
A Ponente si trova la valle di Bojano, la quale non è altro, che una lunga pianura di circa quindeci miglia lunga, e di larghezza media due. Essa comincia dal molino di Sepino, passa la Guardia Regia, Campochiaro, Sanpolo, Bojano, Sanmassimo, Roccamandolfi, Cantalupo.
Da questa valle, o t’incamini a Settentrione, conviene salire per trovare Macchiagodena, Castelpetroso, Santangelo in Grotte, lo Pezzuto, lo Spinete, e Frosolone.
Indi bisogna scendere per vedere Carpinone, Sessano, Castel Ciprani, la Rocchetta, Castropignano. Da tai luoghi conviene nuovamente salire per osservare Pescolanciano, il Vastogirardo, Rocca Sicura, Sanpietro l Avellana, Capracotta, e Pescopennataro. Da questi nuovamente si cala per vedere Civitanova, Bagnoli, Fossaceca. Di nuovo si sale per trovare Civitavecchia, Torella, Molisi, Sanbiase, Santangiolo Limusani, Salcito. E da tutti cotai luoghi anche bisogna più volte salire, e calare per portarsi in Lucito, Civita Campomarana, Castelbottaccio, Lupara, Guardia Alfiera, Castelluccio. Altrettanto conviene fare, volendo visitare Triventi, Sanfelice, Ripalta, Montenegro, Montefalcone, Acquaviva, Tavenna, e la Palata.

Non meno di tanto è necessario, che si soffrisca, volendo dal Vallo di Bojano portarsi al mezzo dì di detta Provincia. Perocchè dal Rio Tammaro nel piano di Sepino, bisogna, che si salga per portarsi in Sangiuliano, o in Santacroce di Morcone.
Indi si cala per vedere Baranello, o il Vinchiaturo. Da questi deesi salire per condursi nel Busso: E volendo o dal Vinchiaturo, o dal Busso vedere l’Oratino, Campobasso, ed altre Terre, è d’uopo altresì che sempre si cali, e si salga: Come dall’Oratino alla Ripalimosani, da questa a Montagano, alla Petrella, a Matrice, a Sangiovanni- Ingaldo, in Campodipietra, in Gildone, Gambatesa, nella Riccia, ed in Cerce. Questo stesso hassi a fare volendosi da Campobasso condurre in Colletorto, in Montelongo, in Morrone, in Montorio, in Casacalenda.

Dalle cose piuttosto accennate, che esposte, manifestamente se ne ritrae, che la nostra Provincia da epoche, le quali si perdono nell’abisso del tempo, ha sofferto straordinarie convulsioni. Il che si deduce non che dalla semplice vista della Majella, e del Matese, le quali montagne in tutta la loro estensione si ammirano come tagliate a distanze uguali, ma altresì dall’orride fenditure di sassi nel fianco Settentrionale della Guardia Regia, e nel meridionale d Isernia. Una terza si ammira a settentrione di Carpinone. Una quarta tra Civitanova, e Civita Vecchia, e due nella Ripalimosani. Una al suo Oriente, dove quasiché a perpendicolo si vede scisso un masso di tufo alto più di cento piedi; ed un gran sasso al suo mezzodì. In tali fenditure si osservano le convessità a capello corrispondere alle loro concavità. A tutto l’anzidetto si aggiunge, che nella sommità stessa del Matese s incontrano lunghi strati di pesci petrificati tra le cave delle pietre.
Dalle cose dette anche facilmente si raccoglie, che i terreni di tal Contado debbano variare all’indefinito.

di Franco Valente – fb

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