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Colle D’Anchise

Colle D’Anchise è un comune di 813 abitanti della provincia di Campobasso.

 

 Informazioni Generali

Storia del comune

 

Colle d’Anchise l’origine di questo nome non è stata ancora accertata, poiché non ci si riesce ancora a spiegare la relazione che ci può essère tra questo comune e il famoso principe troiano Anchise.
Tra l’altro il comune non ha neppure origini antichissime, dato che non ne troviamo menzione nelle opere antecedenti il XIII secolo.
Il comune non ha nessuno stemma particolare.
Come già detto in precedenza, iniziamo ad avere notizie relative a Colle d’Anchise solo a partire da epoche abbastanza recenti; infatti, la notizia più remota che ci è nota risale solo al 1404.
In quell’anno Colle d’Anchise fu concessa in feudo a Filippo Santangelo; in seguito il feudo rimase in possesso della famiglia Santangelo fino al 1426, quando Carlo d’Anchise ne fu privato.
Nel 1443 Colle d’Anchise passò sotto il possesso del Conte di Venafro, Francesco Pandone, che circa dieci anni dopo cedette.
Colle d’Anchise insieme a Spinete, Cantalupo e Campochiaro ai fratelli Cola e Giacomo Sanfromondo. Successivamente la famiglia dei Mormile divenne la titolare del feudo; infatti, nel 1586 l’intestatario del feudo era donna, Giulia Mormile.
Agli inizi del XVII secolo la famiglia dei Tomacelli successe ai Mormile; in seguito gli stessi Tomacelli cedettero il possesso del feudo ai Moccia.
L’acquirente di Colle d’Anchise, Giovan Simone Moccia, ebbe una sola figlia, Beatrice, che si sposò con Fulvo di Costanzo.
Così la famiglia di Costanzo, che aveva per arma uno scudo rigato d’azzurro, con un leone nel campo dorato superiore e nel canto inferiore argentato sei coste, divenne proprietaria del feudo.
Un erede dei di Costanzo, Maria, agli inizi del XVIII secolo andò in sposa ad Ascanio Filomarino duca della Torre.
I Filomarino, che avevano come arma una banda di rosso posta in mezzo e contigua ad altre due bande argentate ai lati, su un campo rosso con disegnati dei gigli di Francia, furono gli ultimi ad avere il possesso del feudo, che conservarono fino all’eversione della feudalità.

 

Monumenti e luoghi d'interesse

Cappella Rurale di S. Nicola   

Questa cappella, edificata nel 1903, è collocata a breve distanza dell’abitato.

 

Chiesa di S. Margherita V.M.   

A 3 Km dal centro, a mt 300 dal fiume Biferno, al centro di un boschetto, si trova la chiesa di S. Margherita risalente al 1200.

Chiesa di S. Sisto   

L'esistenza di questa chiesa è documentata da bolle episcopali del 1500.
Del 1701 è l’acquasantiera in pietra nella cui parte concava vi è scolpito un pesce.
Ex-convento domenicano. Un tempo ius padronato dei Tomacelli.
Dal 1860 è sede della Confraternita del Purgatorio, che ne curava la manutenzione e nel 1943 della Confraternita del Carmine.
Si conservano alcune reliquie del Santo ed una statua del Colombo.

Chiesa S.Maria degli Angeli   

Questa chiesa risalente al 1300, ha subito numerose vicende edilizie.
Non è menzionata nell’inventario di Federico II (1241), ma in uno del 1314 è nominato l’arciprete Tomasello. Nelle bolle episcopali del 1500 è chiamata chiesa arcipretale S. Maria degli Angeli.
I registri parrocchiali hanno inizio dal 1603. Della chiesa medioevale residua un battistero in pietra ottagonale con 8 stemmi.
La visita del 1623 elenca otto cappelle: SS. Sacramento, Annunciazione, S. Rosario, S. Caterina, S. Maria Consolatrice degli Afflitti, S. Margherita, S. Maria del Carmelo, S. Marco.
Nella cripta erano accolti i defunti. Fu molto danneggiata dal sisma del 1805, fu ricostruita ex-novo nelle superbe forme odierne su disegni dell’architetto Vincenzo Presutti: tre navate, dimensioni mt 25x20, altezza mt 15 per mq 540.
Nel 1820 il soffitto era ancora di canne.Restauri e decorazioni nel 1889 e nel 1929.
Per la posizione e la sua grandezza è ben visibile anche da lontano.
Notevole è l’altare maggiore in marmi policromi (1752).
Conserva tre dipinti di Amedeo Trivisonno: il quale nel 1936, dipinse le pareti presbiterali con tre affreschi: nella parete frontale l’Ultima Cena, nella parete a sinistra l’Assunzione della Vergine e in quella di destra l’Ascensione di Cristo.
Nell’affresco dell’Ultima Cena, la scena si svolge in un interno in prospettiva centrale con porte sulle pareti laterali e una finestra alle spalle del Cristo.
Qui tutti i personaggi recano l’aureola, tranne Giuda, posto sul lato destro, dall’espressione cattiva, mentre si contrae e stringe il sacchetto dei denari.
Nell’Assunzione della Vergine c’è una luce dai toni gialli, rosati e grigi intorno alla figura della Madonna la quale sale al cielo tra puttini che si muovono entro le nubi.
Nell’ascensione di Cristo i toni sono prevalentemente grigi e in basso, al centro vi è una roccia dai tagli netti mentre la Vergine e gli Apostoli assistono estasiati.
Nello sfondo si vede la grande vallata del fiume Biferno dai colori soffusi con, a sinistra, i resti del castello di Castropignano

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti

 

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