EDIZIONE 2014
domenica 10 agosto - 5a tappa

IL PERCORSO

FROSOLONE (IS) - DURONIA (CB)

 

CARATTERISTICHE DEL PERCORSO

ALBUM


Giorno dopo giorno con le rime
di Simona Zacchini

Una ghiotta colazione
ci ristora a Frosolone
dove ognun puo’ curiosare
e qualche oggetto comprare.
Le contrade di Duronia,
senza alcuna parsimonia,
ci regalano col cuore
un tripudio di sapore.
Se sul fiore di carota
a Michele dò una nota,
mi sorprende poi alla grande
col suo scherzo esilarante.
La ricetta misteriosa
incuriosisce chi riposa :
padre, e figlio in traduzione,
danno ogni spiegazione
di un’antica ricetta
che solletica chi aspetta
di assaggiar dalle cucine
i “Tebbettièll arechine”!
A Duronia concludiamo
un percorso molto umano
con una targa alla memoria
di una troppo breve storia.
Gli attestati consegnati
sono personalizzati
per ricordare ad ognuno
le emozioni del raduno.
Cinque giorni ben goduti
e pienamente vissuti:
il bilancio è positivo
e il cammino ancor più vivo!.

Simona Zacchini

 

 

CENNI STORICI

Frosolone - Cappiello - Casalotto - Valloni - Casale - La Taverna - Civita - Duronia


Lunghezza: km  10
Tempo percorrenza: h. 3.50
Quota partenza: 894 m slm
Alt max: 918 m slm
Quota arrivo: m 803 slm
Difficoltà: Turistico
Interesse: naturalistico e storico


La quinta tappa, ultimo giorno della ventesima edizione della manifestazione, inizia a Frosolone per concludersi a Duronia, paese dove il “cammina, Molise!” è nato.
In piazza, non sono ancora le nove di mattino, Giovanni Cardegna, il neo-Sindaco, munito di fascia tricolore, e gli amici della Pro Loco aspettano il gruppone dei marciatori proveniente dalla via del mercato. Il megafono del Coordinatore annuncia l’arrivo dei 300 camminatori, provenienti da ogni parte d’Italia ed anche dall’estero, l’abbraccio con il Sindaco è caloroso e nel mentre, approfittando dell’ampiezza della piazza, molti marciatori omaggiano con balli e canti. La conoscenza di Frosolone si avvia visitando alcune botteghe artigianali dove ancora si lavorano i coltelli e le forbici in maniera tradizionale per poi proseguire nel centro storico ed ammirare chiese e palazzi di questo grosso paese, che rimane uno dei più importanti del Molise.  Prima di ripartire viene offerta ai marciatori una ricca colazione a base di prodotti tipici del posto, in particolare caseari ed insaccati. Le ore passano in fretta e bisogna lasciare Frosolone. Dopo il bivio di Molise, i marciatori si ricompongono in gruppo per proseguire, lungo il Tratturo Lucera- Castel di Sangro, alla volta di Cappiello, la prima delle quattro borgate di Duronia che la manifestazione attraverserà durante la giornata. A Cappiello, adagiata a confine col Tratturo, si arriva intorno a mezzogiorno; Adele e le altre signore della borgata dimostrano di essersi prodigate al massimo per offrire il meglio ai marciatori, quindi di nuovo a mangiare e bere cose squisite. Intanto gli abitanti di Casalotto fremono nell’attesa, il pranzo è quasi pronto ed i camminatori ancora non si vedono!  In questa borgata il pranzo ufficiale dovrà però attendere ancora prima che sia consumato, in quanto c’è una importante cerimonia “culinaria” da celebrarsi. Michele Cianciullo, da oltre 10 anni nell’attesa di questo fatidico momento con la ricetta sigillata in busta, finalmente mette in fila cuochi e chef, i migliori maestri della tradizione tutti rigorosamente con cappellone e “mandazine” per offrire ai marciatori il famoso ed antico piatto dei “tebbettièlle arechine che re fasciuole”. Risate a non finire! Il momento è topico. Si pranza poi seriamente insieme a Renzo ed agli altri abitanti di Casalotto che hanno gentilmente preparato l’accoglienza. Non c’è tempo per riposarsi. Si riparte alla volta della borgata Valloni. Qui fortunatamente c’è solo il rosso del cocomero, tanto cocomero che asciuga il sudore dei camminatori. Un caffè per tutti e poi via verso Casale. In questo tratto non ci sono sentieri ma campi di stoppia in salita e discesa. Bisogna tirare diritti per non perdere tempo! Nella piazzetta della borgata Casale ricordiamo il compianto Odorino Manzo, uno dei primi marciatori e collaboratori di “cammina, Molise!”, venuto a mancare qualche mese prima. L’Associazione “Casale-Infinito” e la Cammina, Molise!, cittadinanza tutta offrono in abbondanza ai marciatori dolci fatti in casa di vario tipo. Il sole sta lentamente avvicinandosi alle montagne verso occidente. Ci incamminiamo verso Duronia, la fatidica Duronia! La meta! Tutti sono carichi, stanchi, felici e commossi. Pronti a esplodere. Una moltitudine di persone, centinaia e centinaia, aspettano alla Taverna, sul tratturo all’ingresso del paese, Tra i tanti anche le autorità: Don Gino, il Sindaco, Il Vice Presidente della Regione, il Consigliere Di Nunzio, il Presidente della Pro Loco. ARRIVANO I MARCIATORI! E’ un tripudio, urla, applausi, suoni, canti e…tante lacrime! Poi i saluti e via su verso la Civita. Tutti insieme. 400, 500 persone, forse di più tutti sulla Civita per andare a depositare una targa in ricordo di Marco Berardo, tanto affezionato a questa roccia, piena di storia e bellezza. Un profilo, lungo qualche chilometro, di persone che si stagliano sulla roccia verso il sole che tramonta. Uno spettacolo ineguale, mai visto, che rimarrà nella memoria di tutti come il dolce viso di Marco.  
Il sole quasi non c’è più quando i marciatori e tutti gli altri si ritrovano di nuovo alla Taverna, Ci si ricompone in gruppo, i maestri suonatori con i rispettivi strumenti si mettono alla testa, le bandiere verdi sventolano, arriva il triplo fischio del Coordinatore e si riprende il cammino, il poco che è rimasto per godersi lo stupendo ed insolito panorama delle poche case di Duronia in preda al tramonto. Il paese si attraversa tutto, sembra una marcia trionfale, si arriva su sino alla Terra, sulla roccia di San Tommaso, e qui i marciatori si beano di una visione che ha dell’incredibile, lo sguardo spazia a 360 gradi e, nonostante il buio incombente, afferra bagliori e luci lontane che si confondono tra cielo e terra, donando la tranquillità insperata per un meritato riposo ai tanti corpi spossati dopo cinque lunghi giorni di cammino.
Ma non è finita, c’è la FESTA che aspetta!
Scendendo verso piazza S. Rocco, i marciatori sono catturati dal Ristorante-Albergo “Il Giardino dei Gelsi” dove consumano un corroborante “squattone”. Intanto in piazza tutto è pronto per la cena finale. Encomiabile l’enorme lavoro fatto dai ragazzi della Pro Loco. Tutti seduti finalmente, Si mangia polenta con spuntatura e “petacce e fasciuole”, mentre sullo schermo girano le immagini dei venti anni di Cammina, Molise!. Una forte emozione, mista di orgoglio e passione, attanaglia tutti quando sul palco sale il Prefetto di Campobasso che chiama il Coordinatore per la consegna della Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica in segno di riconoscimento per il lavoro svolto da Cammina, Molise! in venti anni a favore delle terre molisane. In ultimo c’è il taglio della enorme e bellissima torta, un metro per tre, allestita con l’arte culinaria che le è propria dalla Pasticceria D’Abate di Isernia in onore di tutti i marciatori. Un brindisi di augurio collettivo per il prosieguo della manifestazione e poi canti e balli chiudono la serata e l’intera  ventesima edizione di Cammina, Molise!.

FROSOLONE
Foto di Renato Achille
Foto di Daniela Archivio
Foto di Antonella D'Ambrosio
Foto di Emanuel e Denise
video
Foto di Gianni e Laura Ferrini
Foto di Nicola Galasso
Foto di Maurizio Germano
Foto di Patrizia Pascotto
Foto di Gianfranco Zerbesi
CAPPIELLO
Foto di Renato Achille
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Foto di Emanuel e Denise
Foto di Gianni e Laura Ferrini
Foto di Nicola Galasso
Foto di Maurizio Germano
Foto di Patrizia Pascotto
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CAPPIELLO - CASALOTTO
Foto di Renato Achille

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CASALOTTO
Foto di Renato Achille
Foto di Daniela Archivio
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Foto di Nicola Galasso
Foto di Maurizio Germano
Foto di Patrizia Pascotto
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CASALOTTO - VALLONI

Foto di Renato Achille

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VALLONI
Foto di Renato Achielle
Foto di Emanuel e Denise
Foto di Nicola Galasso

Foto di Patrizia Pascotto

VALLONI - CASALE
Foto di Emanuel e Denise
Foto di Nicola Galasso
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CASALE
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Foto di Emanuel e Denise
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Foto di Nicola Galasso
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LA TAVERNA
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Foto di Maurizio Germano
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CIVITA
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DURONIA
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Foto di Patrizia Pascotto
Foto di Gianfranco Zerbesi

Frosolone

Comune di 3189 abitanti
Provincia: Campobasso

Frosolone, antico borgo di memorie storiche e antichissime tradizioni, offre al visitatore e al turista del nostro tempo, la sensazione di rivivere, insieme ai luoghi e alla gente del paese, suggestioni non molto diverse da quelle che dovevano provare gli antichi fondatori del paesino. D'altronde chi già conosce ed ama sinceramente questo luogo, sa bene che qui si respira una atmosfera di accogliente familiarità e che, oltre le mura dei palazzi antichi, oltre l'orizzonte fino alla montagna, al di là e più dentro ancora i vicoletti del paese, è possibile cogliere a pieno tutta la sorprendetnte bellezza di una natura ancora incontaminata. Frosolone è un piccolo centro abitato che si stende mollemente ai piedi di una montagna suggestiva e dal fascino singolare, nella verde provincia di Isernia. Offre panorami di impareggiabile bellezza, uniti ad un patrimonio monumentale ragguardevole che testimonia il succedersi delle civiltà e delle culture. La magia di questo antico centro molisano avvolge ogni suo ospite e lo fa sentire rappacificato col mondo intero, eppure mai pago di novità e scoperte che Frosolone è sempre pronta ad offrire. Questo
luogo, pur avendo mantenuto intatti attraverso secoli di storia, i sapori e gli odori dei tempi antichi, si è adatto perfettamente alle nostre più moderne esigenze, non facendoci mai perdere la giusta dimensione del tempo. Se, nel silenzio dei vicoletti, udite il rumore del martello che batte sull'incudine, proprio come cento e cento anni fa, non vi meravigliate di trovare al lavoro nell'antica bottega un giovanotto ventenne, bisnipote di un vecchio artigiano. Se passeggiate lungo le vie degli antichi tratturi della transumanza, di cento e cento anni fa, non stupitevi di trovare in montagna mandrie di mucche che brucano l'erba profumata proprio sotto i pali del campo prova eolico. Ma non provatevi a chiedere qule sorta d'incantesimo vi viene fatto qui a Frosolone, cosa ci può essere mai sotto il selciato delle sue stradine, nelle pietre delle sue case, nei fiori o tra i rami dei faggi della sua montagna, sui comignoli dei caminetti delle sue fattorie o nella penombra delle sue Chiese o nel sapore dei suoi piatti. Nessuno saprà rispondervi.


Duronia

Comune di 460 abitanti

Il nome antico del Comune era Civitavecchia, e cioè “Civile veteris” nel secolo XIV – “Civitatis vetule” nel latino curiale – “Civitavetula” nel secolo XVI. Fra il 1755 e il 1760, quando furono scoperte nel suo agro pregevoli tombe, e non poche iscrizioni lapidarie e monete attestanti la remota preesistenza di un cospicuo centro urbano, si confermò nei cultori di patrie memorie il convincimento che ivi sorgesse la “Duronia” dei Sanniti, che Livio dice espugnata dal console Lucio Papirio Cursore, console romano, nell'anno di Roma 459 (293 a.C.). E perché sarebbe stata proprio Duronia e non altra delle tante città sannitiche, delle quali invano le tracce e le venerande reliquie? Il motivo fu che l'agro del Comune è percorso dal torrente Durone, nel cui nome parve ravvisarsi la ricordanza e quasi l'eco perpetuata del nome dell'antica città. Il Garucci era di opinione che il presente abitato fosse invece l'erede del superbo “Bavianum vetus”, come Pietrabbondante di “Aquilonia”, dalla milizia linteata. Sennonché, per le reliquie tornate alla luce, e per il Durone il cui nome pur qualcosa ha da ricordare, il consiglio comunale chiese, nel 1875, ottenendolo, il permesso di mutare il nome di Civitavecchia per quello di Duronia, per effetto del quale il piccolo comune molisano ha raggiunto il duplice scopo di rivendicare un'agnazione che l’onora e di sopprimere l’omonimia di Civitavecchia laziale. L’antico abitato è sulla vetta di un monte, le cui falde occidue hanno a saldo rinforzo i cosiddetti “Morconi di Lauro”, superbi ed eretti macigni alla cui sommità si adergono i “Morconi di S.Tommaso”, che fanno scolta alla chiesa parrocchiale. La memoria più remota che si abbia di Duronia n’è data da un diploma del 1270 col quale Carlo I d’Angiò assegnava la metà del feudo di Civitavecchia a Raimondo Cantelmo, figlio di Bertrando signore di Roccavivara. Questo diploma, naturalmente, non esclude che Duronia preesistesse fin dai tempi longobardi, se si tenga conto che esisteva la vicina Civitanova: la quale, evidentemente, venne così chiamata in contrapposto della Civitavecchia, il cui nome attesta di per sé l’entità più antica. Nel 1276 il feudo, nella sua integrità, passò a Gentile della Posta, del quale fu successore il figlio Bartolomeo. Sul finire del regno di Carlo II d’Angiò, e cioè nei primordi del secolo XIV, era feudataria di Civitavecchia Isabella Filangerio, della mobilissima prosapia venuta nel Reame coi normanni, e che aveva preso il nome da Angerio (signore d’Angers) prode cavaliere crociato.
La famiglia Filangerio (Filii Angerii), poi Filangeri, chiarissima nel sacerdozio e nelle armi, e dalla quale usci’ nei tempi recenti il sommo autore della “Scienza della Legislazione”, Gaetano Filangieri (1752-1788), godeva di nobiltà in Napoli nei seggi di Nido e Capuana, e consegui’ nel 1444 l’abito di Malta. Nel 1307 Isabella Filangerio assegnò alla propria figlia Isabella, in dotario, la metà dei corpi feudali di Civitavecchia, in occasione delle sue nozze con Roffredo Filomarino di Napoli. Civitavecchia per questo motivo passò in dominio della chiara prosapia dei Filomarino, sorrentina di origine, che ascese in fastigio nel secolo XIII ed iscritta nel Seggio di Capuana. Dalla fine del secolo XIV fino alla metà del secolo successivo Civitavecchia fu pertinenza della Contea di Montavano, avendo per signori feudali gli stessi titolari che in questa si successero. Nel 1450, alla morte di Francesco di Montavano, Civitavecchia venne data in feudo alla famiglia Piscitelli da Ferrante I d’Aragona. Questa famiglia, insieme a quella dei d’Alagno (d'Alagna), tenne in feudo Civitavecchia per un periodo ultra secolare. Nella prima metà del secolo XVII Civitavecchia divenne feudo dei della Marra, signori di Macchia d’Isernia. Ultima famiglia feudale, con possesso in data anteriore al 1648, fu quella dei D’Alessandro di Pescolanciano

Copyright: A.C. "La Terra"


Editrice de la vianova, periodico molisano di informazione, ed organizzatrice
della manifestazione naturalistica e socio-culturale
cammina, Molise!

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