"Duronia, quale futuro?", dopo l'ennesima
elezione a sindaco di Luigi Petracca nella tornata elettorale del novembre
del '93, fu il mio primo articolo su Duronia, pubblicato sul supplemento
del n°0 de la vianova. Avevo tentato, attraverso una lettura
del territorio sotto il profilo urbanistico, di tracciare un possibile
futuro socio-economico del paese. Sono passati ben otto anni e rileggendo
l'articolo prendendo a specchio la realtà del paese mi accorgo
che il tempo inesorabilmente è passato invano. Tempo perso per
chi ha avuto la responsabilità di amministrare, tempo perso purtroppo
per il comune.
Eppure l'Amministrazione comunale, paradossalmente, in tutti questi
anni ha potuto disporre di fondi cospicui, fondi UE del Patto per il
Matese prevalentemente. Interventi "a pioggia", come si dice,
spesi incautamente che hanno finito spesso per rovinare zone di alto
pregio ambientale (vedi le case popolari nel centro storico o la copertura
dei campi di bocce sul tratturo) o per soddisfare politiche clientelari
(vedi i fondi PIT). Tanti miliardi spesi, nessun posto di lavoro in
più, nessuna iniziativa imprenditoriale, nessuna iniziativa sociale
o culturale, un paese, da tutelare e valorizzare per i suoi alti pregi
ambientali, umiliato invece da interventi che hanno deturpato l'esistente
ed hanno offeso la memoria storica di tante generazioni di duroniesi.
E' mancato in definitiva il progetto e le occasioni perse sono state
tante.
Oggi Duronia ha una nuova amministrazione comunale, negli intenti alternativa
alla gestione ultratrentennale di poche famiglie rappresentate sempre
dallo stesso Sindaco.
Che fare, dunque? Per Duronia quale futuro?
Premessa.
E' necessario fare una premessa politica di ordine generale. Bisogna
essere convinti, come io lo sono, da una parte della essenzialità
di una riorganizzazione dello Stato, che dia sicurezza e garanzia al
cittadino, dall'altra dell'importanza che il cittadino diventi partecipe
cosciente e vigile delle scelte di chi è chiamato a governarlo.
Insomma la politica deve essere partecipazione, deve restituire dignità
all'individuo, per reintegrarlo, soggetto attivo, nell'ambito istituzionale
e territoriale: quindi decentramento politico e amministrativo, sociale,
culturale ed economico dalla città alla campagna, e recupero
dell'individuo nella sua dimensione umana.
La realtà locale deve essere intesa come momento di massima coscientizzazione
civile dell'individuo. Nonostante la globalizzazione e l'informatizzazione
galoppante, che vogliono consegnare l'uomo al terzo millennio come cittadino
del mondo, la convinzione predominante rimane che l'individuo riesca
a trovare la sua dimensione umana nel suo "habitat naturale",
inteso come luogo in cui nasce (il posto di origine), si forma (la scuola,
la famiglia), lavora (i campi, la fabbrica, l'ufficio), si confronta
(la piazza, la parrocchia o la sezione di partito o di associazione),
trascorre il suo tempo libero. Ogni realtà locale, seppur piccola,
storicamente ha rappresentato questo "habitat".
E' in questo "habitat" che bisogna creare le condizioni urbano-ambientali
necessarie per uno sviluppo possibile. In sintesi: il consolidamento
strutturale e la conservazione storica e culturale del patrimonio edilizio
dei nostri piccoli centri devono essere mirati a ricreare l'habitat
originario, a far rivivere la piazza. Occorrono spinte energiche per
ricreare botteghe artigianali e attività di piccolo commercio;
servono spazi e situazioni, dove è possibile produrre cultura,
dove è possibile la socializzazione e il divertimento. Il paese
non dovrà essere solo il "monumento" recuperato, ma
dovrà tornare ad essere il luogo dove si risiede e si produce.
Il territorio deve essere tenuto sotto uno stretto controllo idro-geologico,
magari evitando di lasciarsi affascinare dalle "grandi opere"
o di ingrossare il serpaio delle stradine interpoderali ed infittendo
colture mirate che rendano di nuovo produttivi i campi abbandonati o
rimettendo in uso antichi sentieri. L'ambiente, nella sua interezza,
paesaggistica e storico-culturale, deve essere tutelato e valorizzato.
Nell'ambito e nel rispetto del Programma politico che
la nuova amministrazione comunale di Duronia intende realizzare nei
prossimi cinque anni, nella qualità del professionista che negli
anni ha imparato a ben conoscere il territorio in cui è nato
ed opera intendo qui dare il mio contributo per la traccia di un piano
di sviluppo del paese. Ho ripreso l'articolo del 1994, sopra citato,
e, tenendo per buona l'impostazione della lettura del territorio sotto
il profilo urbanistico, l'ho rielaborato in considerazione delle modificazioni
avvenute in questi anni nell'ambito legislativo regionale e delle esigenze
programmatiche dell'ente locale.
Non facciamoci impressionare dal termine. L'Urbanistica
è, molto semplicemente, la scienza che regola lo sviluppo del
territorio.
E' importante far rilevare come la scienza urbanistica, se da una parte
studia quegli aspetti disciplinari che possano eventualmente meglio
orientare le molte azioni di carattere politico, legislativo, amministrativo
e tecnico che continuamente vengono a modificare la realtà di
un territorio, dall'altra utilizza questi studi nella definizione della
politica urbana nei suoi vari aspetti, e particolarmente nella pratica
della redazione dei piani regolatori generali, dei piani particolareggiati,dei
programmi di fabbricazione, dei regolamenti edilizi, e così via..
Sapete che i piani urbanistici, sopra elencati sono sì redatti
da tecnici (architetti o ingegneri), ma su incarico di amministrazioni
pubbliche: questo impone che professionista ed amministratore, l'uno
per le competenze tecniche l'altro per gli orientamenti di politica
programmatica, concorrono all'attuazione dello strumento urbanistico.
A Duronia è in vigore dal 1985 un Programma di Fabbricazione,
variante ad un precedente Programma vigente dal 1968, il quale purtroppo
presenta carenze tecniche rilevanti: tutti quelli (tecnici, imprese,
cittadini committenti), che in qualche modo hanno avuto a che fare con
il settore edilizio, ne sanno qualcosa. Indici di edificabilità
'fluttuanti', che si prestano ad ogni tipo di interpretazione, zone
edificatorie mai ben definite, mancanza di norme certe per le zone agricole,
inclusione in zone edificabili di aree tratturali già destinate
ad attrezzature sportive o alla viabilità, aree di sviluppo artigianale
in zone del tutto avulse (esempio: la zona artigianale è collocata
nei pressi della borgata Casale, mentre la zona-servizi è ubicata
dentro il bosco di Lamecupe), assenza assoluta di norme che regolano
l'attività edilizia nel centro storico, assenza di qualsiasi
previsione programmatica di fruizione ambientale mirata e quindi di
tutela per le aree più caratteristiche del comune, quali le due
pinete, i boschi, il tratturo, le sorgenti, la Civita,
e così
annotando: sono queste, tra le tante, le pecche più visibili.
Sinceramente si, ha 1'impressione che questo Strumento urbanistico sia
stato redatto nello spazio di una notte e da qualcuno che Duronia l'abbia
vista solo in cartolina, per altro in bianco e nero.
Doveva essere una priorità assoluta da parte delle Amministrazioni
comunali che si sono succedute a Duronia nell'ultimo quindicennio quella
di dotarsi di un Programma di Fabbricazione efficiente, invece gli interessi
purtroppo sono stati altri
Nell'ambito di una visione programmatica, sociale ed economica, più
legata ad uno sviluppo agrituristico ed ad un rilancio dell' artigianato
e del piccolo commercio che non ad un improbabile sviluppo industriale
o agricolo, le speranze per un possibile recupero del degrado e del
caos urbanistico nel comune di Duronia sono riposte, non v'è
dubbio, nella volontà politica di impostare in maniera del tutto
nuova una programmazione urbanistica legata ai veri interessi della
cittadinanza, che sono quelli di uno sviluppo occupazionale locale,
della salvaguardia dei beni ambientali e storico-archeologici, di una
corretta, armonica e contenuta espansione edilizia, del recupero del
patrimonio edilizio esistente, delle forme consortili da trovarsi con
i comuni viciniori per la fruizione di servizi e la gestione di possibili
risorse comuni.
Esaminiamo ora, pur nella brevità della esposizione
dovuta al carattere puramente informativo di questo articolo, quali
possono essere le linee guida di uno strumento urbanistico che si proponga
come obbiettivo quello di consegnare Duronia ad un futuro migliore.
Per rendere più facile la comprensione di problemi, altrimenti
poco digeribili, esemplificherò la esposizione delle seguenti
argomentazioni usando la classificazione per zone d'intervento, proprie
della disciplina urbanistica, in cui viene diviso il territorio comunale.
Le zone urbanistiche, propriamente dette, di norma sono:
A)zone pubbliche di interesse generale;
B)zone residenziali;
C)zone produttive;
D)zone di tutela e salvaguardia.
Zona per zona, analizziamo allora queste possibili direttrici programmatiche.
A)ZONE PUBBLICHE DI INTERESSE GENERALE
Verde pubblico, sportivo ed attrezzato
Lo sport deve essere inteso, in un paese come Duronia,
come una attività capace di aggregare e socializzare, ma anche
di offrire una risposta alle esigenze di tempo libero organizzato dei
giovani ed anche degli anziani. Duronia ha poi una vocazione sportiva
particolare: negli anni passati si è sempre distinta per le sue
gloriose avventure calcistiche. Sul campo sportivo, nato ai piedi del
paese sull'aia di Rione del Pozzo, chi tra i Duroniesi, almeno negli
ultimi cinquanta anni, può dire di non aver mandato un calcio
al pallone?
Dato come impegno prioritario da parte dell'Amministrazione quello di
concordare con i comuni vicini le opere di cui fruire in maniera consortile,
quali sono allora gli interventi che andrebbero previsti nelle zone
a verde sportivo? l'elenco potrebbe essere il seguente:
· potenziamento ed ampliamento degli impianti esistenti ed impegno
formale da parte dell'amministrazione comunale di farli funzionare con
iniziative adeguate (società sportive, scuola calcio, tornei,
ritiri, etc.);
· creazione di strutture anche nelle borgate più rappresentative;
· Soluzione architettonica per il recupero ambientale dell'impianto
di copertura dei campi di bocce sito a ridosso della fascia fratturale
in zona "la Taverna" all'ingresso del paese;
· individuazione di una zona pedemontana (es. Sterparone) adeguata
per l'installazione di un campo da golf, di sicuro richiamo, perchè
non esistente in zona, per appassionati ed operatori della disciplina.
Rispetto ad altri paesi limitrofi, a Duronia negli ultimi
trenta anni, per quello che concerne il verde pubblico attrezzato, è
stato fatto assai poco. L'unico intervento di un certo rilievo è
stato quello del rifacimento della villetta comunale, per altro solo
iniziato e mai completato, col risultato che le previsioni progettuali
ne risultano completamente stravolte, e la sistemazione dell'area attrezzata
prospiciente la sorgente Cannavine.
Gli interventi da proporre potrebbero compendiarsi nel
seguente elenco:
- villetta comunale: a) completamento dei lavori, b) ampliamento verso
la zona Agip, c) sfruttamento della parte in pendio verso il tratturo
per organizzare uno spazio-anfiteatro;
- zona S.Tommaso: naturalizzare l'ambiente, eliminando alcune brutture
(ringhieracce di risulta, ex-voto di pessimo gusto, parcheggi, etc)
e creando un belvedere, usando pietra a secco per le delimitazioni (in
alcuni tratti già realizzate), con la risistemazione della croce
in legno;
- dentro il paese e nelle borgate più rappresentative: attrezzare
aiuole e fioriere, installare panchine, fare opera di convinzione per
fiorire balconi e finestre;
- Spazio giochi per bambini: individuare spazi sicuri da attrezzare
più prospicienti al centro abitato con la convinzione che il
gioco dei bambini deve comunque essere garantito non solo in spazi riservati,
ma possibilmente in ogni spazio fruibile pubblico, proponendo il paese
intero come 'parco giochi', dove la libertà e la fantasia dei
bimbi meglio possono e devono esprimersi;
- fascia tratturale, che corre a valle del paese e che si estende fino
al 'colle della Taverna': preoccuparsi di ottenere le dovute concessioni
per una manutenzione a 'prato all'inglese' di tutta la fascia, salvaguardandone
comunque la funzione primitiva che è quella della transumanza;
- parco della Rimembranza: mandare in porto un progetto, da anni depositato
sul Comune e mai realizzato, che prevede la sistemazione del parco con
una nuova concezione degli spazi atti ad essere fruiti in maniera aperta
e non chiusa, come è adesso;
- proporre uno studio delle essenze arboree, entro la tradizione e la
natura del luogo, per piantumazioni, anche ad alto fusto.
Viabilità e Sentieristica
I problemi inerenti la viabilità tout-court sono
tanti: vanno dal caos estivo alle difficoltà di collegamento
con le frazioni, dal disordine dei materiali impiegati nei rifacimenti
viari interni alla segnaletica. Per una corretta risoluzione di questi,
si dovrebbe attuare la seguente programmazione:
- ripristinare e potenziare i collegamenti carrabili con le borgate
ed assicurarne la manutenzione;
- contrastare la costruzione di nuove strade interpoderali: le tante,
un serpaio orribile, che già esistono, sono sconquassate e per
lo più inutili e non fanno altro che alimentare il dissesto idrogeologico
ed ambientale;
- definire un piano di traffico per il periodo estivo: organizzare parcheggi
alla periferia del paese e gli incroci nella zona 'la Taverna';
- mettere a punto una segnaletica efficiente ed esaustiva;
- restituire la dignità di piazza agli spazi pubblici di San
Rocco e Colle della Croce e soprattutto del Monumento, ridotto con un
recente intervento ad una improbabile prosecuzione della villetta comunale
con recinti che creano problemi sia al traffico carrabile che a quello
pedonale;
- studiare un piano generale di sistemazione delle strade interne al
paese, con la individuazione di lastricati appropriati, nel rispetto
dell'uso tradizionale dei materiali caratteristici locali: devono scomparire
il cemento, l'asfalto o altri elementi che mal s'accompagnano con un
assetto viario interno così concepito (es.:il porfido o altre
pietre scure); in questo quadro bisogna senz'altro prevedere il ripristino
della scalinata di Via Roma e di parte della scalinata della salita
del Nervo, quella sotto l'Arco, (orribilmente rovinata con un intervento
di dieci anni fa);
- costruire, dovunque sia possibile, muretti in pietra locale per la
delimitazione degli spazi pubblici, pedonali o carrabili, ed eliminare
tutte le ringhiere; rivalutare i 'muraglioni', con interventi di pulitura
e sabbiatura della pietra portante.
Per quello che concerne la sentieristica, si tratta, in
pratica, di: a) costruire una rete collegata a quelle di altri paesi
limitrofi, di dare ad essa punti di riferimento certi d'approvvigionamento
idrico-alimentare e di pernottamento, di renderli cioè basi di
appoggio del turista; b) segnalare i percorsi e di comunicare questa
singolare ma importante opportunità di contribuire a scoprire,
conoscere e vivere il "piacere" del Molise, le strade dei
sapori, i tratturi, la memoria, la sacralità, i parchi della
storia, della cultura e della natura di questa nostra Regione.
A Duronia bisogna incentivare gli sforzi per ripristinare i seguenti
percorsi:
- unione di tutte le sorgenti pedemontane di Cannavine, Cannella, Sambuco,
Fonte dell'Arciprete, Fonte degli Asini e Fonte Brecciarolo;
- unione, secondo i tracciati antichi ed ora abbandonati della tradizione
contadina o dei rami tratturali, dei nuclei abitati più significativi
che gravitano intorno al paese;
- unione dei boschi di Lamecupe, Selva e Porcino, ed individuazione
di tratti interni per una migliore valorizzazione dell'area boschiva.
Attrezzature di interesse generale
1)Cimitero
Per quello che concerne le norme di polizia mortuaria
e di igiene edilizia, il cimitero di Duronia è da considerarsi
abusivo. Esiste in Comune un Progetto generale di ampliamento e sistemazione,
una specie di piano regolatore del cimitero, regolarmente approvato,
già dal 1984, dalle competenti autorità: fino a quando
non verrà eseguita buona parte degli interventi previsti in questo
progetto, il cimitero deve considerarsi di fatto fuori legge. Allo stato
attuale nessuna categoria di lavori può essere eseguita all'interno
dell'area ampliata del cimitero per il fatto che le precedenti Amministrazioni
Comunali hanno con negligenza fatto scadere i tempi per le procedure
d'esproprio. Compito primario quindi della nuova Amministrazione sarà
quello di attivare al più presto le procedure per espropriare
i terreni nella zona d'ampliare. I lavori che dovranno con urgenza poi
essere eseguiti per sanare tutta la situazione saranno i seguenti:
- completamento del muro di cinta per delimitare tutta la parte ampliata:
non si potrebbe altrimenti costruire alcunchè in questa zona,
nè si potrebbe continuare a seppellire dentro la cappella della
Congregazione del Purgatorio;
- costruzione di edifici comuni, quali l'ossario, la camera mortuaria,
il deposito di osservazione, etc..
Per completare il quadro degli interventi, per altro tutti previsti
nel progetto generale ed intesi a fare del cimitero un grande parco
pur nel rispetto della sacralità del luogo, elenchiamo i più
importanti:
- sistemazione del verde nelle aree destinate alle inumazioni e piantumazione
di alberi ad alto fusto;
- previsioni di ristrutturazione delle tombe con tipologie comuni;
- costruzione di colombari comunali;
- adozione, nell' area ampliata, del piano di lottizzazione, già
approvato, per permettere ai privati di costruire proprie cappelle;
- sistemazione stradale, con costruzione di parcheggi e rifacimento
dei marciapiedi negli spazi adiacenti all' ingresso del cimitero.
2)Ambulatorio comunale
E' dagli inizi degli anni ottanta che il comune aveva
avuto una promessa di finanziamento iniziale di 50 milioni per la realizzazione
di un ambulatorio. Sono stati realizzati progetti a più riprese,
a seconda degli umori degli amministratori: prima un progetto che prevedeva
la realizzazione dell' ambulatorio in piazza Monumento, ma a quelli
della 'Terra' non andava bene; poi un altro che ne prevedeva la costruzione
in piazza S.Rocco, all'inizio della Salita del Nervo, ma quelli del
Monumento e delle borgate si opposero strenuamente; ne fu redatto un
terzo che prevedeva il riutilizzo di alcune stanze dell'edificio comunale
che poi è andato finalmente in porto: progetto approvato, lavori
realizzati, ma la destinazione d'uso, non so per quali oscuri meandri,
da ambulatorio si è trasformata in sede municipale. Si è
persa da sciocchi una occasione importante per dotare il comune di un
servizio essenziale di pubblica utilità, che allo stato attuale
viene esercitato in un locale dell'ex edificio scolastico, nel caos
della polifunzionalità dello stesso e della fatiscenza strutturale..
Per il futuro è bene non ripetere gli errori del passato, dovuti,
come abbiamo visto, all'inezia ed alla sprovvedutezza dell' Amministrazione;
perciò è importante individuare da subito una zona, possibilmente
di facile fruizione soprattutto per i cittadini anziani e delle borgate,
adatta per la costruzione di questo servizio, cosicchè, qualora
dovesse prospettarsi la possibilità di un nuovo finanziamento,
si potrebbe procedere con speditezza alla sua realizzazione.
3)Centro Recupero Psichiatrico
Se questa struttura dovrà continuare a funzionare,
è prioritario che i lavori del complesso vengano ultimati con
la massima urgenza possibile. La situazione non è più
sostenibile. Non si possono tenere, malati ed operatori, per anni in
una situazione di precarietà logistica tale e pretendere poi,
sia da parte dell'Amministrazione comunale che da parte degli Enti sanitari
preposti, i risultati operativi ottimali che dovrebbero garantire la
continuazione del funzionamento del Centro stesso.
4)Centro anziani
Si sa che la popolazione prevalente nel comune è
costituita da anziani. Abbiamo detto prima come sia importante organizzare
il tempo libero per essi, ma altrettanto importante è provvedere
alla assistenza di quelli tra loro che più ne hanno bisogno.
Per questo le iniziative, da mettere in programmazione dovrebbero essere
le seguenti:
- potenziare le sovvenzioni per il Centro per sole donne di 'Villa Serena';
- individuare, in modi e tempi da studiare, come organizzare strutture
per accogliere anche coppie ed anziani di sesso maschile;
- riorganizzare l'assistenza domiciliare, in maniera che questa non
sia più frutto di una equivoca politica clientelare: si può
pensare, ad esempio, alla costituzione di una cooperativa di servizi,
che, fruendo anche dei contributi regionali previsti, possa mettere
nel conto delle sue attività anche quelli dell' assistenza domiciliare
agli anziani.
5)Centro sociale
Duronia non ha mai avuto una struttura di questo tipo.
Negli anni passati è stata la Parrocchia che ha supplito a questa
carenza, ma oggi purtroppo nessun servizio è a disposizione della
collettività. Serve uno spazio pubblico dove è possibile
incontrarsi (giovani ed anziani, uomini e donne), per socializzare,
fare cultura ed anche, perchè no, divertirsi. Nell'immediato,
ad esempio, potrebbero sfruttarsi i locali dell'edificio scolastico,
allo stato attuale non più funzionante come plesso, o gli edifici
abbandonati da anni, delle scuole rurali della borgate, previo idonee
ristrutturazioni.
B)ZONE RESIDENZIALI
Zone degli insediamenti storici
Fa male rilevare come questa zona, la 'Terra' per intenderci,
il nostro centro storico, contrariamente a quello che è accaduto
in altri paesi, sia stata privata negli anni di ogni intervento mirato
alla salvaguardia dell' esistente. La memoria storica della nostra 'povera
architettura' rischia di svanire.
Un esempio di degrado per tutti. Uno dei luoghi tipici del centro storico
(gli Archi della Terra, contrafforti in pietra che delimitano, in simbiosi
con la roccia, sul versante Est la roccia del borgo medievale, da secoli
suggestive testimonianze della memoria storica dei Duroniesi) è
stato seriamente deturpato con un intervento di natura pubblica per
la costruzione di alloggi popolari. In pratica sono stati demoliti tutti
gli edifici in pietra siti sugli "Archi" per far posto ad
un nuovo stabile, con ampliamenti volumetrici rispetto all'esistente,
costruito in blocchetti in calcestruzzo, intonacato e coperto da tegole
portoghesi. Con buona pace del "Recupero" che pure era previsto
nelle clausole tecniche ed amministrative per aver accesso ai fondi
(ERP).
Diventa impellente quindi da parte dell'amministrazione comunale intervenire,
se si vuol salvare il poco che è rimasto e consegnare ai nostri
figli il ricordo della Civitavecchia dei nostri padri.
In concreto le strade da seguire dovranno essere quelle che puntano
al recupero ed alla conservazione del patrimonio edilizio esistente.
Dovranno quindi essere adottate norme più restrittive per quello
che concerne le cubature e le altezze. Dovrà essere reso obbligatorio
l'impiego di elementi tipologici caratteristici dell' architettura locale:
quali la pietra a faccia vista, soglie e portali lapidei, infissi in
legno, cornicioni alla 'romanella', manto di copertura con coppi tradizionali,
etc.
Bisogna poi adoperarsi per l'attuazione di leggi regionali che favoriscano
il finanziamento di interventi sia pubblici che privati, come gia in
altre Regioni avviene.
Zona di completamento
E' questa la zona che forma il panorama del paese e che
si estende dall'Arco della Salita del Nervo fino alla provinciale per
Bagnoli del Trigno: è qui che abita la maggior parte dei Duroniesi.
Per limitarci al solo riassetto edilizio, la formulazione delle norme
attuative dovrebbe curare i seguenti aspetti:
- adeguamento delle altezze, delle sopraelevazioni e delle coperture
allo 'sky-line' panoramico;
- conservazione e recupero di edifici di particolare pregio;
- studio di un piano cromatico per la tinteggiatura degli intonaci esterni
e dei manti di copertura;
- impiego, ove possibile, degli elementi tipologici, previsti anche
nel centro storico;
- ampliamento della zona nella immediata periferia ed adozione delle
stesse norme nelle borgate, dove esistono nuclei abitativi considerevoli.
Zone di espansione
Per rendere possibile una espansione edilizia in queste
zone che non sia avulsa dal contesto urbanistico del 'centro' e che
dia risposta adeguata alla domanda, che pur esiste, di nuove case, per
sanare situazioni abnormi, altrimenti compromissorie di un auspicato
sviluppo, le linee di massima da seguire potrebbero essere queste:
- ridefinizione delle zone, con una delimitazione che tenga conto delle
aree più vocate e per l'esposizione e per la natura del terreno;
- contenimento degli indici edificatori, in maniera da non permettere
grosse concentrazioni di cubature o realizzazioni di volumi eccessivi
che contrastino con le preesistenze edilizie e le conformazioni naturali
del terreno di insediamento;
- previsione di tipologie particolari, in sintonia con quelle che si
dovrebbero adottare nelle zone di completamento;
- studio di piani particolareggiati o di lottizzazioni mirate, al fine
di rendere il meno praticabile possibile qualsiasi iniziativa edificatoria
'spontanea' e permettere una realizzazione ragionata delle opere di
urbanizzazione primaria.
C) ZONE PRODUTTIVE
Zone artigianali
Per uno sviluppo possibile di una economia artigianale,
che potrebbe offrire nel prossimo futuro buone prospettive per lo sbocco
occupazionale, bisogna innanzi tutto definire la politica per lo sviluppo
di questo settore, la quale, e a parer mio è l'unica praticabile
a Duronia e nelle zone limitrofe, dovrebbe articolarsi secondo queste
due direttrici essenziali:
- ripresa ed incentivazione della produzione nello stabilimento per
l'imbottigliamento di Cannavine, seguendo la strada della massima trasparenza
e degli interessi della collettività;
- definizione di aree consortili attrezzate (sul tipo 'Fresilia', per
intenderci, ma più contenute), per impianti medio-grandi (a Duronia
una zona adatta potrebbe essere quella che comprende già lo stabilimento
di Cannavine);
- favorire, con la individuazione di finanziamenti mirati, la creazione,
all'interno stesso del paese, di botteghe artigiane, legate alla lavorazione
del legno, della pietra, della argilla, del ferro, etc., e ateliers
per confezioni e manifatture varie, dove oltre alla produzione sia possibile
anche praticare l'insegnamento onde rendere possibile il perpetuarsi
della tradizione attraverso la formazione di nuove maestranze.
Zone agricole
Dato per scontato che la conformazione delle nostre terre
non è adatta per la incentivazione di colture intensive, bisogna
adoperarsi per favorire le condizioni di sviluppo di attività
legate prevalentemente all'agriturismo o al settore silvo-pastorale.
Per quello che concerne invece l'attività edilizia di tipo civile,
sarebbe opportuno limitare la edificabilità esclusivamente all'interno
dei nuclei abitativi esistenti, che sono già tanti, onde preservare
la particolarità del territorio comunale, caratterizzata appunto
da piccoli e frequenti insediamenti (nuclei o frazioni), immersi in
un ambiente naturale, per lo più e per fortuna, ancora intatto.
Zone per attrezzature terziarie
Con ogni probabilità le direttrici programmatiche
per uno sviluppo economico sostanziale dell'intera regione molisana
per i prossimi decenni avranno come riferimento le attività terziarie:
prime fra tutte il turismo e l' agriturismo. Di questo bisogna tener
conto. Duronia, sappiamo, è legato ad altri paesi della zona
a livello culturale, sociale, economico e territoriale: ogni intervento
quindi che verrà messo in atto non può prescindere da
questa realtà. Se quindi si dà come premessa che Duronia,
inserita in questo quadro, non può che avere uno sviluppo economico
incentrato su tale settore, nelle intenzioni programmatiche locali bisogna
intervenire in maniera tale che ogni attività, di interesse sia
pubblico che privato (edilizia, artigianato, piccolo commercio, iniziative
culturali, sportive e ricreative, etc.), sia finalizzata a promuovere
turismo.
Aree da destinarsi per attrezzature particolari, quali camping o altre
strutture tipiche di accoglienza vacanziera, possono essere localizzate
nella zona tra le due pinete o nei pressi di alcune borgate più
servite, come S.Maria o Cappiello.
Una incentivazione marcata per questo tipo di sviluppo deve comunque
essere data dalle risorse naturali che il territorio comunale per fortuna
offre e che qui appresso sinteticamente esaminiamo.
D) ZONE DI TUTELA E DI SALVAGUARDIA
Zone di rispetto naturale
E' importante, in queste zone, operare senza stravolgere,
rispettare e salvaguardare. Gli interventi da prevedere, posti in questa
ottica, possono essere i seguenti:
- tratturo: a) ripristinare, per quanto possibile, il pascolo o addirittura
la transumanza, se si individuano interessi comuni con altre realtà
collegate; b) come già detto, trasformare la parte limitrofa
al paese in parco, garantendo nel contempo e comunque un percorso preferenziale
per il passaggio delle greggi;
- boschi: recuperare i boschi cedui e le pinete, per renderli accessibili
e quindi vivibili, con opere di sfoltimento degli alberi e delle fronde,
di pulitura del 'parterre', di costruzione di percorsi pedonali attrezzati
e di aree di sosta;
- salvaguardia del panorama del paese: a)imporre norme edilizie di tutela
dello 'sky-line', come sopra accennato; b)tutelare le parti scoscese
di 'sotto il palazzo', di 'sotto S.Tommaso', dei 'morconi di Laura',
etc..
Zone di rispetto archeologico
Conosciamo tutti l'importanza che riveste l'agro del comune
di Duronia sotto l'aspetto archeologico. Conosciamo anche la risonanza
che hanno avuto le scoperte degli ultimi anni, dovute alla azione encomiabile
e volontaristica del locale 'Archeoclub'. Sappiamo pure che, grazie
all'impegno di questo gruppo, i siti archeologici conosciuti ora in
tutto il territorio (prima si sapeva solo della Civita) sono una quindicina,
tutti risalenti al periodo sannita o al periodo romano (sia repubblicano
che imperiale). E' evidente allora sottolineare la responsabilità
che riveste l'impegno che prospetti gli interventi atti a tutelare tutte
le zone interessate, per fruirne poi nel contesto più ampio degli
interventi collegati alla tutela delle risorse naturali. In pratica
le cose da fare potrebbero così essere compendiate:
- vincolare tutte le aree di particolare pregio storico e archeologico;
- sollecitare la Sovrintendenza Archeologica del Molise ad attivare
una campagna di scavi;
- studiare una rete di percorsi attrezzati e di itinerari archeologici
di collegamento con le zone dei comuni limitrofi;
- favorire la nascita ed il potenziamento di attività promozionali,
quali circoli culturali, convegni, campi scavo, etc..
Zone di recupero delle sorgenti
Le fonti sorgive di Duronia sono una risorsa idrica e
naturale che in molti ci invidiano. Questo patrimonio, rappresentato
dalle sorgenti di Cannavine, la Fonte (fonte Brecciaro), fonte degli
Asini, Cannelle, fonte Arciprete, fonte Sambuco, fonte delle Serre,
per citare le più importanti, rischia purtroppo, per l'incuria
dell'amministrazione comunale, di andare completamente disperso. Lo
stato di abbandono in cui esse si trovano è sotto l'occhio di
tutti. Fa rabbia tutto questo. Bisogna intervenire con la massima urgenza.
E' necessario predisporre un piano di recupero che preveda:
- il ripristino idrico, strutturale ed architettonico di ogni fonte;
- la creazione di piccole aree di sosta attrezzate:
- la creazione a valle di Fonte Brecciarolo (ex lavatoio comunale) la
costruzione a valle di un laghetto artificiale, per sanare il dissesto
idrogeologico;
- il recupero dei sentieri di accesso;
- la piantumazione di opportune essenze per la salvaguardia dell'ecosistema;
- la sistemazione di una area attrezzata per camminatori a piedi e a
cavallo;
- l'assicurazione periodica della manutenzione.
E' opportuno studiare anche, come già è stato fatto in
qualche caso, nonostante le 'crepe' procedurali tecnico-amministrative
(vedi Cannavine e Sambuco), la possibilità di sfruttare le risorse
idriche a scopo commerciale o di approvvigionamento per il fabbisogno
locale, salvaguardando lo stato naturale dei siti.
Chiudendo il discorso e per rendere completo il quadro, è necessario
far cenno alle opere di urbanizzazione, le quali rendono agibile e funzionante
ogni 'zona'.
Grazie ai finanziamenti statali dei decenni scorsi (vedi Casmez) e a
quelli regionali più recenti, possiamo dire che il comune è
egregiamente dotato delle opere più importanti: reti idriche
fognanti, strade e pubblica illuminazione.
Finanziamenti recentissimi permetteranno a breve scadenza di ristrutturare
la rete idrica nel centro e di costruire impianti di depurazione in
alcune borgate. Detto questo non si può non tacere su gravissime
disfunzioni di alcuni servizi o non rimarcare il fatto che ancora molte
opere, altrettanto necessarie rimangono ancora da realizzare. Qui appresso
sono elencati alcuni tra i lavori da portare in porto nei prossimi anni:
- individuare un diverso sito ove alloggiare il depuratore, attualmente
ubicato a monte delle sorgente della Fonte, che, oltre a non funzionare,
perchè da anni mai pulito, crea problemi di inquinamento alla
falda acquifera della sorgente;
- attivare la discarica comunale ed assicurarne la manutenzione, cosi
come previsto dalle normative vigenti;
- dotare di reti fognanti e idriche tutte le zone residenziali di espansione;
- riprogettare la pubblica illuminazione per il centro in funzione del
riassetto urbanistico previsto ed assicurare una illuminazione funzionante
in tutti i nuclei abitati del territorio comunale;
- creare sorgenti luminose artificiali per valorizzare siti particolari,
quali il 'Castello', l'Arco e la Chiesa parrocchiale alla Terra, etc..
L'esposizione delle argomentazioni, atte a definire
le linee guida di un possibile strumento urbanistico per il comune di
Duronia, finisce qui. L'impegno mio e di tutti coloro che si sentono
di condividere, politicamente e culturalmente, questa impostazione programmatica
deve essere quello, energico e spassionato, della lotta senza quartiere
ed a viso aperto per fare affermare questi concetti onde realizzare
l'obiettivo che più ci sta a cuore: quello della rinascita di
questo nostro piccolo-grande paese.
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