PADRE ANTONIO GERMANO


CRONACHE QUOTIDIANE DALLA MISSIONE

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Bangladesh - Chuknagar, Domenica, 16 dicembre 2007

 

Il Ciclone in Bangladesh

 

Carissimi,
Torno a farvi vivo via email. Il nuovo superiore p.Mimmo Pietanza, che abbiamo eletto al posto di p. Lorenzo, ha messo a disposizione per me un nuovo desk top e cosi' sono di nuovo in grado di comunicare direttamente qui da Chuknogor.
Di proposito, questa volta, non ho voluto dire niente sul ciclone, anche perche' i mass media hanno reso un grande servizio al Bangladesh, che ha ricevuto una notevole risposta di solidarieta' dalla comunita' internazionale (ringrazio a tal proposito i tanti amici hanno voluto dare il proprio contributo).

Ci fanno un po' ridere (per non dire altro) certi reportage giornalistici, come quello del corrispondente di La Repubblica, che io ho incontrato a Boyra. Veniva dalla Thailandia, ha girato un giorno, e, senza avere la minima nozione di quello che e' il Bangladesh, ha scritto quello che ha scritto: nozioni geografiche sballate, la portata che ha qui l'alta e bassa marea, il nome dei fiumi. Di queste cose puo' parlarne solo chi le vive sulle proprie spalle. Nel 1988 ero rimasto isolato per ben 5 giorni senza avere la possibilita' di comunicare, in completo isolamento e, accontentandosi del poco per sopravvivere. Ma tant'e'! cosi' vanno le cose. Questa e' ragione per cui non voluto scrivere niente.
Come dicevo, qui da noi, solo una grande paura, perche' mi veniva in mente quello che era capitato nell' '88. La vita quindi e' continuata normalmente: abbiamo appena concluso l'anno scolastico, che qui, in Bangladesh, termina in dicembre; venerdi' ho avuto l'ultimo incontro con i maestri facendo un po' di bilancio sull'anno appena trascorso. Adesso siamo entrati in pieno clima natalizio. Cerchiamo di curare la partecipazione comunitaria nella preparazione e nella celebrazione: la nostra gente si accontenta di poco per divertirsi.
Termino questo mio ritorno alla posta elettronica.

Per intanto un forte abbraccio e Buone Feste a voi tutti.

 

P. Antonio Germano Dash, S.X.

 


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Bangladesh - Chuknagar, Domenica, 26 agosto 2007

 

FERRAGOSTO IN BANGLADESH

Sembrava che l’alluvione volesse risparmiare la nostra zona quest’anno. Notizie sempre più allarmanti arrivavano dal Nord Est del Paese, dove la situazione diventava di giorno in giorno più catastrofica, come appariva anche sulle agenzie internazionali di stampa.
Invece proprio nei giorni di Ferragosto anche da noi la situazione precipitava. Le acque del Kopotokko, infatti, uscite dall’alveo, hanno invaso i numerosi villaggi dislocati lungo il bacino di questo fiume capriccioso. I capricci, in realtà, non li fa il fiume, ma sono provocati, in gran parte, dall’incuria dell’uomo. Il letto del Kopotokko, infatti, è seminterrato, e, quando c’è sovrabbondanza di precipitazioni, come è avvenuto nei giorni scorsi, il fiume non riesce a smaltirle ed il risultato sono le ricorrenti e devastanti inondazioni.
La situazione del Kopotokko rispecchia quella delle miriadi di fiumi del Bangladesh, tutti, più o meno, tributari del Gange e del Brahmaputra, che entrano in Bangladesh coi nomi, rispettivamente, di Padma(leggi: Podda) e Jamuna (leggi: Giomuna) e, incontrandosi, formano il grande Meghna. Il corso dei fiumi varia continuamente. Data la scarsa pendenza del suolo, sul loro percorso si formano grandi banchi di sabbia che ostacolano il cammino del fiume, che poi si trova la strada dove e come può. Per ovviare alle ricorrenti alluvioni, bisognerebbe dragare sistematicamente i fiumi assicurandone l’alveo entro robusti argini. Ma chi è in grado di portare avanti tale impresa? Non certo il Bangladesh, sempre nella morsa dei suoi mille problemi. Solo un intervento mirato della comunità internazionale potrebbe dar vita ad un piano organico di sistemazione idrografica del bacino del Bengala (India-Bangladesh).
Ma torniamo al Kopotokko, che, uscendo a Tala-Khampur, ha invaso tutto il territorio circostante. Il villaggio si trova a 15 Km a Sud-Ovest di Chuknogor. Ai vecchi amici della missione del Bangladesh, questo nome non è nuovo. Agli inizi degli anni ’80, infatti, P. Pierluigi Lupi venne a stabilirsi a Khampur, nella Rishi-Para(=villaggio dei fuori-casta), dando vita ad tipo presenza un po’ di avanguardia. La casa dove abitò per 5 anni è ancora quella: una struttura semplice in perfetta sintonia con le case della gente; mura in terra battuta con tetto di lamiera; nel cortile antistante la casa c’è una pompa per l’acqua. P. Lupi diede qui vita ad una piccola comunità di studenti, all’epoca, tutti fuori-casta Hindu, che condivisero con lui lo stile di vita semplice, immerso nella quotidianità della gente. A Khampur c’è la più larga concentrazione di fuori-casta della zona: 400 famiglie. Tra gli studenti che condivisero con P. Lupi gli anni di Khampur, voglio ricordare Shopon Dash, attuale direttore del Dalit (una NGO, sorta per i Rishi e con i Rishi ); Binoy Dash, medico del St. Paul’s Hospital e Topon Dash, che esercita la carriera di avvocato nella capitale Dhaka.
Partito P. Lupi per altre destinazioni, nessuno ha preso più il suo posto. In quella che fu la sua abitazione vivono attualmente 4 dei nostri maestri, che nella stessa casa mandano avanti il Tuition Program e cioè il programma di assistenza agli studenti fuori-casta, in atto anche in altri villaggi.
Sono entrato a Khampur ed ho fatto il giro del villaggio, l’acqua fino alla cintola; più oltre non ho avuto il coraggio di andare. Non è certo una delizia aggirarsi in quelle acque di cui si sente e si tocca il fetore. I servizi igienici, che non sono in muratura, sono esplosi per primi riversando tutto il materiale di rigurgito. Per chi va e si ferma per un giorno, è una cosa che si può narrare, come fa il sottoscritto, non così per chi è costretto a vivere in una situazione che si protrarrà per mesi, perché l’acqua entrata non ha nessuno sbocco di uscita trovandosi il letto del fiume si ad un livello più alto.
Tornato a Chuknogor ho informato il mio superiore regionale P. Lorenzo Valoti, che, a nome dei Missionari Saveriani, ha messo subito a disposizione € 2000. Così siamo partiti subito, selezionando 300 fra le famiglie più bisognose e distribuendo generi di prima necessità: riso, lenticchie, vestiti, medicinali.
Ecco tutto per adesso. Veramente ci sarebbe da aggiungere qualcosa sulla situazione politica, che è molto particolare, ma bisogna stare attenti, perché si potrebbe essere censurati. Speriamo in tempi migliori per il Bangladesh e per tutti.

P. Antonio Germano Dash, S.X.

1. Tala-Khampur:
la casa P. Lupi trascorse 5 anni con una comunità di studenti

2.Tala-Khampur:
il cortile della missione invaso dalle acque.

3.Tala-Khampur:
nel cortile della missione

4. Tala-Khampur:
l'entrata della missione

5.Tala-Khampur:
circondato dai ragazzi della scuola, in visita al villaggio

6. Tala-Khampur:
sullo sfondo appare la chiesetta di una denominazione
protestante

7. Tala-Khampur:
una casa semisommersa

8. Tala-Khampur:
la situazione della maggior parte delle abitazioni

9. Tala-Khampur:
scene di desolazione

 

 


 

Bangladesh - Chuknagar, 18. 07. 2007

 

MONIMALA: COLLANA DI PERLE.

Carissimi amici,
il fatto che sto per raccontarvi non si perde nella notte dei tempi, anche se ha i contorni della favola, ma è accaduto ieri. Non è neppure un caso isolato, perché si ripete giorno dopo giorno nella mappa dei 66 mila villaggi che costituiscono la geografia del Bangladesh.
Monimala è il nome della ragazza, protagonista della vicenda e originaria di Lokkonpur, un villaggio situato a 10 km. ad Ovest della missione di Chuknagor. Il nome è bellissimo; significa collana di perle, ma per chi lo porta suona come collana di sventure.
Monimala ha solo 12 anni e frequenta la classe VII, che corrisponde alla II media in Italia, ma i genitori hanno già combinato il matrimonio per lei secondo una protha, che trafigge la vita di tante altre monimala.
Protha, in lingua bengalese, significa costume, tradizione, cultura. Nella protha vivono anche tanti altri valori, che nella società dei consumi sono quasi completamente scomparsi, come, per esempio, quello della ospitalità. Otithi Narayon, dice un proverbio bengalese e cioè l’ospite è una divinità, è Narayon (manifestazione di Vishnu) e come tale va rispettato ed onorato. E’ una tradizione in vigore soprattutto a livello di villaggio e si manifesta nella particolare attenzione riservata all’ospite, a cui vengono lavati i piedi in segno di rispetto e venerazione.
Ci sono però altre protha, come la borno-protha (sistema delle caste) o la ballo-bibaho-protha(child marriage=matrimonio in tenera età), tanto per citarne alcune, che rappresentano un’autentica piaga in questa società del sub-continente indiano.
Ma torniamo a Monimala. La ragazza fa parte del Soroshi Program, un programma inventato dalla Missione di Chuknogor per venire incontro alle soroshi (è il termine con cui vengono indicate le sedicenni) e cioè alle adolescenti che frequentano la suola secondaria. Sono tutte Dalit, che è il nuovo termine con cui vengono indicati i fuori-casta e viene dall’India, dove i Dalit sono più di 150 milioni ed hanno cominciato ad organizzarsi anche a livello politico. Ma il termine che viene usato nei loro confronti, soprattutto quando li si vuole umiliare, è quello di Muci: “Tu sei un Muci e Muci devi rimanere; non hai nessun diritto di parlare!”
Il Soroshi Program è affidato alla responsabilità di due nostre maestrine della Missione di Chuknogor, Dipali e Golapi, e comprende 100 ragazze, che vanno dalla classe VI fino all’SSC(Secondary School Certificate: è il primo certificato governativo, rilasciato al termine delle scuole secondarie). E’ un programma aggiunto a quello già in atto in altri villaggi di Dalit ed è stato voluto specificamente per quelle ragazze, che non sono raggiunte da alcun altro programma e che, non avendo perciò la possibilità di andare a scuola, si troverebbero subito aperta la porta alla calamità del matrimonio. Per loro, quindi, si pagano le tasse governative, si comprano libri, quaderni e penne e viene anche data la divisa richiesta per poter attendere alla scuola.
Ieri, quando ci è giunta la notizia che si stavano preparando le nozze per Monimala, ci siamo subito mobilitati per scongiurare il pericolo. Tutte le ragazze soroshi sono convenute a Lokkonpur, villaggio natale di Monimala. Ovviamente anch’io ero presente. Milon Dash, direttore di Poritran(=salvezza), una organizzazione non governativa sorta per i Dalit e con i Dalit, ci ha dato una mano. Ci siamo ritrovati nell’aula consiliare del comune per concordare il piano volto a bloccare il matrimonio. Si andrà tutti insieme dai genitori di Monimala e, se questi non ascoltano, si andrà al più vicino posto di polizia per denunciare il fatto. Ci si muove poi secondo quello che è stato concordato. Il villaggio di Lokkonpur si trova improvvisamente al centro di una scena che nessuno mai avrebbe potuto immaginare: un afflusso di cento ragazze con dentro una forza nuova, quella di resistere ad destino fissato da altri per loro!
I genitori, alla fine, accolgono la richiesta: il matrimonio è scongiurato e così Monimala potrà continuare a sperare in un futuro diverso, costellato di perle, come vuole il suo nome. Una conclusione felice, soprattutto perché la manifestazione è stato un momento di coscientizzazione collettiva: tutti hanno visto, musulmani e hindu, ed hanno così ricevuto una lezione di vita proprio dai Muci, da loro sempre disprezzati.
Il racconto è finito, ma la storia continua ed è aperta alla speranza, perché chi la vive e la suscita si porta dentro la gioia di Cristo Risorto.


P. Antonio Germano Dash, S. X.

 


 

Bangladesh - Chuknagar, li 13 giugno 2007

 

Carissimi,
Questa mattina, un boato e poi il crollo. L'anno scorso avevo fatto
costruire un muretto di sbarramento del laghetto (pukur), vicino alla
casa per impedire che la casa mi ci andasse a finire dentro.
Evidentemente il lavoro non era stato fatto secondo le regole e così
questa mattina la brutta sorpresa. Da due o tre giorni piove
ininterrottamente e così la massa dell'acqua si è trascinato il bel
tutto nel pukur:

Primo frutto della stagione delle pioggie ed un regalo
poco gradito del mio Patrono S. Antonio! Tutti i ragazzi erano dentro a
scuola e, così, grazie a Dio, non è successo niente di grave.

Vi mando la fresca documentazione fotografica.

 

Un abbraccio a tutti.

P. Antonio Germano  S. X.

 

 

 


 

Bangladesh - Chuknagar, li 29 gennaio 2007

 

Carissimi,
i l mese di gennaio è un massacrante perchè
si riprendono e si reimpostano un po' tutte le attività: bisogna partire
col piede giusto, come si dice. Soprattutto a livello scolastico si fa
ripartire la macchina e quindi incontri con i maestri (ne sono 40!),
compera dei libri e relativa distribuzione; visita delle varie scuolette
e incontri con i genitori per sensibilizzarli sul dovere che hanno di
mandare i figli a scuola, che per i nostri mucetti rappresenta la leva
prima per la loro promozione umana. Abbiamo poi incominciato a scavare i
pozzi (dieci in tutto), che richiederanno tempo e, naturalmente,
presenza.
Vi mando qualche foto del primo pozzo che abbiamo
iniziato in un villaggio che si chiama Baushola e qualche foto
dell'incontro che abbiamo avuto ieri a Chuknogor con i genitori dei
nostri alunni.

Un caro abbraccio a tutti
P. Antonio Germano  S. X.

 

 


 

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