PADRE ANTONIO GERMANO


CRONACHE QUOTIDIANE DALLA MISSIONE

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Bangladesh - Chuknagar, lunedì  15 dicembre 2008

 

Buon Natale!

 

 Carissimi,
Sono qui a Khulna e approfitto per mandarvi questi auguri natalizi.
Come potete immaginare il fine anno è sempre più movimentato del solito da noi
perché c'è la conclusione dell'anno scolastico con i rituali esami finali.
Quest'anno poi, per via delle elezioni politiche, programmate
per il 29 dicembre, tutto si è svolto in anticipo e con un certo affanno:
i candidati del nostro programma agli esami di SSC,
che sono il primo esame di stato che conta,
sono ben 63, di cui la metà ragazze!
E' un risultato lusinghiero per chi ha iniziato e per chi ha
continuato a lavorare su questa linea della formazione umana.
E adesso ci prepariamo al Natale, che è un momento
assai significativo per questa giovane comunità cristiana.
Domani 16 inizieremo solennemente la novena.

Un abbraccio a voi tutti

P. Antonio Germano Dash, S.X. <antoniogermano@infinito.it>

 

 

 

 

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Bangladesh - Chuknagar, lunedì  20 ottobre 2008

 

DOPO LA SCUOLA, LA CHIESA!

 

Carissimi,
Come ogni anno, anche questa volta tanti villaggi che sono nel bacino del Kopotokko, sono andati sotto acqua e vi
rimarranno a lungo con tanti disagi per la povera gente, come potete immaginare.

La ragione di questo fenomeno calamitoso che si ripete ogni anno è dovuto al fatto che gran parte del letto del fiume corre sopra il
livello del terreno circostante e quindi, se l'argine esplode, l'acqua invade il territorio circostante e vi rimane a lungo, perché non ha modo
di rientrare.

La soluzione sarebbe quella di dragare il fiume per lungo tratto, ma chi lo farà? Così ogni anno il calvario della povera gente si
ripete.
Anche la nostra nuova scuoletta a Khampur è andata sotto acqua, ma essendo le fondamenta ben solide, non ha subito danni, per fortuna!
Vi mando in anteprima il disegno della chiesa  preparato da un padre del PIME.

Appena torna il vescovo da Roma, gliela farò vedere e se sarà d'accordo, in gennaio, cominceremo i lavori, che prevedono anche la
risistemazione di tutti gli ambienti della missione, eccetto la casa che è nuova.
Con ottobre finisce la stagione delle piogge e andiamo verso il bel tempo: il tempo del giardinaggio!

 

 

 

 

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Un abbraccio a voi tutti

P. Antonio Germano Dash, S.X. <antoniogermano@infinito.it>

 

 


 

 

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Bangladesh - Chuknagar, martedì  14 settembre 2008

 

UN FATTO SENZA PRECEDENTI!

 

Carissimi,
vi mando queste poche istantanee che documentano un fatto senza
precedenti nella storia di Chuknogor: il Nunzio Joseph Marino è venuto a
farci visita. Con lui c'erano il vescovo di Khulna, il nostro superiore
regionale, qualche suora ed una larga scorta di poliziotti, cose mai
viste a Chuknogor. Per l'occassione abbiamo organizzato anche un piccolo
trattenimento. Si è fermato solo un'oretta.

 

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Un abbraccio a voi tutti

P. Antonio Germano Dash, S.X. <antoniogermano@infinito.it>

 

 


 

 

Bangladesh - Chuknagar, martedì  25 agosto 2008

 

LA NOSTRA SCUOLETTA E’ TERMINATA!

 

Carissimi,

nel mese di agosto io non ho avuto tregua.

La scuoletta di Khampur è terminata e venerdì prossimo l'inauguriamo con l'incontro mensile dei
maestri, a cui saranno presenti anche gli altri padri che hanno lavorato
nella zona. Allego qui alcune foto.

 

 

 

 

P.S.: Il “lavoretto” che avevo mandato l'altra volta era soltanto
la base di partenza per una relazione da presentare a livello nazionale
a Dhaka, all'inizio di settembre: ho dovuto preparare il testo in
inglese
  e perciò lo mando così com'è per chi avesse la pazienza e l’interesse di leggerlo.

 

Un abbraccio a voi tutti

P. Antonio Germano Dash, S.X. <antoniogermano@infinito.it>

 

 


 

Bangladesh - Chuknagar, martedì  27 luglio  2008

 

 

Ho voluto cimentarmi con questo piccolo lavoretto per provare a me
stesso di aver ricuperato pienamente le mie facoltà:

 spero di esserci riuscito.

 

LA MISSIONE TRA I RISHI

 

 

  1. IL NOME: STORIA O NON STORIA? – Rishi è uno dei tanti nomi con cui vengono designati i fuori-casta, che ritrovano nel Sud-Ovest del Bangladesh e, precisamente, nei tre distretti di Khulna, Jessore e Satkhira e, cioè, nella zona in cui dal 1952 operano i Missionari Saveriani. Secondo un calcolo approssimativo, il loro numero si aggira intorno alle 200 mila unità. Un dieci per cento sono diventati cristiani e rappresentano quasi la metà numerica dei cristiani della Diocesi di Khulna che comprende appunto i tre distretti di Khulna-Jessore-Satkhira.

Etimologicamente, Rishi significa “saggio” e, secondo una tradizione, non accreditata per altro nei manuali degli studiosi, i fuori-casta designati con tale nome sarebbero dei nobili decaduti. Ma ci sono anche altri nomi coniati per loro, che fanno riferimento diretto alla loro condizione segnata da un destino crudele. Tra di essi i più comuni sono: Muci,Das,Horijon,Dolit. Muci è il titolo più dispregiativo ed è legato al loro mestiere originario, che era quello di scuoiatori e conciatori di pelli. Il semplice sillabare la parola Muci fa sputare per terra in segno di disprezzo. Nel contesto culturale Hindu il venire a contatto con carogne  crea un tabù, da cui scaturisce lo stigma dell’impurità e dell’intoccabilità. Si nasce e si muore Muci, ma la segregazione continua anche dopo la morte, perché anche il shoshan (il luogo dove si bruciano i cadaveri) deve essere diverso per loro. Un Muci non può sedersi al bar (docan) e sorseggiarsi il suo the, non può avere accesso al suo piatto di riso al ristorante, non può andare dal barbiere a farsi tagliare i capelli, perché gli oggetti che lui tocca rimangono contaminati.

Das (la s finale si pronuncia come l’sh inglese) è l’altro nome con cui sono indicati all’anagrafe o nei registri scolastici. Ancora oggi i ragazzi di Chuknogor, che vanno alla scuola pubblica, occupano gli ultimi posti nell’aula scolastica e qualcuno degli insegnanti si diverte a chiamarli Das Company. Das significa schiavo, servo.

Horijon. Mahatma Gandhi per gli intoccabili aveva coniato il termine Horijon e cioè “figli di Hori”. Hori è una divinità Hindu. Ma i fuori-casta non hanno mai digerito l’appellativo benevolo di Gandhi. Dire Horijon, infatti, per loro era come dire “figli di nessuno”.

Dolit. Dolit, invece, è un nome di battaglia assunto e fatto proprio dallo sterminato numero di intoccabili che sono in India: si calcola che si aggirino intorno ai 150 milioni. Dolit è un participio passato in sanscrito ed anche nella lingua bengalese, che deriva dal sanscrito. Significa spappolato, sbricciolato, calpestato e ridotto in polvere ed esprime molto bene la condizione dalla quale i fuori-casta vogliono rialzarsi, anche attraverso l’azione politica. Per chi  voglia approfondire il tema dell’intoccabilità, che è un’autentica piaga nella cultura del sub continente indiano, può trovare un’ampia letteratura a riguardo. A livello nostro saveriano, i pp. Luigi Paggi ( di Lecco), Sergio Targa (di Brescia) e John Fagan (scozzese) sono esperti in materia  e potrebbero intrattenere per ore ed ore coloro che  fossero interessati all’argomento.

Il sottoscritto, avendo speso più di trent’anni della sua vita a contatto con loro, qualche anno fa, al proprio nome e cognome ha aggiunto anche quello di Das e così adesso mi firmo: Antonio Germano Das.

Da quel poco che ho scritto, senza pretese, perché non mi considero  un esperto in materia, ma solo un ciabattino (ciabattino, calzolaio, lustrascarpe è una delle tante attività dei Muci), si intravede ed emerge la complessità della problematica che la missione tra i Rishi non può eludere, senza tradire se stessa.

 

  1. I MISSIONARI SAVERIANI TRA I RISHI. – Fin dal loro primo arrivo in Bangladesh, che allora si chiamava East Pakistan, i Saveriani hanno rivolto la loro attenzione agli intoccabili, percepiti come ultimi fra gli ultimi. Poi, a cominciare dagli anni ’70 sono maturate delle scelte che hanno posto i Rishi al centro dell’attenzione. Tali scelte successivamente si sono concretizzate in presenze significative ed in un’azione sempre più concordata.

 

a). CHUKNOGOR – KHAMPUR. – Oltre alle missioni di Simulia, Satkhira e Borodol, costituite interamente da Rishi diventati cristiani, all’inizio degli anni ’80 la missione esplose di nuovo in quelle che, all’epoca, vennero definite “vie nuove”. Le mura della vecchia missione sembravano coartare la spinta missionaria e si sentì perciò il bisogno di uscire dalle mura per attuare un tipo di presenza più vicino alla gente e con orizzonti più ampi. Sotto questa spinta, p. Luigi Paggi, uscendo da Satkhira, dove era stato parroco, si fissò a Chuknogor in mezzo alla para(=raggruppamento di capanne) Rishi, scegliendo per abitazione una capanna simile alla loro. Chuknogor, a metà strada tra Khulna e Satkhira, è al centro di un’area con larga concentrazione di fuori-casta. Stabilirsi a Chuknogor aveva perciò tutti i connotati di una scelta strategica.

Solo a qualche anno di distanza, p. Pierluigi Lupi lo seguì sistemandosi a Khampur, un altro villaggio Rishi a circa 15 km. Sud-Ovest di Chuknogor. L’esperienza di p. Lupi durò solo 5 anni, ma l’impatto che ebbe sulla gente fu grande e rimane vivo ancora oggi. Comprò un pezzo di terra e vi costruì una casa in terra battuta con tetto di lamiera, ospitandovi una diecina di studenti Rishi, che condividevano con lui la vita di ogni giorno. Qualcuno di questi studenti diventò medico, qualche altro avvocato ed uno di loro  attualmente è direttore di una NGO, che porta proprio il nome di Dolit.

 

b). I MODI DELLA MISSIONE. – Tanta premessa (veramente molto stringata) per arrivare all’oggi della missione. Il tentativo portato avanti è stato quello di rendere i Rishi protagonisti della propria storia. Fin dall’inizio si escluse il discorso della conversione al cristianesimo perché non si equivocasse e non si pensasse alla missione come ad una partita di “do ut des”. La gratuità è stata e rimane la caratteristica fondamentale della missione tra i Rishi a Chuknogor, che adesso ingloba anche Khampur fin da quando p. Lupi andò a svolgere altrove la propria attività. P. Luigi, che è il fondatore della missione a Chuknogor, ha messo in atto un movimento, che si è rivelato inarrestabile e irreversibile. Molla ne è l’educazione, intesa in senso anglo-sassone come promozione umana globale, che ha come punto di partenza l’alfabetizzazione. I  Rishi hanno percepito che la scuola è la leva a loro portata per uscire dalla reclusione in cui secoli di storia li hanno rilegati. Il movimento ha dato i suoi frutti e oggigiorno non c’è Rishi para che non mandi i propri figli a scuola. Sono 13 i villaggi collegati direttamente a Chuknogor, ma il movimento si è esteso a macchia d’olio, perché accanto a noi e insieme a noi operano altre organizzazioni con i medesimi intenti e motivazioni. Il metodo suscitato da p. Luigi, che poi ha fatto da supporto al movimento stesso, è stato quello del “Tuition Program”. In che cosa consiste? Gli alunni che vanno alla scuola pubblica (dalla IV elementare fino all’SSC=secundary school certificate) sostano alla missione o nei centri creati negli altri villaggi per due ore di dopo-scuola su le tre materie fondamentali: bengalese, inglese e matematica. Per aver un’idea dell’efficacia e della consistenza del metodo, basti pensare che nella prossima sessione saranno in 63 (30 sono ragazze) a dare gli esami di SSC. Inizialmente i maestri venivano scelti tra musulmani e hindu e p.Luigi era uno di loro, perché tra i Rishi non si trovava gente istruita. Attualmente i maestri sono tutti Rishi. Nel nostro programma, quest’anno essi sono  40. Si tratta in realtà di studenti del College, che offrono due ore di ripetizione giornaliere e in questo modo ricevono l’aiuto per mantenersi agli studi: da una parte danno, dall’altra ricevono. Sono tante le attività collaterali portate avanti dalla missione, sulle quali non mi diffondo, perché si aprirebbe un capitolo ancora più ampio.

 

c). IL CATECUMENATO. – Dopo circa 20 anni di presenza a Chuknogor, i primi studenti, mossi probabilmente dalla testimonianza di vita di p. Luigi e degli altri padri che successivamente vennero a stare con lui, fecero richiesta formale di diventare cristiani. P. Luigi, sempre restio ad accogliere tali richieste, alla fine si convinse che non era in suo diritto negare la via della salvezza a chi gliela chiedeva ripetutamente. Così il dialogo maestro-discepolo (guru-shisho) si completò nell’adesione di fede a Cristo da parte dei primi dieci studenti Rishi. L’esempio fu contagioso e altri ancora fecero la medesima richiesta. Nel 2001, per venire incontro a questa esigenza nuova della missione, fu chiesto a me di venire a Chuknogor per iniziare formalmente il catecumenato. La missione doveva conservare la sua fisionomia iniziale di apertura a tutti, Musulmani e Hindu. La novità era rappresentata dal cammino dei Rishi verso Gesù. Nel frattempo p. Luigi Paggi lasciava Chuknogor  per seguire l’impulso di una nuova chiamata. Andò a stabilirsi tra i Munda, un gruppo tribale al limite estremo del Bangladesh, al margine della foresta tropicale. Prese il suo posto p. Sergio Targa, 25 anni più giovane di me. Tutta l’attività di promozione umana ricevette nuovo impulso e nuova creatività.

Ebbi così tutto il tempo per prepararmi e per impostare con serietà il cammino catecumenale. Dopo un percorso di 5 anni, un primo gruppo di 51 persone, giovani e adulti, la notte di Pasqua del 2006 ricevettero i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella cattedrale di Khulna per mano del vescovo. Di anno in anno altri gruppi si aggregarono. Attualmente i gruppi sono otto, divisi secondo fasce di età e di istruzione. Il numero complessivo dei catecumeni è di 150.

Sfortunatamente, alla fine del 2005, anche p. Sergio partiva per altri lidi lasciandomi solo. Da 3 anni ormai tutta la complessa attività della missione mi gira attorno. Scrivo queste righe a 5 mesi di distanza da un’operazione alla testa per ematoma cerebrale. Il fatto che sia arrivato in fondo mi fa credere di aver ricuperato pienamente le mie forze: ne ringrazio il Signore. La piccola comunità cristiana, che continua ad espandersi, non ha ancora un luogo di culto adeguato. Celebriamo la domenica in un’aula scolastica. Alla soglia ormai dei miei 70 anni, comincio proprio a credere che il Signore abbia voluto il mio ritorno a Chuknogor per coronare questa prima fase di evangelizzazione con la costruzione di una chiesetta.

 

Un abbraccio a voi tutti

P. Antonio Germano Dash, S.X. <antoniogermano@infinito.it>

 


 

 

 

 Bangladesh - Chuknagar, martedì  24 giugno 2008

 

LA NOSTRA SCUOLETTA

 

Carissimi,
Ieri notte, all'una meno un quarto, qui a Khulna eravamo tutti pronti
per vedere Italia-Spagna e, proprio al momento d'inizio della partita, è
venuta a mancare la corrente e così è saltato il primo tempo. Al ritorno
della corrente abbiamo potuto vedere il resto: non era proprio il caso
di perdere due ore di sonno!
vi mando alcune foto che documentano tre fasi della costruzione della
scuoletta a Khampur: la fase iniziale, quella intermedia e quella ultima
con il disagio dei ragazzi che continuano a venire nella vecchia
struttura.
Nel frattempo è iniziata alla grande la stagione delle pioggie.
Per adesso è tutto.

 

 

 

 


Un abbraccio a voi tutti

P. Antonio Germano Dash, S.X. <antoniogermano@infinito.it>

 


Bangladesh - Chuknagar, lunedì  2 giugno 2008

 

Torno alla posta elettronica

 

Carissimi,
Torno alla posta elettronica.
Proprio in questi giorni ho iniziato i lavori di costruzione della scuoletta di Khampur che mi è stata finanziata da una signora di Foggia.

A Khampur, negli anni in cui io ero a Borodol, c'era stato il p. Pierluigi Lupi, il quale aveva iniziato una esperienza di avanguardia: viveva con una comunità di studenti Hindu e Cristiani, con i quali condivideva lo stile di vita bengalese. Rimase a Khampur per circa 5 anni e poi fu richiamato in Italia per dirigere la nostra rivista Missione Oggi. La struttura dove lui abitava (mura in terra battuta con copertura di lamiere) è quella che noi abbiamo adoperato in tutti questi anni per il nostro Tuition Program. L'abbiamo riparata a più riprese, ma con l'ultima alluvione è stata molto danneggiata ed è pericolante. E' un grosso rischio farvi venire i ragazzi. Per loro, nel giro di pochi mesi, speriamo di apprestare questa nuova struttura: 4 aule scolastiche con ampia veranda e servizi igienici. Il bel tutto verrà a costare circa 8 mila Euro.
Ero appena rientrato in Bangladesh, quando mi raggiunse la notizia che per la chiesetta di Chuknogor c'era un lascito di 50 mila Euro. La
notizia me la dava lo stesso superiore generale, con cui avevo avuto modo di parlare nei giorni che ero rimasto in Viale Vaticano. E'
successo che la sorella di uno dei nostri padri che si chiama Luigi  Zucchinelli di Bergamo, che tra l'altro è stato anche in Bangladesh,
quando il Bangladesh si chiamava Pachistan, morendo ha lasciato un testamento, in cui con la somma lasciata esprime il desiderio di
costruire due chiesette nelle nostre missioni: una in Africa e l'altra  in Bangladesh. Così l'abbocco con il superiore generale si è rivelato
provvidenziale. La somma ci consente di realizzare un complesso semplice, in cui accanto alla chiesetta possiamo avere anche una sala per incontri
e 4/5 aule scolastiche. C'è un padre del PIME, che è ingegnere ed ha realizzato tante chiesette in Bangladesh. L'ho invitato a Chuknogor
perchè veda l'ambiente e ci faccia un disegno adeguato con relativo preventivo. I lavori, comunque, comincerebbero dopo la stagione delle
pioggie.
In questi ultimi giorni abbiamo temporali quasi ogni giorno; sono i temporali che precedono la stagione delle pioggie. Da una parte fanno
piacere perché rinfrescano l'aria incandescente, dall'altra generano paura per i danni che possono provocare. Infatti uno di questi
temporaloni nei giorni scorsi ha danneggiato una ventina di case a Chuknogor. E poi, ovviamente, la gente da chi va? vengono da me in
processione perché intervenga a riparare le loro case, come io fossi il loro Bhogoban (nome hindu di Dio).
Per quel che riguarda la mia salute, devo dire che mi sento ogni giorno meglio. Quindi, sempre in punta di piedi, ma anche confidando tanto nel Signore vado avanti ormai a pieno ritmo.


Un abbraccio a voi tutti

P. Antonio Germano Dash, S.X.

 


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Parma, 20 marzo 2008

 

Buona Pasqua

 

Carissimi amici,

 

Vi auguro una Pasqua, piena di gioia e di speranza. Avrei voluto mandarvi questo indirizzo di augurio dalla missione di Chuknogor, come ogni anno, ed invece, quest’anno, il Signore ha disposto le cose diversamente. Infatti, lo scorso 22 febbraio son dovuto rientrare improvvisamente in Italia. In seguito ad una TAC effettuata in Bangladesh mi è stato riscontrato un ematoma cerebrale e così sono stato imbarcato sul primo aereo che veniva in Italia. Arrivato in Italia, il giorno dopo sono stato ricoverato in ospedale, qui a Parma e,in giornata, sono stato operato: tre giorni dopo ero già in piedi sulle mie gambe. Mi trovo dunque attualmente a Parma nella Casa Madre dei Missionari Saveriani, dove il 25 ottobre del 1964, dopo aver terminato i miei studi teologici, fui ordinato sacerdote missionario.

          Sono in tanti quelli che mi sono stati vicini con la preghiera. Devo dire che ho sentito forte nei giorni scorsi la vostra presenza e ve ne ringrazio. Avevo iniziato il mio cammino quaresimale nella mia missione di Chuknogor, dove un buon numero di catecumeni era nella fase finale di preparazione al battesimo e celebro la Pasqua quest’anno in Italia, lontano fisicamente dalla missione, ma immerso, anima e cuore, in quella realtà. Un incidente di percorso dunque il mio, attraverso il quale il Signore mi ha fatto  sentire la sua presenza. Quando ci sentiamo indispensabili e sembra che senza di noi tutto crolli, Egli ci viene incontro e ci invita ad entrare nel suo punto di vista, da cui le cose appaiono in tutt’altra dimensione. Devo dire che il buon Dio è stato troppo buono con me: se nel percorso qualcosa fosse andato errato, forse in questo momento non sarei stato in grado di scrivervi queste due righe di lode a Lui.

          In questi giorni, mentre meditiamo sul mistero della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù, quello stesso mistero che mi ha spinto ad andare e rimanere 31 anni in Bangladesh, preghiamo gli per gli altri perché la luce e la forza che si sprigionano dalla Morte e Risurrezione di Gesù diano significato e consistenza ad ogni giorno della nostra vita. Questo è l’augurio che formulo nella maniera più sincera a ciascuno di voi, mentre vi chiedo anche un ricordo nella preghiera, perché il Signore mi conceda di ritornare al più presto fra i “Suoi” fuori-casta a continuare la “Sua” opera.. Ringraziando e benedicendo, di nuovo Buona Pasqua!

P. Antonio Germano Dash.


 

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Bangladesh - Chuknagar, Domenica, 6 gennaio 2008

 

Buon 2008

 

Carissimi,

Il 2008 è arrivato con i suoi tanti interrogativi e con quella  grande apprensione, che ormai è nel cuore di tutti.
Penso questo sia il frutto, a livello individuale, di quel costruirsi torri e fortezze per proteggere la propria sicurezza e, al livello internazionale, il porre le mani con forza sulle fonti di energia per garantirsi il futuro.

Da questo angolo del mondo, le cose appaiono in questa prospettiva e chi non ha niente da perdere non si pone tanti interrogativi e  l'apprensione è per l'oggi: riusciro' a comprare i due chili di riso per sfamare la mia famiglia? Il futuro poi esplode ogni anno con cicloni ed alluvioni. La conseguenza più disastrosa del ciclone di novembre è il continuo aumento dei generi di prima necessità, primo fra tutti il riso, il cui prezzo è andato sulle trenta take al chilo (l'equivalente di mezzo dollaro: se pensi che chi guida il rikshaw, e qui in Bangladesh ce n'è uno sterminio, prende l'equivalente di due dollari al giorno, si fa presto a tirare le somme).
In tutta la fascia costiera del Bangladesh, in cui c'è una sola raccolta di riso all'anno, con il ciclone, capitato proprio al momento del raccolto, tutto è andato distrutto, provocando così il rialzo incontrollabile del prezzo.
Sul piano politico si vive in un clima di grande incertezza. Dal gennaio scorso c'è un governo provvisorio, appoggiato dai militari. Il compito era quello di preparare il terreno per le elezioni politiche, che avrebbero dovuto aver luogo lo scorso marzo. Ma è trascorso un anno e di elezioni politiche non si sa ancora nulla di preciso. Nel frattempo è scattata una feroce campagna contro la corruzione e centinaia di migliaia sono finiti in carcere, tra cui i due leader (Hashina e Kaleda) dei due maggiori partiti politici del paese. Il risultato di questa incertezza cade sulle spalle della povera gente. Non c'è nessuna indicazione di rotta, ma anche la sopportazione della gente ha un suo limite e quindi questa rabbia repressa potrebbe esplodere da un momento all'altro. Questa atmosfera non ha comunque disturbato la celebrazione del nostro Natale, che si è svolto in un clima di serenità e di gioia: messa di mezzanotte con canti che non hanno niente da invidiare ai migliori cori polifonici delle nostre cattedrali in Italia ed il giorno di Natale, dopo la celebrazione in chiesa (aula scolastica addobbata per
l'occasione), la celerbrazione all'aperto con giochi semplici e partecipazione corale.
Con gennaio si affronta il nuovo anno scolastico, che qui, in Bangladesh, incomincia proprio in gennaio, con incontri programmatici, scelta di maestri, compera di libri e quaderni.
Ritornando allo spunto iniziale, penso proprio che che il modo migliore per superare tutti gli interrogativi e vincere le apprensioni sia quello di uscire dalle proprie sicurezze evitando di costruire baluardi e fortezze.

 

Un abbraccio a voi tutti e buon 2008

P. Antonio Germano Dash, S.X.

 


 

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