Caro Frattura, Agnone non è solo la “Ndocciata”
Il
governatore si pavoneggia per il successo della manifestazione all'Expo, dimenticando
che il territorio montano sta morendo con la sua complicità
Diciamolo chiaramente: se no ci fosse
stata la ‘Ndocciata nessuno si sarebbe
accorto, all’Expo di Milano, dell’esistenza del Molise.
I Navigli di Milano si sono illuminati
ieri l’altra sera alla luce di 550 torce. Due ore di sfilata per l’evento
mondiale organizzato dalla Regione Molise all’interno della programmazione di
Expo in Città che ha visto rivivere la ‘Ndocciata
di Agnone (Isernia), uno dei più grandi riti al mondo del fuoco su torce
d’abete – di recente fregiato dal ministero del Turismo del titolo di
‘Patrimonio d’Italia per la tradizione’ – che la cittadina dell’Appennino
molisano ospita annualmente l’8 e il 24 dicembre. Il numeroso pubblico di
milanesi e visitatori ha seguito i 135 portatori con 550 torce lungo tutto il
percorso della sfilata. Lo spettacolo si è poi concluso con le torce che si
univano nel grande Falò della Fratellanza, proprio ai bordi della
Darsena. A dare il via alla sfilata, invece, i rintocchi della campana,
fusa per Expo dalla ‘Pontificia fonderia Marinelli’ di Agnone, e donata al
Comune di Milano.
Presente, ovviamente e a spese dei
contribuenti, il presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura, che
ha sottolineato come: «Nella nostra settimana a Expo abbiamo presentato il
Molise attraverso i quattro elementi della natura, a cominciare dal fuoco come
elemento che cuoce il cibo. Non è la prima volta che la ‘Ndocciata
va oltre confini regionali – ha aggiunto Frattura -. Nel 1996 sfilò a Roma,
lungo via della Conciliazione fino ad arrivare a piazza San Pietro, in onore di
papa Giovanni Paolo II. Fu un’emozione straordinaria, come questa».
Parole scontate, banali, quelle di
Frattura, al quale però ricordiamo che Agnone non è solo la ‘Ndocciata.
Va bene vantarsi per una cosa bella e
“agnonese”, ma forse un po’ più di attenzione e di
concretezza per il territorio montano sarebbero più gradite dagli agnonesi rispetto a quattro paroline autocelebrative
da parroco di campagna.
Agnone non è solo tradizione e turismo
da sfoggiare, come un fiore all’occhiello, solo quando serve ad esportare
la bellezza del Molise.
Agnone e l’Alto Molise più in generale
rappresentano un territorio che sta morendo. Persone, a migliaia, private
dei più elementari diritti, quelli che fanno la differenza tra il vivere
civile e la sopravvivenza in condizioni estreme.
Agnone è, o meglio era, anche
l’ospedale “Caracciolo”, quello che Frattura e chi lo ha preceduto hanno ormai
smantellato lasciandolo svuotato di tutti i servizi. Oggi è poco più o poco
meno di un ambulatorio
e un distributore di stipendi per quei quattro gatti che ancora resistono lì
dentro.
Agnone è anche un territorio ormai
isolato, “servito” da una viabilità da terzo mondo. Una galleria, quella
di Belmonte, verso l’Alto Vastese, chiusa ormai da
quasi cinque mesi, perché dall’inutile Regione Molise non trovano
duecentomila euro di soldi pubblici, denaro dei cittadini, per mettere in
sicurezza la volta
della galleria stessa.
Agnone è anche il comparto zootecnico
e della trasformazione casearia. Poi scopri che un allevatore, già in
difficoltà per la crisi economica, sta per chiudere una stalla perché non
riesce a completare l’iter per un allaccio idrico. Un rubinetto del cazzo! Quanto
ci vuole?
Agnone è anche una città che richiede e
pretende sicurezza. Poi scopri che la Finanza
andrà via e forse a stretto giro anche altre forze dell’ordine.
Agnone è anche il luogo dove alcune famiglie
sono state sfrattate da una frana.
Persone alle quali le istituzioni non sono ancora in grado di dare una risposta
concreta circa il loro futuro.
Questo è Agnone, caro Frattura, questo
è l’Alto Molise, un territorio avviato da decenni allo spopolamento e
alla desertificazione
sociale, ma anche economica e materiale. Altro
che la ‘Ndocciata sui Navigli.
Cosa ha fatto concretamente, il
governatore del Molise, per invertire il declino e scongiurare la morte di
Agnone e dell’Alto Molise? Ci faccia sapere, perché sinceramente non ce ne
siamo accorti.
E tra poco ad Agnone al posto
delle ‘ndocce arderanno solo i lumini del camposanto.
di
Francesco Bottone (da ecoaltomolise.net)