Rassegna
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Uno
slalom sui crinali fra le pale eoliche
Sul tratturo L'Aquila-Foggia, di collina in collina a caccia di
sconosciuti disposti a offrire un tetto per la notte.
La catena dell'ospitalità si allunga di giorno in giorno per Anna e Riccardo.
Fango e neve sul cammino verso le famiglie sconosciute disposte ad ospitarli.
Dal mare molisano di Termoli torniamo all'interno, in direzione sud,
camminando verso Bonefro, Jelsi e Campobasso. I crinali sono diventati il
supporto per centinaia di pale eoliche e nei campi ai loro piedi si pratica
un'agricoltura meccanizzata e sostenuta dai soldi pubblici che ha cambiato il
paesaggio. Non più siepi e alberi e neppure il presidio dell'uomo. Si produce
grano duro ovunque, fin sui pendii più ripidi e sassosi. I rendimenti sono
scarsi e non concorrenziali con la pianura. Gli oliveti danno oli di qualità
che però non sono pagati adeguatamente.
Nel fango
Per giorni il fango ingloba le nostre pedule, come una pesante zavorra che ci
rallenta e ci affatica. Ci vorrebbero quelle apposite scarpe per il fango che
alcuni calzolai della Sardegna continuano a fare: sono completamente lisce
nella suola e nella tomaia per impedire al fango di rimanervi incollato. Ogni
piccolo rivo è un torrente da guadare. Verso S. Elia a Pianisi un contadino
arriva col trattore e diventa il nostro Caronte. Siamo di là del fosso e il
cammino riprende.
Il Sannio
«Chian chian pà vij», sotto pioggia e neve,
attraversiamo il Sannio, dove i panorami sono a 360 gradi e i paesi sono
presepi a cielo aperto, prima di entrare in Campania. E anche in questa
occasione incontriamo qualche difficoltà a uscire dalla regione in cui ci
troviamo, come se le relazioni interpersonali fossero in parte condizionate
dai confini regionali. Ma a Morcone entriamo nella provincia di Benevento, ed
ecco gli olivi e gli aranci, anche se in questi giorni le temperature sono a
cavallo dello zero, gli alberi soffrono e la catena del Taburno è vicina e
innevata. Ci aspetta.
L'economia molisana
Lasciamo, dunque, il Molise, dove abbiamo avuto la sensazione che la crisi e
il pessimismo siano meno presenti. Qui l'economia funziona ancora, forse
grazie ai numerosi agricoltori e dipendenti pubblici, come ci confermano
Gilberto e Antonio. Ci parlano però anche di «molisolamento»,
che fa viaggiare questa regione un po' più lentamente. Ci dicono che negli
ultimi tempi sono mancate idee endogene, ci si è accontentati di accogliere
ciò che altri hanno portato. Poco più di 313.000 abitanti, e almeno
altrettanti molisani vivono fuori regione continuando a mantenere forti
legami con la loro Terra. Emigrati che ritornano appena possono, per esempio
a fine luglio a Jelsi, in occasione della Festa del grano, organizzata nel
giorno di Sant'Anna. E mercoledì veniamo indirizzati verso la nostra prima
città campana.
Benevento
Fiancheggiamo fra rifiuti di ogni tipo la statale 88 a scorrimento veloce. È
uno slalom fra i sacchi d'immondizia che vengono anche lanciati dalle auto.
Un'ora dopo, il centro storico della città è immacolato: brilla il selciato
chiaro del suo corso e l'Arco di Traiano è un spettacolo. La periferia è
terra di nessuno e contrasta con il centro, ferrea regola del Meridione.
Apprezziamo la ciclopedonale che porta lungo il fiume Calore alla stazione di
Vitulano-Foglianise. La catena di ospitalità non si spezza: proseguiamo
ancora più a sud, nella provincia di Napoli, lasciando a ovest la sua conurbazione
e il Vesuvio.
Le buone idee
Sempre più spesso ci domandano: «Non vi annoiate a parlare tutte le sere
degli stessi argomenti?» Ma le persone che ci ospitano sono diverse, quindi
ogni sera ci sono curiosità diverse, nostre e di chi ospita, a cui rispondere.
Sono tante le idee nuove di cui ci rendono partecipi e che molti provano a
realizzare, talvolta con qualche fatica, nel proprio paese. Come l'assessore
Michele, a Jelsi, archeologo e fabbro, che sta cercando di dare uno slancio
turistico alla sua città, anche tracciando il percorso del Cammino Micaelico e che ci chiede qualche consiglio su come
posizionare i segnavia. O come Antonio e Maria a Bonefro che vorrebbero fare
rete con altre giovani coppie per progettare un'accoglienza diversa. O
Antonio a Campobasso, direttore della rivista «l bene comune», con cui getta
semi per un cambiamento della società.
O ancora Serena e Davide, bresciani immigrati a Benevento per studio e per
lavoro, che continuano la loro attività di guide scout per accompagnare nella
crescita un gruppo di giovani attivi e partecipi della vita cittadina. O Ciro
che vive il suo impegno sociale favorendo sia il commercio equo e solidale
sia un ritorno a una vita sobria, decrescendo in modo leggero e felice.
Un piccolo impegno
Un detto arabo recita: «Spazza la tua soglia e sarà pulita la città». E
allora noi continuiamo a camminare per dare risalto a tanti nuovi pensieri
raccolti giorno per giorno lungo la via: questo è il modo che scegliamo per
spazzare la nostra soglia.
di
Riccardo
Carnovalini e Anna Rastello (da
lastampa.it)
Campobasso,
lì 25 febbraio 2013
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