FARE
I CONTI CON L'AMBIENTE
Per esaminare l'impatto di un nuovo insediamento residenziale,
che nel maggior numero dei casi qui da noi, dove sono ormai non più in
progetto (risalgono agli anni a cavallo tra il '60 e il '70 iniziative
immobiliari quali Campitello e Campomarino Lido)
complessi edilizi staccati dagli abitati, sono o espansioni urbanistiche o
riempimenti di vuoti cittadini, scegliamo di partire da quello acustico; va
premesso che per ciascuno degli impatti che vedremo sono possibili, per lo
stato delle conoscenze che si hanno nella nostra regione, esclusivamente
valutazioni di natura qualitativa.
In
nessun comune molisano finora vi è il piano di zonizzazione acustica in base
al quale si ha la classificazione delle aree che le distingue in industriali,
ma stanno sempre distanti dai centri urbani, i PIP, per servizi, abitative o
miste, le quali sono le più frequenti con le scuole, gli ambulatori, le
attività terziarie e gli alloggi frammiste fra loro.
Per via della situazione appena evidenziata non avrebbe neanche tanto senso
distinguere in un eventuale piano acustico limiti di rumorosità diversi per
il periodo notturno e per quello diurno. Si è detto, poi, dell'industria e
adesso occorre precisare che qualche unità produttiva comunque è presente
all'interno degli agglomerati insediativi, prendi il pastificio Bernardo a Boiano. Mancando il piano mancano i valori da non
superare di "immissione", restando solo, ed è cosa che in qualche
modo garantisce la sopportabilità del rumore, quelli cosiddetti di emissione
che, però, sono applicabili alle sorgenti sonore puntuali, fisse o mobili
(esempio un tendone da circo) e non al resto. Le altre sorgenti sono di tipo
areale, la stessa città, e di tipo lineare, le strade ferroviarie e quindi,
per inciso, mobili. Non è detto, poi, che tali sorgenti debbano essere
interne all'area di intervento, dovendosi tenere conto pure di quelle esterne
il cui disturbo, come è ovvio, è in dipendenza della distanza dal sito del
nuovo insediamento: va aggiunto che qualora questa fonte di fastidio sonoro
sia ineliminabile sarà sempre possibile immaginare azioni, coordinate con la
progettazione architettonica degli spazi aperti, di mitigazione acustica.
Esclusivamente per grandi opere infrastrutturali, una di queste è la linea
ferroviaria Milano-Lecce che interessa la nostra
costa, vi è la presenza di fasce di rispetto acustico. Passiamo al problema
dell'elettromagnetismo che è un problema, sembra paradossale, pure quando non
lo è perché questo tema è sentito con preoccupazione dalle persone che
abitano nei pressi degli impianti emittenti anche in assenza di rischi reali
per la salute.
Molteplici sono i fattori di inquinamento elettromagnetico, dalle stazioni
radio base per la telefonia mobile agli apparati radiotelevisivi, dalle linee
elettriche che possono essere aeree (di regola quelle ad alta tensione) o
interrate alle cabine di trasformazione primarie (in tutto 13 nel Molise) e
secondarie. Si devono analizzare i livelli di esposizione della popolazione
per verificare l'ammissibilità delle residenze in un raggio di 10 e 5 metri,
rispettivamente per le cabine primarie e secondarie, e le medesime distanze
valgono per le linee di media e bassa tensione, mentre per quella ad alta
tensione è di m. 70. Per le antenne di telefonia mobile, le più frequenti in
centro abitato perché la radiodiffusione tende a collocare nell'agro rurale
il raggio di sicurezza, invece, aumenta fino a raggiungere i m. 200. Le
misure di cui stiamo parlando sono quelle dai luoghi con permanenza di gente
all'aria aperta, principalmente di uso collettivo, perché le murature delle
case sono capaci di fungere da schermo alle radiazioni. Radiazioni non
ionizzanti, mentre quelle ionizzanti sono proprio gli edifici, in particolare
i piani terra (dove, però, in genere non vi sono alloggi), ad essere soggetti
a questo pericolo per via del radom che nel Molise
ha i medesimi valori della media europea. Cambiamo argomento e parliamo della
qualità dell'aria che, va premesso, è sempre, salvo Venafro, accettabile.
Nonostante ciò è opportuno, ai fini di un incremento qualitativo
dell'atmosfera pur, lo si ripete, in condizioni buone, analizzare le sorgenti
emissive esistenti al contorno, anche queste suddivisibili in puntuali,
lineari ed areali.
Per ognuno di esse è da stimare le quantità e le tipologie di inquinanti
emessi e i punti di ricaduta al suolo. Attraverso le centraline di
monitoraggio dell'Arpa è possibile conoscere il valore di fondo al quale
sommare gli apporti aggiuntivi conseguenza dell'intervento, mettiamo
l'incremento di traffico. I fenomeni di dispersione in atmosfera degli
inquinanti richiedono lo studio dei venti prevalenti, delle precipitazioni
insieme alla nebbia e, quindi, dell'umidità, della temperatura, compresi i
meccanismi di inversione termica, delle condizioni che determinano i giorni
di stabilità atmosferica la quale favorisce l'accumularsi degli inquinanti; è
importante, altresì, vedere qual è la situazione orografica, producendo
effetti ben diversi sulla diffusione degli inquinanti il fatto che ci si
trovi in una valle chiusa oppure in un ambito pianeggiante oppure, ancora, su
di un rilievo montuoso, si pensi almeno alle differenze nel regime
anemometrico. Ulteriore questione è quella della contaminazione del suolo,
dal cui grado discende se l'area può essere classificata residenziale. Sono
due le operazioni da farsi: la prima è di accertarsi dell'uso pregresso di
questo sito e della presenza in un intorno significativo di attività, che
risultino anche cessate, capaci di inquinare il terreno e la seconda è di
indagare, qualora vi sia il sospetto, se vi siano contaminazioni in atto o
pregresse. Il suolo comprende il sottosuolo e questo, a sua volta, gli
acquiferi sotterranei dei quali il Molise è molto dotato.
Le caratteristiche qualitative delle acque sotterranee sono inevitabilmente
connesse a quelle del suolo per cui la salvaguardia di quest'ultimo
garantisce sull'integrità della risorsa idrica. Si comincia con il tutelare
gli intorni di pozzi e sorgenti. Siamo giunti, come
si vede, al tema dell'acqua che è anche quello degli scarichi. Da un lato è
opportuno differenziare le reti in nere e bianche per il cui recupero è
immaginabile, fra le altre cose, la realizzazione di piccoli invasi che
arricchiscono i giardini pubblici e, dall'altro lato la riduzione
dell'artificialità limitando le superfici impermeabilizzate (es. parcheggi)
per non modificare l'assetto del reticolo idrografico (specie in ambiti con
vulnerabilità, sia pure ridotta a frane e allagamenti). La rete dei corsi
d'acqua compresi rivi e canali, inoltre, assicura, all'interno degli
aggregati edilizi, la permanenza di lembi di naturalità in ambienti
fortemente antropizzati, e questo è l'ultimo punto che si tocca. I corpi
idrici permettono la connessione di un quartiere con le aree di valenza
naturalistica. Nella pianificazione del verde urbano, in tutti i casi, vanno
sempre cercati i collegamenti tra le aree verdi contigue. Rimanendo nel tema
del verde va detto che in periferia un ruolo importante lo hanno i cunei
agricoli che si insinuano nelle zone edificate e, ovunque, l'edificabilità va
consentita in luoghi con preesistenze vegetazionali
scarse.
di
Francesco
Manfredi Selvaggi
Campobasso,
lì 07 Marzo 2013
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