Ambiente
No trivelle
Movimento 5 Stelle: ora vogliono colpire il Molise al cuore
Grazie allo
Sblocca Italia siamo alle prese con una nuova istanza petrolifera alle porte di
Campobasso, dove una società siciliana vuole fare ispezioni sismiche in
terraferma. In pratica, è cominciato il percorso verso nuove trivellazioni nel
cuore del Molise. Lo ripetiamo: il 65% della regione è nelle mire delle
aziende petrolifere, ma noi non ci lasciamo intimorire. La lotta alle
trivellazioni è uno dei punti cardine della politica ambientale ed energetica a
5 Stelle. Da anni il Movimento denuncia i rischi per la salute pubblica e
ambientale connessi all’uso indiscriminato delle trivelle. Ora il Governo Renzi ha anche deciso di tendere una mano alle compagnie
petrolifere, attribuendo a tutti i progetti di prospezione, ricerca ed
estrazione di idrocarburi in terraferma e in mare, carattere di interesse
strategico e di pubblica utilità; progetti che, inoltre, saranno considerati
urgenti e indifferibili.
Proprio grazie a queste disposizioni la società
petrolifera Irminio srl,
che da 2010 ha permesso di ricerca in un’ampia zona del Molise centrale, ora è
andata oltre e ha presentato al Ministero dell’Ambiente una istanza per
indagini geofisiche in quella stessa area, dunque, già monitorata. Si tratta
della zona denominata “Santa Croce”, di cui abbiamo parlato una prima volta,
nell’ottobre 2013, e una seconda, nell’ottobre 2014. Il progetto si
allarga su 87 chilometri quadrati e coinvolge i Comuni di Mirabello Sannitico,
Cercepiccola, Ferrazzano, Cercemaggiore, San Giuliano del Sannio, Gildone e i
rispettivi cittadini, le famiglie che lì abitano, i bambini che lì
vivono. Il perimetro è quello individuato dal progetto. A parte le
zone in rosso (escluse dalle operazioni causa particolari tipi di dissesto
idrogeologico) e quelle grigie (zone urbanizzate) tutto il resto sarà oggetto
di indagini geofisiche. L’iter, come detto, corre spedito: ora è stata
attivata la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale che terminerà il 25
dicembre e che sarà approvata dal Ministero. Cosa faranno la Regione e gli
amministratori locali per tutelare il proprio territorio? Fino a che punto
saranno disposti a rischiare mettendosi al fianco dei cittadini? Le indagini
geofisiche sono state definite “poco impattanti”, per questo riceveranno il
lasciapassare. Ma nel caso di avvio alle trivellazioni di pozzi esplorativi
potrebbero avere ripercussioni pesanti sul territorio. Certo, per ora non si sa
se troveranno nel sottosuolo molisano ciò che cercano, ma la società sembra
avere buone aspettative.
Insomma, gli effetti dello Sblocca Italia arrivano anche sul terreno regionale,
non solo in mare. Tempo fa, quando abbiamo urlato a tutti che oltre i due terzi
del Molise sono interessati da istanze di ricerca, ci siamo trovati di fronte
sguardi perplessi. Poco importa, oggi lo gridiamo ancora più forte. Il tentato
stupro al territorio molisano è ripreso. Anche se ci stanno spiegando che gli
impatti saranno “trascurabili”, “temporanei”, addirittura “nulli”, allo stesso
tempo specificano che nelle zone di difficile accesso, nei boschi o laddove la
pendenza è maggiore, useranno non meglio specificate “piccole cariche”. In
pratica: esplosivi.
Intanto la società petrolifera già scende a patti con i privati proprietari dei
terreni. Annuncia che prenderà “contatti” con loro “prima dell’avvio delle
operazioni” per finalizzare “accordi in via bonaria”. La risposta deve essere
una: NO.
Intanto la società civile si mobilita, domani alle ore 18, nella sala
consiliare del Comune di Campobasso, è in programma un’assemblea pubblica
contro la petrolizzazione del Molise, organizzata dal
Coordinamento “Trivelle Zero Molise” e dalla Fondazione “Lorenzo Milani” Onlus, Termoli.
di Mov5Stelle
Molise
Campobasso, lì 17 Novembre 2015