Ambiente
No trivelle
Il Molise vuole rompere l'assedio delle
multinazionali petrolifere
Ieri sera, nella sala consiliare del Comune di Campobasso, si è
svolta l'assemblea pubblica del coordinamento "trivelle zero", nato
qualche mese fa a Termoli in opposizione alla petrolizzazione
dei mari e delle terre molisane.
Gremita la sala a dimostrazione di quanto i temi ambientali
siano sentiti da un po' di tempo a questa parte.
Ospite dell'iniziativa Augusto De Sanctis del coordinamento
abruzzese "No Ombrina", il quale ha tenuto, con l'ausilio di
materiale video-proiettato, un seminario di formazione per dare corpo e
alimentare la mobilitazione che si sta avviando.
Oltre ai progetti di estrazione riguardanti le coste, a
preoccupare gli organizzatori sono le recenti richieste di ispezioni sismiche
in terraferma nei comuni di Mirabello Sannitico, Cercepiccola, Ferrazzano,
Cercemaggiore, San Giuliano del Sannio, Campodipietra, Vinchiaturo, Gildone.
Concessioni e istanze delle aziende petrolifere riguardano 180
000 ettari di mare antistante la nostra regione e quasi 300 000 ettari di
terraferma. In poche parole, i due terzi del territorio molisano sono nel
mirino delle multinazionali petrolifere per la ricerca e l'estrazione di
idrocarburi, peraltro di pessima qualità e di difficile estrazione. Il 30% è
già stato dato in concessione e quattro delle sette concessioni risultano già
produttive.
I rischi di tali attività sono arcinoti: dallo sversamento in
mare alle esplosioni, dall'inquinamento delle falde acquifere ai danni
devastanti derivanti dall'uso della tecnica air-gun,
autorizzata recentemente dal governo (veri e propri cannoni che producono una
bolla ad aria compressa, generando onde a bassa frequenza che si propagano
nell'acqua). Per non parlare dei danni al turismo e all'agricoltura: le
produzioni agricole di qualità non potrebbero più ottenere le qualificazioni di
eccellenza, tanto per cominciare. E poi, la fauna marina: il rumore prodotto
dall'airgun è pari a centomila volte quello di un jet
e causa spiaggiamento e morte sicura di delfini e balene. Infine, i rischi di
terremoti in quanto, come emerso dai recenti dati relativi a Groningen, in
Olanda, l'attività estrattiva può modificare l'aspetto idro-geologico,
aumentando a dismisura la probabilità di scosse telluriche.
Questo processo è accelerato in modo decisivo dai recenti
provvedimenti del Governo Renzi, in particolare il
celebrato "Sblocca Italia", in clamorosa controtendenza rispetto ai
piani alternativi, eco-sostenibili di approvvigionamento energetico che pure
procedono in tutta Europa e non solo.
di Redazione
(da ilbenecomune.it)
Campobasso, lì 19 Novembre 2015