Non è
facile trovare abetine che riescono a vivere in territori submontani; uno
dei più belli di questi abeti bianchi, pochi giorni fa è stato imbrigliato
e tagliato di netto, con i potenti mezzi della Protezione civile, per
essere trasportato a Piazza San Pietro ed essere addobbato per le festività
natalizie. Ma non è il solo, cinque saranno gli alberi tagliati dai boschi
italiani per addobbare la capitale, due proverranno dal Molise (per San
Pietro e il Colosseo) e tre dal Trentino (per Piazza Venezia, Pincio e Campidoglio)
E anche se una nota del Campidoglio assicura che"dopo le feste gli
alberi di Natale saranno restituiti alla natura, trasformati in compost di qualità grazie alla certificazione Fsc (Forest Stewardship Council) che
garantisce la salvaguardia dell'ambiente, attestando che gli abeti
provengono dalla normale attività di diradamento forestale operata per
favorire lo sviluppo dei boschi" ci sentiamo di dire che i tempi
difficili che stiamo vivendo ci impongono maggiore sobrietà e che, semmai,
le festività natalizie devono indurci ad un maggior rispetto per la natura:
ci sembra impossibile pensare che questi maestosi giganti, silenziosi
custodi della nostra storia possano essere sacrificati ad una pratica degna
del più sfrenato, capriccioso e anacronistico consumismo e che il loro
destino sia quello diventare concime. Lo stigmatizziamo come un gesto grave
nella sua assoluta inutilità.
Ma vorremmo dire anche una parola di più: la legge regionale del 23
febbraio 1999 n. 9 “Norme per la tutela della della
flora in via di estinzione...” , proibisce la raccolta delle piante
ritenute specie in via di estinzione rare e vulnerabili che in quanto tali
sono degne di protezione per il loro interesse scientifico e per il
mantenimento sia della biodiversità sia dell'integrità dell'ambiente.
In realtà, in dispregio della norma, è sotto gli occhi di tutti,
particolarmente in occasione delle feste natalizie, si estirpano e
raccolgono specie vegetali inserite negli elenchi di salvaguardia regionale:
- I muschi che possono essere raccolti in quantità inferiori ai 200 g
mediante forbici a 2 cm dal terreno; e per quantità superiori, fino ad un
max di 1 kg, solo dietro il rilascio di un regolare permesso da parte delle
autorità comunali.
- Il Pungitopo (Ruscus aculeatus)
e l' Agrifoglio (Ilex aquifolium)
la cui raccolta è assolutamente vietata e sanzionata.
Salvaguardare la biodiversità è un obbligo etico di tutta la comunità, non
si possono più assecondare pratiche scorrette in ossequio a tradizioni
popolari ormai incompatibili con la sensibilità ambientale e con il
rispetto per la natura che dovrebbero far parte della nostra normale
quotidianità.
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