Ambiente
Izzo
(UILBAC) denuncia, Un Architetto storico-ambientalista e un
Avvocato archeologo-paesaggista, insieme stanno mettendo su la più grande
colata di cemento (armato e spritz-beton) su un
monumento nazionale, in area archeologica e a grossa valenza ambientale-paesaggistica. Oddio, non è che separati sono meno
incisivi! Ma andiamo per ordine. L’immane scempio era annunciato (leggere le
personali precedenti note e riguardarsi i servizi televisivi) da tempo, il
grido di attenzione l’ho alzato più volte ai quattro venti, le autorità del
campo sono state tutte allertate, anche le procure, ad oggi, a parte qualche
segnale che dovrà essere verificato e confermato con il tempo, nulla. Anzi,
tutto! Dopo aver distrutto l’intero
apparato archeologico-architettonico-ambientale-paesaggistico
costituito dal monte soprastante il castello Pandone di Venafro, senza
tralasciare il suo ex fossato, dopo aver distrutto opere già eseguite dallo
stato (leggasi soprintendenza), dopo aver tranciato di netto il passaggio per
l’ingresso dei diversamente abili costato alla collettività (giustamente)
diversi soldini, dopo aver provocato smottamenti e frane anche ad opere
dubbie (leggasi muri di contenimento per ingresso attività commerciali), dopo
aver verificato che per ricercare presenze archeologiche non si scava con
ruspe e escavatori, dopo aver scoperto di non aver scoperto niente, dopo aver
messo a nudo e in pericolo abitazioni circostanti e mura castellane, dopo
aver scoperto che si stavano eseguendo sondaggi e trivellazioni alle
fondazioni delle torri senza autorizzazione, dopo aver speso soldi pubblici
per riconsolidarle (?), dopo aver scoperto
“dall’avvocato” che le opere non erano state mai autorizzate e che per questo
c’era stata una denuncia in procura, dopo che per il crollo dei muri di
contenimento (!) in blocchetti di tufo (!) c’era stato un rinvio a giudizio
(con udienze in itinere), dopo che nel cantiere non a norma (lo dice, lo ha
scritto e inoltrato alle autorità preposte, l’ispettorato del lavoro) si sono
costruite gradinate per spettacoli autocelebrativi (!), dopa aver assistito
per mesi all’ingresso di bambini al castello senza nessuna garanzia di
incolumità sul percorso di ingresso delimitato sulla ripida scarpata con un
pannello in rete mobile e divelto, dopo aver assistito a sceneggiate (tra le
parti di cui sopra) sul confine di competenza tra soprintendenza e comune
risoltosi miserevolmente e senza comunicazioni pubbliche, dopo aver negato
l’accesso ai portatori di handicap, dopo aver ostacolato qualsiasi forma di veicolazione per mezzi e uomini e aver tagliato fuori
intere famiglie insistenti su quei luoghi, dopo aver tranciato ogni forma di
servizi quali scarichi, allacci, condutture, e dopo altro ancora, si sono
messi altri fondi pubblici per risanare (ma c’è poco da risanare) quello che
era stato messo in atto senza pareri e per ricercare il fumo!!! Ma non basta.
Adesso le parti in causa (i due di
cui trattasi) adesso, sono inseparabili per riparare!!! E pensare che l’ex
commissario prefettizio dott.ssa Ocello, incalzata dal prefetto, dovette
ricevermi per ascoltare le mie ragioni, per condividerle e per imbrogliarmi.
Infatti, mentre si conveniva sul fatto dell’accertato disastro e delle
responsabilità e sull’opportunità di affidare il risanamento agli organi
ministeriali, la candida commissaria aveva già firmato l’incarico di
direzione dei lavori a chi aveva commesso tale atrocità paesaggistica! Ma c’è
dell’altro, lo saprete a giorni, il sig. prefetto è stato messo al corrente
anche di questo ma al momento niente è dato sapere. Qualcuno si chiederà
allora come mai adesso i due, fino a ieri acerrimi nemici, ora viaggiano
all’unisono? Semplice, sull’uno gravano accuse pesantissime (tutte da
dimostrare) evidenziate oltre da chi scrive, proprio “dall’avvocato” qualche
tempo fa con le denunce e con l’alt ai lavori con interventi delle forze
dell’ordine, l’altro, incalzato dalle autorità messe al corrente da una dura
missiva del sottoscritto e da un mandato in scadenza, vuole andar via con
l’immagine immacolata e senza colpo ferire. E così, anche di notte, i due
(con altri) si vedono per coprire le vergogne del più grande disastro culturale-architettonico-ambientale-paesaggistico che la
storia locale ricordi. Ovviamente, per fare ciò, visto che lo sfregio è di
considerevoli dimensioni, altro non rimane che riversare nel fossato del
castello, area archeologica, una colatona di
cemento a ridosso e perfino attaccato alle mura del castello e lo stesso
accadrà per il grande pendio tranciato della montagna che, diversamente da
ciò che gli aveva riservato la natura, sarà colato di cemento e similari!!! E
che vuoi di più?! Tutti volevano la più grande e più bella piazza del Molise
e adesso sono serviti! Tutti volevano un castello con un fossato naturale ed
invece si ritrovano con un fossato cementizio! Cosa si cerca di meglio! Largo
alle tecnologie! L’unico problema (disastri a parte) è dato dal fatto che fra
poco i due saranno separati. Forse. Lo storico resterà fra noi (non so
fino a quando ma su questo non posso esservi utile), il secondo probabilmente
andrà verso lidi più visibili. Ma dico, perché arrecare possibili “fastidi”
ad altri quando con un semplice provvedimento possiamo risolvere tutti i
problemi. E poi, ormai noi ci siamo vaccinati, conosciamo gli aspetti più
reconditi e possiamo cautelarci. L’augurio è che “l’avvocato” possa rimanere
nella nostra regione il più a lungo possibile così da combattere l’eolico
selvaggio come il sottoscritto ma chiudere gli occhi sulle altre nefandezze
al paesaggio (documentate) diversamente dal sottoscritto e magari collaborare
con l’altro su altri siti, magari incominciando da San Vincenzo al Volturno e
alle tettoie miseramente crollate alla prima nevicata! E non sarà nemmeno
così difficile, infatti, con il taglio dei dirigenti imposto dalla spending review
, anche nel MiBac ci saranno delle riduzioni e
così, per cautelarsi “l’avvocato” ha già fatto richiesta di rimanere in
Molise per non correre rischi! E pensare che voleva Firenze o Roma ma si sa,
piccolo è bello e in più puoi fare come ti pare in una terra di pavidi.
Comunque, visto che come personale costume non mi piace parlarmi addosso ne
essere creduto sulla parola, a giorni, con un apposito comunicato, informerò
le SS.LL. e l’opinione pubblica della
conferenza-sit in che lo scrivente terrà sul luogo del “delitto” anche per
far conoscere altri aspetti non meno inquietanti. Alle autorità in indirizzo
lo scrivente aveva inviato una lunga nota nel giugno scorso (che si riallega) senza che, almeno apparentemente, la stessa
avesse avuto l’attenzione dovuta, si spera che la colata di cemento
evidenziata dall’immagine allegata possa far sussultare qualcuno almeno
adesso. Ultim’ora: le piogge insistenti di
questi giorni tengono costantemente allarmati i soggetti coinvolti tanto da
sguinzagliare “fidati” tecnici lungo il pendio tranciato alla ricerca di
qualche possibilissimo segnale di cedimento e di crolli. Loro sanno che
esiste questo rischio, lo sanno anche gli inquirenti ma si sa, se non ci
scappa il morto. di Emilio
Izzo (UILBAC Molise) da ilgiornaledelmolise.it Campobasso, li 06 Dicembre 2012 |
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