A Roma per
manifestare, Emilio Izzo fermato dalla Polizia
E' rimasto in stato di fermo per circa sette ore in un commissariato
di Polizia a Roma.
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Emilio Izzo, segretario regionale della Uilbac Molise, si era recato nella capitale per
manifestare contro il taglio del grande abete di Pescopennataro
portato a Roma per essere sistemato in Piazza San Pietro come albero di
Natale. Un omaggio per il Papa che ha gradito ed ha ringraziato il Molise.
Un omaggio che non è piaciuto a Izzo che, nei giorni scorsi, aveva
annunciato che sarebbe andato in Piazza San Pietro per manifestare
pacificamente contro quello che considera uno scempio. Ma appena arrivato a
Roma, nei pressi del colonnato della piazza del vaticano, è stato fermato
da alcuni agenti in borghese della DIGOS di Roma, i quali lo hanno posto in
stato di fermo e lo hanno trattenuto per circa sette ore in commissariato.
Dal racconto riferito da alcuni suoi amici, per circa 6 ore non gli sarebbe
stata fornita nessuna motivazione della limitazione della libertà personale
a cui è stato sottoposto e gli sarebbe stato anche limitato l’uso del
telefono cellulare. In commissariato si è recato un esponente
dell’osservatorio contro la repressione con un legale per cercare di
assistere Izzo.
In serata Izzo è stato liberato. Non ci sarebbe a suo carico alcuna contestazione.
Sulla vicenda il coordinatore regionale del PCL Molise, Tiziano Di
Clemente, ha inviato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma
contro gli agenti e i dirigenti della DIGOS che hanno fermato Izzo.
"Lo stato di fermo durato circa 7 ore e su descritto del sig. Izzo -
afferma Di Clemente - non è stato motivato, né è stato redatto un verbale
come pure prescritto in tali casi. Pertanto tale fermo di polizia qui si
ipotizza come illecito ed arbitrario". "In una città come Roma,
dove organizzazioni nazifasciste e razziste - aggiunge Di Clemente -
massacrano le persone e devastano locali pubblici con libere ed
indisturbate scorribande, dirette a fuorviare le masse con le loro idiozie
xenofobe ed omofobe dai veri responsabili della crisi cioè dai capitalisti
e banchieri da cui sono pagati e protetti, dove la polizia massacra
studenti e operai in lotta per il pane e la libertà, ben venti agenti
trattengono in stato di fermo una persone per bene come sono tutte le
persone impegnate nella lotta contro questo sistema di potere borghese e
corrotto che si regge sulla dittatura di una minoranza di banchieri e di
magnati".
Dal canto suo Emilio Izzo, rientrato in Molise, continua le sue iniziative.
Martedì sarà di nuovo a Venafro, al Castello Pandone,
per protestare contro quello che ha definito uno scempio archeologico-architettonico e per denunciare la
distruzione di una rampa di accesso per disabili durante i lavori di scavo
effettuati nel sito. Sarà accompagnato da due disabili. Una manifestazione
che viene organizzata proprio in concomitanza con l'inaugurazione della
pinacoteca voluta dalla Soprintendenza all'interno del Castello.
Da altromolise.it
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