Continua
con successo la tourné americana de l'Autodafé del
Camminante
sulla straordinaria
vicenda umana e poetica
Arturo Giovannitti, il Poeta dei lavoratori
Teatro Del Loto performs A Giovannitti's
"The Walker" (da bostoniano.info)
One night only! Straight from performances at Yale University and City
College in New York, an extraordinary play will make just one appearance in
Massachusetts: Stefano Sabelli's THE WALKER'S
AUTO-DA-FÉ. This original Italian dramatization for stage is based on Arturo Giovanitti's The Walker and his remarkable address to the
jury at the end of his 1912 trial as accessory to murder in the death of
striker Anna LoPizzo. Performed first in Giovannitti's hometown in Italy, the theater company is
excited to be doing their final US show in the Bread and Roses Centennial
Exhibit at the Everett Mills in Lawrence, MA, just two blocks from where Anna
LoPizzo was felled by a militia bullet. Limited
Seating. Reservations needed. For further information call the Lawrence
History Center: 978-686-9230. On the 29th of January 1912, Joseph Caruso, Joe
Ettor and Arturo Giovannitti
were arrested for their alleged role in the death of striker Anna LoPizzo. They spent ten months in jail while waiting for
their judgement, which could mean death in the
electric chair. While all over the world there were protest marches for their
freedom, Arturo Giovannitti, a young poet and
trade-unionist from Molise, Italy, composed several poems in jail. One,
titled 'The Walker', forms a part of the play's structure. The play also
centers on 'The Address to the Jury' delivered by Giovannitti
on November 23, 1912 in a Salem, MA court room. A blockbuster judicial case
at the time, the trial was watched the world over. One hundred years after
that trial, with THE WALKER'S AUTO-DA-FÈ, members of the audience relive that
event through stage fiction, putting themselves in the shoes of the jury
selected to judge Giovannitti, Ettor,
and Caruso.
L'AUTODIFESA
DI UN EMIGRANTE ITALIANO ACCUSATO DI OMICIDIO
" O Signore rendici le nostre mani rinchiuse nei forzieri dei Potenti
che ce le han rubate ". Con queste profonde e semplici parole di Arturo Giovannitti, l'Amministrazione comunale di un paese nel
Molise ricordo' il centenario della nascita del
sindacalista italoamericano di origine molisana. Era il 31 dicembre 1984, il
piccolo paese del Molise, Oratino, dal quale la
famiglia di Arturo Giovannitti discendeva.
All'epoca, in Italia e nel Molise, poco si conosceva questo grande poeta e
sindacalista se non tra qualche studioso. Merito degli amministratori del
piccolo comune che iniziarono a rendere pubblica la figura di Arturo con vari
convegni. Dopo tanti anni trascorsi, con la sponsorizzazione della Regione
Molise, arriva in tournée negli Stati Uniti lo spettacolo del Teatro del Loto
di Ferrazzano (Campobasso) intitolato "L'autodafè del Camminante". Lo spettacolo si basa
sull'Autodifesa pronunciata dal sindacalista di origine italiana, Arturo Giovannitti, dinanzi al tribunale di Salem in
Massachusetts, il 23 novembre del 1912 e su una splendida poesia scritta in
carcere. Difendersi da solo contro un'accusa grave di omicidio era un'impresa
veramente ardua per un emigrante. In caso di colpevolezza rischiava la sedia
elettrica. Il processo terminò il 23 novembre 1912 ed è riproposto in questi
giorni attraverso uno spettacolo con la bella regia e drammaturgia di Stefano
Sabelli. Esattamente dopo 100 anni da quell'avvenimento, sara'
rappresentato al CUNY, in vari istituti e comunità Italo-americane. Il
giovane e brillante attore Diego Florio interpreta Giovannitti, il poeta e sindacalista di origine molisana
emigrato a diciassette anni in nord dell'America per non più tornare in
Italia. Chiamato ad animare il cosiddetto "sciopero del pane e delle
rose" degli operai del tessile, scoppiato all'inizio del 1912, Arturo fu
ingiustamente accusato di aver ucciso una dimostrante e arrestato. All'atto
del processo, all'età di ventinove anni, pronunciò con un fluente inglese una
straordinaria arringa per salvare se stesso e i compagni coimputati
dall'infamante e ingiusta accusa di omicidio. Lo spettacolo è più di una
rappresentazione storica dei fatti, delle persone coinvolte e delle
circostanze degli avvenimenti. Il bravissimo Diego Florio,
ha la stessa eta' del Giovannitti
di allora, fa propria la vibrante oratoria dell'autodifesa del sindacalista.
S'immedesima profondamente nella parte facendone risaltare le doti di Arturo
come l'uomo di calda generosità e idee radicate. Con la sua recitazione Diego
rende evidente la passione intellettuale del sindacalista cioe',
di quella persona che fu capace di organizzare grandi forze in tutela dei
diritti umani e del rispetto per la dignità dell'individuo. Di un uomo che si
è battuto contro, lo sfruttamento, le bassissime paghe e gli orari di lavoro
massacranti in quel periodo. Un passaggio molto significativo è quello in cui
Giovannitti dichiara che, una volta assolti, lui e
il compagno Ettor saranno sempre a fianco dei
lavoratori in lotta. Ovunque saranno chiamati si batteranno sempre per una
giusta causa e per migliori condizioni di lavoro. È uno spettacolo da non
perdere. Una rappresentazione scenica in cui il pubblico si trova rinchiuso al
centro dell'area formata da quattro lati di una gabbia con sbarre a forma di
prigione. L'attore/imputato si muove all'esterno della prigione intorno al
perimetro delle sbarre. Un gioco drammatico in cui lo spettatore si sente
coinvolto e trasformato in giudice popolare. Uno spettacolo appassionante e
coinvolgente. Un'occasione unica assolutamente da non perdere.
di Alfredo Brunetti
(gia' Sindaco di Oratino) presidente Associazione Culturale della Regione
Molise New York
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