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Inchieste

 

BASSO MOLISE
Truffe e abusi nell’Asrem dei "premi d’oro": più di 50 indagati tra dirigenti, medici e impiegati

 

Al capolinea un’altra inchiesta sul mondo della sanità destinata a fare rumore, che coinvolge dirigenti, medici e dipendenti amministrativi. I vertici dell’azienda sanitaria sarebbero già stati raggiunti dalle informative delle forze dell’ordine che hanno fatto luce su una serie di presunti abusi, dai premi di migliaia di euro spartiti tra impiegati per il lavoro "straordinario", ai bonus e alle indennità per arrotondare gli stipendi. L’inchiesta è partita dalle numerose denunce che nel corso degli anni hanno sollevato il caso dei paradossi di ’mamma Asl’ che invece di risparmiare a vantaggio dei malati avrebbe rafforzato una rete di privilegi e abusi.

Termoli. Dopo la bufera degli assenteisti, sull’azienda sanitaria del Basso Molise sta per abbattersi una nuova tempesta.

Un’altra inchiesta giudiziaria è giunta infatti al capolinea e sta per esplodere con una raffica di avvisi di garanzia che coinvolgono rappresentanti del mondo della sanità. Che da un lato fa i conti con i tagli, pendenti come una spada di Damocle per il deficit milionario, e dall’altro con il paradosso dei privilegi e dei bonus a dirigenti e impiegati premiati per il “lavoro straordinario”.

Per il momento si tratta di un’indiscrezione, destinata però a fare rumore e a evolversi con nuovi sviluppi attesi nelle prossime settimane. Sarebbero una cinquantina le persone coinvolte, tra gli alti vertici dell’azienda sanitaria, dirigenti e dipendenti del Basso Molise. Una lunga lista di nomi iscritti sul registro degli indagati, in una complessa indagine i cui tasselli sono stati composti pezzo per pezzo dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri, coordinati dalla Procura di Larino.
Alcuni, quelli che occupano i gradini più alti della gerarchia di ’mamma Asl’, sarebbero stati già raggiunti dalle informative delle forze dell’ordine nei giorni scorsi. Gli altri riceveranno invece gli avvisi di conclusione delle indagini nelle prossime settimane. Gli accertamenti sarebbero partiti dopo le segnalazioni di medici e personale infermieristico, che in più occasioni nel corso degli anni passati hanno denunciato il sistema di privilegi in una sanità sempre più sofferente per il dissesto finanziario che mette a rischio i servizi stessi rivolti alla cittadinanza.

Le ipotesi di reato vanno a vario titolo dalla truffa all’abuso di ufficio. Queste le conclusioni a cui sono giunti gli inquirenti, e su cui i coinvolti dovranno dimostrare la loro estraneità. La complessa inchiesta dovrebbe fare luce su una serie di presunte irregolarità e abusi, che sarebbero collegati ai bonus di migliaia di euro, spartiti tra dirigenti e impiegati per aver tenuto a bada i tanti creditori, convinti a non riscuotere gli interessi maturati di milioni di euro per le forniture e medicinali mai pagati dall’Asrem. Premi che stridono con l’assenza di liquidità necessaria a saldare gli stessi debiti con le ditte e con il fatto che, all’epoca della "spartizione" avvenuta pare con la complicità di tutti e nel silenzio di chi avrebbe dovuto denunciare, mancassero i medicinali in farmacia e il denaro per l’assistenza a pazienti e disabili.


Al centro delle indagini ci sarebbero anche indennità e rimborsi con cui sarebbero stati arrotondati gli stipendi, “pratiche” a quanto pare ben consolidate e più volte balzate anche agli onori della cronaca, su cui gli investigatori hanno svolto accertamenti e verifiche, prima di metterle a rapporto nel fascicolo trasmesso alla Procura. Nel mirino anche le cosiddette attività intramoenia, cioè le prestazioni erogate al di fuori del normale orario di lavoro, che si servono delle strutture ambulatoriali e diagnostiche dell’ospedale. Tutti tasselli di un mosaico complesso, che ancora una volta riguarda la sanità. L’elenco degli indagati è lungo e annovera vertici amministrativi e sanitari, medici, impiegati, amministrativisti e tecnici. Tra loro anche alcuni che rivestono cariche elettive. Tutti in busta paga Asrem.

 

 da primo numero.it

 

Termoli,  lì 21 febbraio 2013

 

 

 

 

 

 

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