L’intervento
Lettera aperta al presidente L’eccezione di una “persona perbene” Egregio signor
presidente, non la conosciamo se
non per quel profilo che gli organi di informazione hanno diffuso su di lei
in questi giorni. Sicuramente abbiamo
apprezzato in passato le sue posizioni in merito alla Legge Mammì ed alla
richiesta di Forza Italia di aderire al PPE. Era proprio la sola
volta in cui ci si doveva smarcare come rappresentanti del popolo da atti di
governo e di forze politiche che tante volte hanno lasciato perplesso il
paese? La definizione più
ricorrente su di lei in questi giorni è che "è una persona
perbene". Dovrebbe essere la
norma per un uomo politico ed invece sembra accentuarne l'eccezione. Se quasi la metà dei
cittadini non entra più in un seggio elettorale, probabilmente non ha una
grande considerazione di quello che sta avvenendo nelle istituzioni di questo
Paese. Pur conoscendola
poco, qualcosa nella sua persona e nella sua prima dichiarazione attenta alle
difficoltà ed alle speranze degli italiani ci induce a pensare che il suo
settennato possa dare al popolo quegli elementi fondamentali di democrazia,
di libertà, di pace e di giustizia sociale per i quali soprattutto in questi
ultimi vent'anni abbiamo visto un arretramento pericoloso ad opera delle lobbies economiche e dei partiti politici che hanno in
effetti distrutto la sovranità popolare e creato un potere oligarchico che,
attraverso una corruzione senza precedenti, un'immoralità nella gestione dei
fondi pubblici e regole economiche e finanziarie inique di un neoliberismo
selvaggio, sta arricchendo una percentuale ridotta della popolazione e
riducendo alla miseria ed alla disoccupazione una parte sempre più
consistente di essa. Ora per la sua
elezione si parla in maniera roboante di vittoria clamorosa del PD. Lei, presidente, è
una persona dotata di grande intelligenza e capacità di osservazione e sa che
il suo nome ha rappresentato la composizione tra i veti; anche l'alto numero
di voti ottenuto è sicuramente frutto della stima per la sua figura di uomo e
di politico, ma anche di mediazioni e perfino di pressioni esercitate su
taluni partiti. Checché se ne dica,
anche nella sua elezione questa classe politica non ha dato di sé una bella
immagine. Il discorso da lei
tenuto ai parlamentari ed ai delegati regionali è unanimemente apparso
limpido, elevato, davvero molto spesso sul piano culturale e politico; ha
avuto passaggi fortemente rivolti ai problemi di ordine nazionale ed
internazionale che mettono in crisi la sicurezza e la serenità
dell'esistenza. Mentre parlava
abbiamo trovato tante sue apprezzabilissime dichiarazioni stridenti con
diversi atti parlamentari di questi ultimi anni. Tanti che
l'applaudivano con forte calore spesso hanno percorso in politica strade
diverse da quelle da lei così lucidamente indicate. Quello che
francamente ci aspettiamo, presidente, è che impedisca le furbizie di
soggetti che siedono in parlamento non perché eletti, ma solo in quanto
nominati e che dovrebbero limitarsi perciò alla normale amministrazione,
mentre pretendono come tali addirittura di fare riforme istituzionali che sembrano
un'involuzione pericolosa per la democrazia e la garanzia dei diritti
fondamentali della persona. Paradossalmente a
breve si troverà a dover decidere la firma di una legge elettorale ancora più
antidemocratica di quella già bocciata dalla Consulta di cui era membro. Fa bene quando pensa
alle difficoltà dei cittadini! Il Paese "fa
fatica a tirare avanti", come si dice, a trovare un lavoro pure
garantito dalla Costituzione, a rapportarsi nel voto con una classe politica
inadeguata e più presente nei talk che in parlamento, ad esercitare i diritti
civili e politici, a comprendere privilegi ed inequità
condannati a parole e mai non solo eliminati, ma neppure scalfiti. Ha ragione quando
sottolinea le attese della popolazione alle prese con una crisi che morde! I cittadini, anche se
stanchi, hanno ancora speranze che il diritto alla salute, al lavoro, alla
cultura, alla casa, alla giustizia, ad una democrazia partecipata attraverso
la sovranità popolare possa vedere concretamente la strada della
realizzazione. Noi ci aspettiamo, presidente, che lei di tutto questo sia il garante non attraverso dichiarazioni d'intenti, ma per mezzo di atti concreti. di Umberto Berardo |
Campobasso, li
04 Febbraio 2015