In
un editoriale del 16 dicembre 2012 avevamo chiesto fondamentalmente ai
molisani un forte impegno di partecipazione nel confronto politico sul
piano metodologico, contenutistico e di coerenza etica.
Alle
forze politiche avevamo suggerito, sulla base di talune necessità operative
individuate per la regione, una seria ed accurata riflessione per il
rinnovamento della classe dirigente.
Ai
movimenti ci eravamo rivolti perché riflettessero sulla necessità di una
rappresentanza autonoma e diretta nelle istituzioni, convinti che i partiti
tradizionali non riuscissero ormai ad essere espressione delle necessità
dei cittadini.
Le
preoccupazioni sul movimentismo trasformista già in atto secondo vecchie
logiche di potere preoccupava da tempo quanti immaginavano e continuano a
sognare un impegno politico di soggetti degni, onesti, competenti e
fortemente motivati al bene comune.
Quasi due
anni fa avevamo cercato di alzare le antenne sul tentativo di
colonizzazione di talune forze politiche di destra, ma soprattutto di
sinistra, da parte di soggetti che cercavano, come oggi sostiene Luca Ricolfi, zattere alternative per continuare a navigare
ad ogni costo.
Le
logiche che hanno condotto ai sistemi di definizione delle candidature a
livello regionale e nazionale indicano, a nostro avviso, che i partiti sono
irrimediabilmente diventati comitati o strumenti per l’ottenimento del
potere.
I
principi, i valori, le idee programmatiche, le differenziazioni di
comportamento, allora, nel migliore dei casi sfumano e nel peggiore si
mandano tranquillamente al macero; si costruiscono così insalate miste
finalizzate unicamente a vincere le elezioni ed a conquistare spazi di
potere che non sono solo quelli delle sedi istituzionali, ma anche tutti
gli altri in incarichi vari nei quali è possibile trovare per molti
adeguata sistemazione occupazionale.
Dove sono
al riguardo, ad un volume udibile, le voci di dissenso di alcuni che pure,
siamo sicuri, sono lontani da un tale modo di pensare e di operare?
Quella in
cui anche soggetti rispettabili accettano che s’infilino personaggi democraticamente
inaffidabili e vecchi marpioni del clientelismo non è più politica come
servizio, ma squallore allo stato puro.
La
politica è un mestiere secondo logiche di plutocrazia amorale?
Sì!
Per molti
ormai lo è e non c’è più vergogna a comportarsi conseguentemente senza
dichiararne coerentemente mezzi e fini.
Anche chi
parla di rivoluzioni e strategie di democrazia autentica ed alternativa
fondate sulla cosiddetta società civile ha finito per far prevalere nelle
candidature tanti soggetti provenienti da talune forze politiche che
davvero di democrazia ne hanno espresso poco o nulla.
Anche in
taluni, che avevano creduto in un progetto di reale cambiamento a sinistra,
ormai l’imbarazzo rispetto ai pesanti compromessi posti in essere è troppo
palese e tanti si sono dissociati anche dall’esperienza di “Cambiare si
può”.
Di fronte
a tale quadro non è opportuno, dal nostro punto di vista, che un
arcivescovo convochi al confronto tutti i candidati alla presidenza della
giunta regionale per presentare le linee ispiratrici della politica da
parte della Chiesa locale, ma rischiando di avallare in tal modo tutte le
logiche che tali candidature hanno sostenuto.
In più di
una circostanza abbiamo sottolineato le perplessità sull’operato dei
partiti rispetto alle necessità di una regione come il Molise in cui ormai
tanti abitanti, soprattutto nelle aree interne, vivono una condizione di
povertà ai limiti della sopravvivenza.
Queste
persone hanno bisogno che qualcuno tuteli i loro diritti e noi abbiamo il
dovere civico di impegnarci in questa direzione.
Avevamo
suggerito la necessità di una lista civica che potesse nascere alla base
dall’impegno di gente unicamente votata appunto al servizio dei cittadini.
Nulla!
E … ora?
Dallo
sconcerto mi auguro si possa e si riesca ad uscire suscitando il confronto
tra quanti non si rassegnano alla situazione esistente.
È una
discussione che non può stare solo sulla piazza virtuale, ma che deve
spostarsi sul territorio nel quale è oltremodo necessario coinvolgere i
tanti molisani che purtroppo continuano a vivere in un privato fatto ancora
di rassegnazione o di speranze clientelari rinnovate sistematicamente da
chi se ne serve per illudere e per mantenere i propri consensi elettorali.
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