Molise
2013: anno zero di una metamorfosi
Avremo
tra poco un nuovo Papa, un nuovo Premier e un nuovo Presidente della
Repubblica ma non sappiamo se nel Molise ci sarà un nuovo Governatore e una
vera svolta negli assetti politici.
Una
cosa però è certa: il responso elettorale di lunedì spazzerà comunque il
vecchio modello di governance con conseguenze imprevedibili.
Per arginare la ventata di antipolitica, la politica ha tentato di tagliare i
suoi costi e il numero dei rappresentanti del popolo per così dire
"sovrano". Il tentativo sui costi non è ancora visibile, quello sul
taglio dei politici ha avuto effetti solo a livello regionale.
La prossima Assemblea molisana conterà infatti solo 20 consiglieri, tanti
quanti ne ha l'amministrazione di un Comune di 10/15 mila abitanti. Con un
parlamentino bonsai così ridotto, maggioranza e opposizione potrebbero riunirsi
anche al bar o in trattoria, con effetti benefici sulle pubbliche spese di
esercizio. Scherzi amari a parte, l'imminente legislatura subirà una
metamorfosi che, paradossalmente, la renderà meno dialettica più fragile e
meno agile di quanto ci si aspetterebbe dalla perdita di peso dovuta a una
debilitante cura dimagrante anche in termini di risorse, consiglieri e
istituzioni (province, comunità montane, ecc.) in via di liquidazione. Per
carità, il taglio a sprechi e costi della politica è più che sacrosanto: lo
scandalo dei 10 "monogruppi" (su 17) alla
Regione Molise grida ancora vendetta. Pur tuttavia certi mutamenti, specie se
di natura istituzionale, andavano meditati senza emotività: invece ci si è
arresi all'ondata populista abbattutasi sul numero di chi deve rappresentare
in sede di mediazione politica la pluralità degli interessi e dei punti di
vista emergenti nelle società. Anche, si badi, nelle società più piccole,
perché i fermenti e i bisogni che si agitano in un territorio non sono
speculari alla sua estensione o regolati in base a un rapporto demografico.
Maggiore è il numero dei rappresentanti, più adeguata è la rappresentanza.
Certo, a voler paragonare due Consigli regionali numericamente uguali, la
Basilicata dispone di un consigliere ogni 20mila abitanti, mentre il Molise -
con circa metà popolazione - ne contava uno ogni 10mila. Va detto però che i
paesi più piccoli hanno, in proporzione, parlamenti più grandi. Il Belgio ha
una popolazione otto volte inferiore a quella della Germania, ma il suo
parlamento non è otto volte più piccolo. Nel Senato americano, gli Stati più
piccoli (Wyoming e Vermont ad esempio) hanno 2
rappresentanti ognuno, esattamente uguali a quelli di Stati di gran lunga più
grandi e popolosi, come la California e il Texas. Esistono poi decisivi
aspetti politici, pratici e organizzativi della governance
visto che i parlamenti (quelli grandi come i piccoli) funzionano quando
assicurano più stabilità delle maggioranze, maggiore scelta di competenze,
più controlli e minore inconsistenza delle commissioni. La quantità dei
consiglieri può insomma incidere sulla qualità dello scrutinio e del
controllo delle leggi. Dunque il vero nodo sta nella entità degli emolumenti
percepiti non nel numero dei percettori.
Ridurre la rimuneratività dei politici è giusto e ormai irreversibile, ma non
deve poi scoraggiare dal far "salire" in politica persone preparate
e già ben remunerate. (Alle quali magari ci si dovrà poi rivolgere pagando
loro delle consulenze.) Un'altra fondamentale obiezione è che il taglio di
rappresentanti finisce col colpire fasce importanti ma sottorappresentate di
società: basti pensare a questo Molise "only for men". Più l'ambito di
accessibilità alla politica è limitato e difficoltoso, più esso è spalancato
per chi dispone di ampie possibilità economiche, mediatiche (e clientelari).
Candidati ottimi e promettenti saranno bocciati in mancanza di questi
decisivi mezzi di autopromozione elettorale; altri candidati invece non ne
avranno avuto bisogno per grazia ricevuta dal Porcellum.
Dunque il Molise deve ora prepararsi a gestire un modello di governo diverso
per tipo di leadership ed esposto un processo di ridimensionamento - più
metamorfosi che palingenesi - che rischia di aggravare l'irrilevanza storica
della ventesima regione.
di Giuseppe Tabasso
Campobasso, lì 20
Febbraio 2013
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