Intervento
Webmania
L'uso del web può essere vantaggioso, purché non se ne faccia un
impiego esclusivo o distorto capace magari di diminuire la nostra efficienza
sul piano intellettivo, mnemonico e critico
Sono
passati anni dall'invenzione del primo computer basato sul sistema numerico
binario, ma da allora, con l'inizio dell'era digitale, c'è stata nella storia
della civiltà umana una profonda rivoluzione di carattere tecnologico,
economico ed umano.
Non
solo il PC, l'iPhone, l'iPad,
il Gps o il recente Google Glasse, ma soprattutto gli innumerevoli software
hanno permesso la nascita di internet, una rete di comunicazione che mette in
collegamento tra loro milioni di computer al mondo per un volume di traffico
che oggi raggiunge i due miliardi di gigabyte al giorno.
Il
web ha sicuramente arricchito il modo di pensare, di comunicare e di vivere di
una massa sempre più gigantesca di persone, anche se non tutte ne possono
usufruire con la stessa efficienza a causa di una differente velocità di
navigazione garantita da Internet Service Provider che permettono la
connessione previa stipula di un contratto di servizio che sta diventando
sempre più costoso e non sempre funzionante, almeno per territori privi di
banda larga.
Sulla
Rete, che è penetrata in ogni angolo della nostra vita, ormai viaggia
l'informazione e le relazioni virtuali con WhatsApp, Skype, Twitter, Facebook, ma anche la New Economy con Amazon o eBay ed in genere i nuovi sistemi di ricerca culturale con
Google.
L'era
digitale non ha solo aumentato la velocità di comunicazione, ma ha pure
arricchito il modo di pensare, di relazionarsi e di vivere.
Pensiamo
ad esempio alla garanzia che la Rete dà alle istanze di libertà, di democrazia
e di partecipazione diffusa
dell'opinione pubblica, anche se online è ancora difficile, se non impossibile,
incidere sulle decisioni collettive.
È
chiaro a tutti che i benefici di operatività del Web nell'acquisizione, nella
memorizzazione e nella trasmissione dei dati sono ormai irrinunciabili e ci
permettono una velocità di comunicazione prima impensabile.
Detto
questo occorre riflettere sul fatto che il mondo di internet intanto non è
neutro, come molti sostengono, né può essere esente da regole giuridiche, da
principi etici, da onestà intellettuale, dalla garanzia della privacy per
ciascuno e dal rispetto della dignità di ogni persona.
L'uso
del web può essere vantaggioso, purché non se ne faccia un impiego esclusivo o
distorto capace magari di diminuire la nostra efficienza sul piano
intellettivo, mnemonico e critico.
Molti
sostengono che le relazioni multimediali siano un campo esteso di ricerca libera
e di confronto allargato, ma anche di possibili miglioramenti economici di
massa; in realtà noi pensiamo che sia il mondo di internet che l'economia
digitale continuino ad essere un terreno di scontro ininterrotto tra l'anima
anarchico libertaria e quella di un ciber-totalitarismo
rispetto ai quali occorre tenere sveglio il pensiero critico se non vogliamo
chi i principi di libertà, di eguaglianza e di democrazia siano messi in
pericolo.
La
velocità fine a se stessa, l'esibizionismo, l'anonimato, l'ideologia
privatistica nell'uso dei motori di ricerca e nella evasione fiscale, i
tentacoli ultracapitalistici delle infrastrutture comunicative, le differenze
di velocità di accesso alla Rete, l'attacco alla privacy per ragioni
commerciali o guerre economiche, le sinergie perverse tra i magnati della Silicon Valley e quelli di Wall
Street, la rincorsa alla concentrazione dei copyright, lo spionaggio, la
nascita della nuova e ricchissima aristocrazia intellettuale dei ricercatori
elettronici, il monopolio persistente degli Stati Uniti nell'attribuzione di
codici ed indirizzi in assenza di un ente sovranazionale garante di uno spazio
di comunicazione garantito in modo equo: questi sono i dilemmi sui quali
occorre riflettere per analizzare quali pericoli essi possono generare per la
sicurezza delle persone, per la trasparenza, per un rapporto corretto tra
cultura e potere, per le nuove diseguaglianze che si possono generare e per le
minacce che rischiano di portare ad una democrazia che è già sotto attacco dal
potere politico ed economico.
La
capacità delle tecnologie di intervenire sul materiale genetico ci stanno
portando per molti ad un ibrido umano o postumano,
che dir si voglia, per il quale come sottolinea Paolo Benanti
" è etico tutto ciò che l'uomo desidera e non è etico tutto ciò che ne
limita il desiderio".
Siamo
ad un postumanesimo che vorrebbe ignorare ogni
principio morale e che addirittura, fuori da ogni prospettiva trascendente, con
Ray Kurzweil arriva a promettere l'immortalità con
l'affidamento dei nostri pensieri, affetti e desideri ad una intelligenza
esterna come quella delle macchine.
Il
capitalismo telematico e la plutocrazia politica stanno già pensando ad una
gigantesca rete intranet riservata e capace di impedire che lo spazio di
internet sia libero e regolato da organismi internazionali eletti piuttosto che da gruppi di potere economico o
da esecutivi politici nominati.
Intanto,
se vogliamo evitare il totalitarismo tecnologico dei grandi gruppi americani,
occorre che in tutti i Paesi si dia grande spazio ed incentivi alla ricerca,
perché solo una pluralità di vie e strumenti di comunicazione può garantirci
che internet sia free, cioè gratuito, oggi attraverso i finanziamenti
pubblicitari e domani magari con canoni proporzionali alle fasce di reddito.
Altra
esigenza è quella di impedire la concentrazione monopolistica sui software
perché essa rappresenterebbe un pericolo enorme per la libertà e la democrazia.
Il
mondo virtuale rischia di creare una solitudine affollata quando non riusciamo
più a cogliere il confine tra ciò che è ipotetico e la vita reale; è per
questo, allora, che abbiamo bisogno di riscoprire la nostra umanità vissuta e
tornare ad incontrarci soprattutto in una agorà fisica.
Un'ultima
riflessione vorremmo porre all'attenzione di quanti utilizzano internet come
strumento di ricerca culturale: in tale direzione occorre riflettere ed
indagare sulla veridicità scientifica ed intellettuale di tutta la massa di
dati con i quali veniamo a contatto.
Non
possiamo al riguardo dimenticare mai che i canali della ricerca è necessario
che siano sempre plurali ed opportunamente verificati con un sistematico
confronto di natura critica.
È
inutile, infine, aggiungere che una tale verifica va fatta sempre anche sulle
persone con cui veniamo in contatto accertandone gli aspetti umani, etici e
culturali e valutando se essi siano utili per le nostre relazioni e la crescita
personale.
di Umberto Berardo
Campobasso,
lì 07 Ottobre 2015
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