Intervento
Senso della vita, cultura e libertà
Riflessioni sull’ultimo saggio
di Edoardo Boncinelli
"Noi siamo cultura"
Il
tratto basilare della nostra identità individuale è sicuramente l'unicità.
Nessuno
al mondo ha aspetti della personalità, quali tratti fisici, psicologici,
caratteriali, culturali, etici o comportamentali, non diciamo uguali, ma
neppure in gran parte simili ad un'altra persona.
Antropologicamente,
secondo gli scienziati, l'essere umano è il frutto di un'evoluzione durata
circa quattro miliardi di anni, complicata, casuale e selettiva che, partendo da
un organismo unicellulare, ha prodotto l'Homo Sapiens.
Le
probabilità dell'identità tra un individuo ed un qualsiasi altro soggetto sono
pressoché uguali allo zero.
La
nostra unicità è parte essenziale dell'esistenza e si manifesta in ogni settore
della vita, da quello istintivo agli altri di natura razionale, emotiva e
comportamentale.
Ognuno
di noi è un essere unico e speciale, ma questo non costituisce ancora il
fondamento che dà valore alla nostra persona.
Tra
l'altro la genetica e le neuroscienze ci dicono, come ribadisce con grande
lucidità Edoardo Boncinelli nel suo ultimo saggio
"Noi siamo cultura", che quello che siamo dipende dal codice
genetico, dal caso e dall'ambiente, elementi sui quali ci è difficile poter
intervenire, almeno in talune fasi della nostra esistenza.
Il
progetto genetico insito nel nostro DNA, la nostra biografia, gli eventi della
vita e la casualità relazionale hanno fatto propendere per anni sul concetto di
determinismo come ineluttabilità della determinazione più o meno assoluta degli
eventi futuri della vita da parte di una complessità di fattori da noi
difficilmente controllabili.
In
realtà oggi l'epigenetica e le neuroscienze sembrano sempre più orientate ad
indirizzare la persona verso la scoperta del proprio personal brand per capire quale sia l'unique
selling point come insieme
delle potenzialità, abilità e capacità che ci rendono autentici e ci permettono
di sviluppare in modo relazionale la nostra unicità per impegnare tutte le
energie nella ricerca della felicità e del bene comune.
Essere
unici ed irripetibili, tuttavia, non costituisce per noi alcun valore speciale.
La
nostra essenza ed il suo senso per la vita può venirci solo dal suo fondamento
ontologico, ma anche da un umanesimo autentico come riconoscimento della
dignità e dei diritti fondamentali di ogni essere umano.
Il
valore di una persona sta nella complessità dei talenti e delle potenzialità
che esprime e che riesce a mettere al servizio della collettività.
Per
tale ragione abbiamo la necessità di uscire dalla stessa singolarità della
nostra unicità per vivere una piena relazionalità, perché non possiamo esistere
senza un'interazione continua con gli altri.
Boncinelli nel saggio sopra citato, la cui
lettura vorremmo caldamente consigliare soprattutto ai giovani, sostiene che
noi diveniamo degli esseri culturali perché il nostro cervello, pur negli
errori logici definiti "illusioni cognitive", si pone delle domande
ed è in grado, nell'interazione con gli altri, d'indagare per trovare risposte
alle stesse che poi costituiscono il patrimonio dell'umanità che noi chiamiamo
"sapere".
A
tale deposito di conoscenza, che non è mai individuale, ma sempre e solo
collettivo, noi possiamo accedere attraverso l'apprendimento che deve
necessariamente articolarsi in un progetto non limitato all'infanzia ed
all'adolescenza, ma che va organizzato come "educazione permanente".
Boncinelli entra nel vivo del suo argomentare
quando scrive che nell'avventura che dà senso alla vita ed al mondo noi
possiamo fare poco "per influenzare
la composizione genetica dell'individuo", ma "per valorizzare tutti i possibili talenti
naturali... si può fare molto, moltissimo".
Qui
inizia il viaggio dell'autore nell'entusiasmante invito ai lettori verso la
cultura che, attraverso l'educazione scolastica e la ricerca personale, può "rafforzare l'intelligenza", "fondare
la creatività", "sviluppare competenze", "fornire contenuti
di sapere", "stimolare curiosità", "accendere passioni"
riuscendo a togliere il singolo dalle limitazioni del proprio punto di vista,
dai determinismi dogmatici e dai pericoli della carenza di confronto sulle
idee.
E' certamente difficile accettare l'ineguaglianza genetica
relativa all'essenza costitutiva delle potenzialità tra gli esseri umani;
attraverso la cultura, tuttavia, abbiamo la possibilità di garantire ad ognuno
almeno le stesse condizioni di accesso al percorso esistenziale di sviluppo
della propria personalità garantendo in maniera generalizzata diritti,
benessere e felicità.
L'egoismo umano sovente si oppone al processo di realizzazione dell'eguaglianza
tra le persone, ma la ricerca culturale e l'educazione possono avere un ruolo
fondamentale al riguardo per stabilire condizioni di parità per tutti.
È
la cultura capace di innescare lo spirito critico e le capacità di scelta che
possono rendere l'essere umano responsabile e libero dal rischio del pregiudizio,
delle illazioni e del conformismo.
La
scienza, sostiene ancora Boncinelli, ci aiuta nella
comprensione e nella descrizione del reale, ma non può prometterci verità
assolute di tipo metafisico, così come la tecnica fa avanzare il progresso
materiale, ma non ci consente certo la felicità, forse perché all'avanzamento
dello sviluppo materiale non corrisponde ancora uno identico sul piano etico e
spirituale.
Per
questo occorre prendere coscienza del fatto che il valore di una persona non
dipende da quello che ha o che sa, ma dalla sua volontà e capacità di crearsi
una prospettiva di autenticità che è quella di relazionarsi agli altri con
amore per costruire quel bene comune raggiungibile con la realizzazione della
giustizia sociale.
di Umberto Berardo
Campobasso,
lì 01 Luglio 2015
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