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Intervento

                   

 

 

 

Nebbia fitta

 

Il 6 giugno 2011 lanciammo ai partiti dell’area democratica ed egalitaria, in vista delle elezioni regionali dell’autunno, un documento titolato “Prima che cessino speranza e voglia di esserci” cui seguirono una serie di assemblee e gruppi di studio molto partecipati per tentare di definire un nuovo metodo di elaborazione politica che, fuori dai meccanismi di rincorsa al potere e dai cosiddetti tavoli interpartitici, riuscisse a riportare ad un confronto di base la formulazione di principi, idee, regole e programmi per tentare di governare finalmente la regione Molise su un piano di reale partecipazione democratica e soprattutto in linea con i reali interessi della popolazione.

 

 

In estrema sintesi avevamo chiesto anzitutto un documento programmatico capace di uscire dalla genericità dei piani più o meno fotocopiati e di delineare un percorso serio di sviluppo per il Molise.

Nei movimenti di base si delineò poi la richiesta alle forze politiche di rinnovarsi profondamente rifondando le proprie strutture su principi di forte trasparenza, su basi democratiche e con statuti imperniati su codici etici di autoregolamentazione; c’era ancora forte in tutti l’esigenza di fissare regole condivise per la proposizione delle candidature, per la limitazione del numero dei mandati, per la incompatibilità tra più cariche, per la non candidabilità di chi ha pendenze con la giustizia o conflitti d’interesse, e per iniziative concrete circa l'abbattimento dei costi
della politica; si avvertiva, infine, la necessità di riscrivere con immediatezza ed urgenza la legge elettorale regionale eliminando qualsiasi tipo di nomina verticistica come il listino.

Su tali questioni si creò nella regione un serio impegno di confronto che purtroppo ancora una volta vide estranei i partiti politici e si fondò sulla disponibilità di singoli cittadini che misero a disposizione le loro competenze per la definizione di una serie di documenti presentati all’opinione pubblica soprattutto attraverso il web, stante l’assoluto silenzio dei mass media su tali iniziative.

In questi anni le politiche del centro-destra hanno portato il Molise al collasso demolendo l’etica della condivisione, distruggendo la cultura del lavoro e dell’imprenditorialità, sostituita dalle logiche clientelari della ricerca del “posto”,  eliminando qualsiasi riferimento nello sviluppo economico alle potenzialità del territorio, alle vocazioni dei soggetti ed alle richieste più avanzate del mercato, riducendo in modo pesante i servizi nella sanità, nell’istruzione, nei trasporti e nell’assistenza; la cultura, poi, vive nella nostra regione un momento davvero molto buio.

Abbiamo combattuto per anni questo sistema di governo, convinti che ci avrebbe portato alla desertificazione umana, sociale, economica ed ambientale.

Tuttavia, ci chiediamo ancora una volta, con quel poco di serenità che  l’indignazione ci lascia, quali iniziative abbiano assunto le forze di opposizione sul piano delle proposte legislative e sull’altro di una sana rivolta contro una classe dirigente che continua a sperperare denaro pubblico senza renderlo neppure produttivo e che sta riportando le popolazioni molisane a livelli di vita indecenti o purtroppo verso nuove forme di emigrazione.

Osservate i servizi che spariscono, la cultura che langue, la disoccupazione dilagante, le difficoltà di sopravvivenza soprattutto per i redditi da pensione o da lavoro salariato e poi provate a dirci che siamo catastrofici!

Anche nell’ultimo anno si è manifestato all’orizzonte uno straccio di ipotesi di riforma della legge elettorale regionale o di welfare locale, di riqualificazione del sistema d’istruzione, di razionalizzazione nella pubblica amministrazione con la garanzia di una piena e pluralistica rappresentanza per tutti nei diversi enti?

Quali sono le linee per uscire da una distribuzione clientelare dei fondi pubblici ed indirizzarli verso un sistema produttivo in grado di dare occupazione ai giovani?

Oggi a sinistra c’è chi pensa che per vincere le elezioni sia necessario trovare intese con una parte proprio di quel centro-destra che ha creato la situazione disastrosa che abbiamo sotto gli occhi.

Ma qual è allora il fine della politica?

Deve servire ad amministrare la res pubblica seguendo obiettivi capaci di portarci alla democrazia ed alla giustizia sociale o ha per scopo quello di trovare tutte le strade che servono a raggiungere il potere anche con compromessi che snaturano qualsiasi idealità?

Siamo perfino arrivati al plauso verso uno pseudo leaderismo che seppellisce il processo democratico e si trasforma in occupazione padronale di forze politiche e movimenti e c’è chi rincorre nuovi populismi, dimenticando che in breve tempo il ravvedimento dopo la corruzione ne ha portato molti in breve tempo non al declino, ma ormai alla dissoluzione.

Chi vive ed opera in questa regione e si sforza di operare per il bene comune ha il dovere ed il diritto di chiedere ai partiti di uscire dai tatticismi squallidi per la conquista di una candidatura o per la costruzione di un blocco di potere, impegnandosi piuttosto nel confronto con i cittadini per la definizione di regole per il rinnovamento della politica e di idee per lo sviluppo del Molise con il miglioramento della qualità della vita soprattutto per i più deboli.

Ma è pensabile ancora muoversi nel chiuso delle segreterie dei partiti rifiutando il confronto con gli elettori e poi chiedere a questi il voto su scelte assolutamente verticistiche e non condivisibili?

Taluno dirà che qualcosa si muove a livello di incontri pubblici; vorremo, però, sottolineare che in essi, con qualche eccezione, è il monologo o il comizio a prevalere piuttosto che il confronto di base.

Mentre scriviamo una nebbia fitta avvolge il paesaggio ed impedisce allo sguardo di spaziare lontano.

Una simile caligine sembra avviluppare al momento le forze politiche.

Non ci pare sia il bene della Regione Molise al centro dei loro pensieri, quanto piuttosto tattiche di ricerche aggregative intese ad ottenere il consenso elettorale per la conquista di un potere, piccolo o grande che sia.

È difficile definire tale strategia un’azione politica, perché davvero appare molto lontana dalle regole e dagli obiettivi che connotano un sistema democratico rivolto al bene di tutti e di ogni cittadino.

Da anni tanti Molisani provano a costruire solidamente l’identità di una cittadinanza degna in questa nostra regione sul piano culturale, spirituale, sociale, politico ed economico.

Lavoriamo con coerenza ed impegno su tale obiettivo con proposte sensate, cerchiamo chi si mette umilmente a disposizione del bene comune e teniamoci lontani da funambolismi legati ad interessi personali o di gruppo.

 

di Umberto Berardo

 

Campobasso, li 19 Novembre 2012

 

 

 

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