Morte del Tratturo della Zittola?
Il tratturo della Zittola, antica via di transumanza che porta
appunto dal ponte della Zittola di Castel di Sangro fino
a Lucera, è da anni in uno stato di abbandono pauroso al punto che
in taluni tratti ormai il passaggio è letteralmente impedito da
rovi, sterpaglie e perfino alberi cresciuti spontaneamente e mai
ripuliti da alcuno.
Invece
che curare e tenere aperto tale percorso, che potrebbe
rappresentare un vero gioiello paesaggistico per le attività di
allevamento e per quelle turistiche, gli enti locali sembrano da
tempo averlo completamente trascurato al punto che, come dicevamo,
in taluni tratti è impraticabile.
Invece
che curarne il tappeto erboso e la vegetazione, qualche anno fa si
sono spesi soldi per creare staccionate di legno che in diversi
punti già stanno crollando sotto il peso delle intemperie.
Qualche
tratto è stato affittato ad allevatori privati e ridotto in una
situazione penosa.
Da
un po’ menti geniali hanno deciso che sul percorso tra Duronia e Torella del
Sannio dovesse essere immaginata una
variante stradale per collegare l’attuale strada provinciale alla Fresilia.
Sulla
inutilità di tale asse viario potremmo scrivere a lungo e sarebbe
facile alternativamente indicare percorsi di fondovalle capaci di
togliere i nostri paesi montani dall’isolamento senza deturpare
contestualmente il paesaggio.
La
verità è che molti progetti vengono costruiti a tavolino senza
alcun confronto con la cittadinanza e forse per scopi che nulla
hanno a che vedere con le necessità degli abitanti.
Ora
il problema impellente è quello di far riflettere chi di dovere
perché si impedisca che tra Duronia e Torella del Sannio il
Tratturo della Zittola venga
letteralmente strozzato da due arterie stradali, la provinciale e
la variante, che, correndo parallelamente, impediscono il transito
agevole di persone ed animali.
Intanto
un plauso va a Giovanni Germano ed all’associazione “La Terra” che
per primi hanno sollevato il problema ed organizzato sabato 1
dicembre un sit-in sul posto.
Diverse
le associazioni partecipanti, anche se al momento non ci risulta
ancora una presa di posizione da parte di Lega Ambiente, Italia
Nostra e CAI, ma intanto la questione è stata portata
all’attenzione dell’opinione pubblica.
Pare
ci sia stata già un’interpellanza a livello provinciale e regionale
e sembrerebbe affacciarsi concretamente la via del blocco dei
lavori.
Qualche
anno fa abbiamo difeso l’ambiente in cui viviamo dal tentativo di
farvi nascere due mega cosiddetti “parchi eolici” di ben ventidue
torri.
Un
comitato spontaneo di cittadini da noi presieduto riuscì a
scongiurare tale realizzazione.
Oggi
sulla difesa del tratturo che va da Lucera a Castel
di Sangro occorre condurre un’analoga
battaglia in difesa di un territorio che amiamo e che vorremmo
preservato nei suoi aspetti paesaggistici e storici che sono e
devono continuare ad essere una ricchezza culturale ed economica
per le popolazioni che ci vivono.
Ovviamente
per indirizzare le scelte politiche c’è bisogno di una forza d’urto
massiccia delle associazioni ambientaliste e dei cittadini la cui
presenza fin qui è stata ancora limitata.
Sappiamo
che il “Cammina, Molise!” 2013
potrebbe percorrere proprio la fascia tratturale
di cui ci stiamo occupando.
Siamo
sicuri che quella potrà essere l’occasione per affrontare il tema della
difesa dei tratturi e più in generale di un ambiente che non dovrà
mai essere sacrificato sull’altare di interessi o di obiettivi
senza senso.
di Umberto
Berardo
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