Editoria
lafonte
è in edicola il numero di settembre 2013
http://www.lafonte2004.it/
In questo numero:
- il cielo d'irlanda
di Rosalba Manes
- l'impulso originario - tela
di Carla Llobeta
- forzare gli amministratori
di Antonio Di Lalla
- comunità di comunità
di Michele Tartaglia
- identità e apertura
di Dario Carlone
- quattro brocchi
di d.d.a.
- iorio s_confessa
di Redazione
- l'acqua di termoli
di Antonio De Lellis
- finale di partita
di Famiano Crucianelli
- i ritardi del molise
di Antonello Miccoli
- clean economy
di Giovani Di Stasi
- la foglia di fico
di Felice Di Lernia
- manze gravide
di Francesco Pollutri
- l'assessore risponde(immigrati a San Giuliano di Puglia: come, quanti e quando. problema per i paesi vicini o risorsa per il Molise? )
di Michele Petraroia
- amore e rabbia
di Sabrina Del Pozzo
- la fraternità oltre le frontiere
di Pax Christi Molise
- donando si riceve
di Leo Leone
- 11 settembre 1973
di Christiane Barckhausen-Canale
- contrastare il femminicidio
di Loredana Alberti
- uomini virtuosi
di Gaetano Jacobucci
- l'azione pedagogica
di Gabriella de Lisio
- quale accompagnatore?
di Annamaria Mastropietro
- dicono di noi....
di articolo di Adista n. 25 pag.15 del 06/07/2013
- la giornata mondiale della gioventù a rio
di Lina D'Incecco
- un occhio sul mondo
di Michela Di Memmo
- lobby vaticane
di Michele Tartaglia
- perplessità
di Dario Carlone
- non vogliamo silenzi
di Franco Novelli
- nella chiesa ritrovata
di Teresa Labagnara
- la fonte si ritrova
di Redazione
- il mare della vita
di Mara Mancini
- il miglio
di Gildo Giannotti
- don pino puglisi
di a cura della segreteria di Libera Molise
- cari amici
di Giulia D'ambrosio
- la solitudine delle maree di Nicoletta Corsalini
di recensione di Carolina Mastrangelo
- sotto la pioggia
di Paolo De Stefanis
- pace in terra
di Silvio Malic
- regione diruta
di Domenico D’Adamo
forzare gli amministratori di Antonio Di Lalla a pag. 3
Siamo cresciuti all’ombra dei campanili e l’appartenenza a un paese, addirittura ad una contrada, era un fatto talmente identitario che ci si contrapponeva, sempre verbalmente, a quanti non potevano vantare la stessa origine, non poche volte organizzando raid o imboscate fino a suonarsele di santa ragione. La cultura militarista rendeva naturale giocare alla guerra fin da piccoli. Altri antagonismi si aggiungevano e si stratificavano con gli anni: sportivi, politici, di classe e di censo fino a quelli razziali: prime immancabili vittime gli zingari, col pretesto che rubavano.
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Campobasso,
lì 04 Settembre 2013