I nostri silenzi conniventi sono pagati
a caro prezzo da altri; prima o poi si ritorceranno contro di noi.
E allora sarà troppo tardi. Una virtù che dovremmo fare nostra e
vivere è l’indignazione “un’abitudine rara al giorno d’oggi.
Il 15 dicembre un nostro dirigente Emilio Izzo della UILBAC ha
subito l’inspiegabile fermo, no forse è più opportuno dire
sequestro, da parte degli organi di polizia dello Stato del
Vaticano, perché reo di aver varcato i confini di stato,
considerando che non ha avuto neanche il tempo di porre in essere
quanto precedentemente e pubblicamente divulgato.
Il criminoso piano architettato da Emilio era deporre ai piedi
dell’abete bianco - donato dalla Regione Molise a S.S. Benedetto
XVI peraltro senza chiedere il consenso dei molisani -, un foglio
che voleva richiamare una maggiore attenzione ai doni del creato,
accompagnato da un mazzetto di fiori artificiali ma, ha trovato un
comitato di accoglienza tutt’altro che ospitale.
Vorrei mettere in evidenza quello che secondo me è un grave
problema della giustizia, non solo italiana, l'abuso di potere che
alcuni componenti delle forze dell'ordine possono mettere in atto,
aiutate dalla legge che dà loro più attendibilità di un cittadino
qualunque, davanti ad un giudice.
Sicuramente e per fortuna non tutte le forze dell'ordine sono così
e c'è chi vive il suo ruolo come un servizio al cittadino e non
come un mezzo per compiere abusi di potere; ma attenzione anche a
non semplificare tutto con la storia delle mele marce: mi vengono
in mente gli episodi del G8 di Genova, in cui centinaia di
poliziotti scatenarono la loro cieca brutalità, probabilmente senza
pari nella storia delle democrazie occidentali, nei confronti di
cittadini inermi per le strade di Genova, alla Diaz e a Bolzaneto. La maggior parte di loro se l'è
cavata, i pochi condannati hanno subito pene blande perché in
Italia non esiste il reato di tortura. Erano centinaia di mele
marce o c'è un problema più profondo?
Ecco, non vorrei che i tutori della legge che compiono onestamente
e spesso a rischio della loro vita il loro dovere servissero da
scudo per chi invece ha tutt'altra idea del rapporto
polizia/cittadino, quasi che non si potesse accusare i secondi per
non mancare di rispetto ai primi, non si tratta di essere a favore
o contro la polizia come istituzione, che ovviamente è necessaria,
ma contro gli abusi che commettono alcuni appartenenti alle forze
dell’ordine e come detto non certo tutti.
Se le nostre leggi prevedono la libertà di espressione e di parola,
sicuramente quanto accaduto al nostro Emilio Izzo deve farci
riflettere ed allertarci e porci la domanda se ciò che è accaduto
il 15 dicembre a Roma è a favore di qualsiasi concetto minimo di
democrazia e stato di diritto.
di Giuseppe Minicucci (Segretario Regionale UIL
Molise)
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