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La Nota

 

 

Non è colpa di Celentano



Ho ascoltato con più attenzione la canzone, di qualche giorno fa, di Celentano e l'ho fatto principalmente per capire meglio quelle sue parole sul Molise "..e poi c'è anche il Molise che stanno uccidendo, bombardato… da quei fantasmi eolici che muovono il vento………….è la fine dei paesaggi".

Subito dopo averla ascoltata l'ho postata, con un commento di piena condivisione con l'autore Un commento che confermo, soprattutto se guardo il paesaggio che spazia sotto i miei occhi, da Casacalenda a Montorio nei Frentani, Montelongo, Ururi e, poi, più a sinistra, quel mare di pale eoliche che copre il territorio del Comune di San Martino in Pensilis, che si trova tra me e le Isole Tremiti.

Uno scempio di paesaggio, questo, proprio nella patria della "carrese", la corsa dei carri trainati dai buoi, e della "Pampanella", una specialità gastronomica incomparabile, che - come ho affermato più di quindici anni fa e ripetuto senza successo – può dar vita, se promossa e valorizzata, alla più grande fabbrica del Molise. Certo, le pale eoliche non imbrattano queste due preziosità e altre ancora del caratteristico paese che domina la valle del Cigno e del Biferno, ma, non si può negare, che sono "la fine dei paesaggi" che un tempo il territorio esprimeva con dovizia di particolari.

È anche certo, però, che non è colpa di Celentano se il Molise perde, con i paesaggi, parte della sua immagine, ma di quelle pale eoliche e di quanti se ne vantano. Dispiace dirlo ma è la verità.

 

 

 

 

 


di
Pasquale Di Lena  (dal suo blog)


Campobasso, lì 25 Febbraio 2013

 

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