Non è colpa di Celentano
Ho ascoltato con più attenzione la canzone, di qualche giorno fa, di
Celentano e l'ho fatto principalmente per capire meglio quelle sue parole sul
Molise "..e poi c'è anche il Molise che stanno uccidendo, bombardato… da quei fantasmi eolici che muovono il vento………….è la fine dei paesaggi".
Subito dopo averla ascoltata l'ho postata, con un commento di piena
condivisione con l'autore Un commento che confermo, soprattutto se guardo il
paesaggio che spazia sotto i miei occhi, da Casacalenda
a Montorio nei Frentani, Montelongo, Ururi e, poi, più a
sinistra, quel mare di pale eoliche che copre il territorio del Comune di San
Martino in Pensilis, che si trova tra me e le Isole
Tremiti.
Uno scempio di paesaggio, questo, proprio nella patria della "carrese", la corsa dei carri trainati dai buoi, e
della "Pampanella", una specialità
gastronomica incomparabile, che - come ho affermato più di quindici anni fa e
ripetuto senza successo – può dar vita, se promossa e valorizzata, alla più
grande fabbrica del Molise. Certo, le pale eoliche non imbrattano queste due
preziosità e altre ancora del caratteristico paese che domina la valle del
Cigno e del Biferno, ma, non si può negare, che
sono "la fine dei paesaggi" che un tempo il territorio esprimeva
con dovizia di particolari.
È anche certo, però, che non è colpa di Celentano se il Molise perde, con i
paesaggi, parte della sua immagine, ma di quelle pale eoliche e di quanti se
ne vantano. Dispiace dirlo ma è la verità.
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