La
polemica
LA
FESTA DEI MOLISANI A ROMA
False premiazioni e politici che promettono zampogne:
"il party molisano a Roma è il flop Pdl"
La convention al Palacavicchi, organizzata dall’associazione Romol dell’esponente di centrodestra Antonino Molinaro, diventa la spia per sondare la caduta del Pdl. Contornata di falsi. «Non è vero che sono stati
premiati Laura Biagiotti e Fred Bongusto, anzi, la stilista è anche risentita perchè deve continuamente smentire le sue origini
molisane», affermano da Forche Caudine e dalle altre associazioni che hanno sin
da subito preso le distanze dall’evento. Secondo gli organizzatori almeno
tremila sarebbero state le presenze, dato anche questo smentito: «Al Palacavicchi c’erano al massimo 600 persone».
Fantomatiche premiazioni
di ospiti mancati, numeri strabilianti di pubblico che suonano come un miraggio.
Reazioni sdegnate prima, risvolti tragicomici poi. Il megaparty organizzato dall’associazione Romol
nel Palacavicchi di Roma continua a far parlare di
sé.
Da un lato l’entusiasmo
e il visibilio dei tanti politici saliti sul palco, dall’altro le aspre
critiche delle associazioni che già avevano preso le distanze nei giorni scorsi
e ora urlano al falso: «Non è vero che sono stati premiati Fred
Bongusto e Laura Biagiotti, abbiamo contattato gli uffici stampa che hanno
smentito la partecipazione dei due nomi noti alla manifestazione, anzi, la
stilista sembra sia pure risentita, in quanto le sue origini non hanno nulla a
che vedere col Molise».
Forche Caudine, realtà attiva nel Lazio dal 1989, fa riferimento alle notizie
diffuse sul conto dell’evento, comparse sulla stampa, in cui si parla
addirittura di 100mila
presenze: «Falso
pure quello. C’erano 600 spettatori al massimo».
La kermesse ha
rispettato a quanto sembra tutti i pronostici: la passerella di tanti politici
del centrodestra. Dall’ex presidente del Consiglio regionale
Renata Polverini, al sindaco della capitale Gianni Alemanno, fino all’onorevole
Fabrizio Cicchitto e al governatore del Molise
Michele Iorio. Nessuno di loro si è tirato indietro, anzi, quale migliore occasione
alla vigilia delle urne. In prima fila a un evento promosso da una non meglio
precisata associazione Romol diretta dall’ex
consigliere regionale Antonino Molinaro e collegata
anche a Giordano Tredicine, anche lui politico della
caput mundi. Un appuntamento già finito nell’occhio del ciclone, al centro di
una sorta di “giallo”, per le finalità ignote e ancor più per le migliaia di
euro spesi da chissà chi. Erano stati messi a disposizione 20 pullman in
partenza dal Molise, per non perdersi la lunga giornata che sapeva tanto di
spot elettorale, condita di spettacoli, esposizioni di prodotti tipici, sfilate
di auto d’epoca e fanfare di bersaglieri.
Ovviamente, i politici
invitati alla convention in stile americano, si sono prodigati in lodi e
dichiarazioni di intenti, prima della processione tra gli stand enogastronomici.
E in messaggi d’affetto smielati: l’ex presidente del Consiglio regionale del
Lazio Renata Polverini si è finanche spinta a spendere parole sul suo legame
con il Molise, «che è sempre stato molto forte, con Iorio siamo stati uniti in
battaglie difficili in Conferenza delle Regioni e abbiamo messo in campo come
Lazio il nostro impegno dal punto di vista infrastrutturale per unire i nostri
territori». La Polverini
ha difeso l’operato di «queste associazioni, che vanno sostenute, nonostante le
critiche di chi diceva che farlo è uno spreco di denaro pubblico, hanno la
forza di tenere le persone insieme e di non farle sentire sole».
Il presidente della Commissione politiche sociali di Roma capitale Giordano Tredicine, rampollo di una famiglia che ha costruito un
impero con il commercio ambulante, finita anche in inchieste giudiziarie, ha annunciato pure un protocollo
d’intesa tra il Molise e Roma: «Come segnale di collaborazione
tra realtà locali così vicine tra loro sarà donato un presepe creato da artigiani autoctoni,
collocato in piazza San Giovanni». In pieno clima natalizio
alla Capitale sarà regalata anche una visita folkloristica degli zampognari,
«figure riconducibili alla tradizione molisana».
Una iniezione di
entusiasmo alle stelle, tra promesse, sorrisi e strette di mano, toni
trionfalistici che stridono completamente con quanto invece messo in evidenza
da Forche caudine e altre associazioni. Secca la smentita anche
che siano stati premiati personaggi famosi come Laura Biagiotti e Fred
Bongusto. Sembra che la celebre stilista si sia anche particolarmente risentita
in quanto in più occasioni ha dovuto spiegare di non avere origini molisane.
Forche caudine e altre associazioni sostengono letteralmente che l’evento «sia
stato un vero e proprio atto di violenza». E si lamentano di non essere mai coinvolti e addirittura
ignorati dalla Regione.
Aspre critiche giungono
anche da uno degli stessi invitati, l’architetto Franco Valente, chiamato a
parlare di storia, arte e cultura molisana. L’esperto molisano
racconta i lati grotteschi della festa. «Il
2 dicembre a Roma è stato tentato un colpaccio a tradimento nei miei confronti
e nei confronti di altre persone con le quali ritengo di avere
affinità prima di tutto culturali – esordisce così Valente sul suo blog – Ero
chiaramente consapevole che l’organizzazione della manifestazione fosse
riconducibile a persone che notoriamente appartengono al centro-destra.
La
cosa non mi interessava più di tanto perché chiunque organizzi un evento di tal
genere da qualche parte politica deve stare. Ma esiste un limite alla decenza!».
A parte i disguidi di natura organizzativa, come il fatto che per i relatori,
partecipanti a spese proprie, non sia stato garantito neanche un panino per il
pranzo, Valente racconta la “passerella dei politici”. E conferma di aver
contato in sala all’incirca 600 persone quando ballavano i gruppi
folcloristici. «Quando
ha parlato Iorio la gente ha cominciato a defluire. Durante l’intervento di
Polverini la sala si era ridotta a circa 400 persone che hanno resistito
coraggiosamente a De Matteis e Mazzuto.
Quando ha iniziato Cicchitto un fuggi fuggi generale. Sono rimasti una cinquantina di martiri
delle prime due file guardati a vista dagli organizzatori». Dopo il pranzo
improvvisato, «in giro alla ricerca di qualche pezzo di caciocavallo di Agnone,
di pane con le noci di Rionero, di cantucci di Gambatesa, di dolci di Sant’Elia a Pianisi
offerti dagli espositori venuti dal Molise», con 45 minuti di ritardo è
arrivato il momento dell’intervento di Valente.
«In sala un paio di
centinaia di amici mentre intorno un casino da sagra della trippa
– aggiunge l’architetto molisano – Sono stato presentato come un cantante da una
presentatrice che diceva di essere molisana ma che non sapeva manco chi io
fossi. Roba da pazzi! Mi dovete credere: ho fatto uno sforzo sovrumano per
mantenere la concentrazione e riuscire a parlare. Gente che era nella sala e
chiacchierava ad alta voce. L’orchestra che accordava gli strumenti sul palco.
Zampogne che suonavano nella sala attigua». Valente ha tenuto fede all’impegno,
proseguendo con la sua relazione». Quasi sul finale, il colpo di scena:
«Mentre parlavo mi si è avvicinato un signore con il quale non ho mai condiviso
un pasto il quale mi ha detto: ‘Chiudi subito perché sta arrivando Alemanno’.
Ovviamente ho chiuso subito con l’applauso di coloro che mi hanno gratificato
con la loro presenza, mi sono preso i complimenti e me ne sono fuggito a Venafro».
La cronaca di una festa grottesca termina così: «Credo che il centrodestra stia
toccando il fondo».
da primonumero.it
Campobasso, li 04
dICEMBRE 2012